13 Settembre 2024 – nota economica giornaliera
MERCATI VALUTARI:
USD – Il dollaro ha corretto visibilmente ieri e ha aperto in calo anche oggi complici dati ieri – sussidi di disoccupazione e PPI – che hanno fornito indicazioni di indebolimento dell’economia, nonché il formarsi di attese, anche alla luce di alcuni articoli di stampa (FT e WSJ) che la Fed possa attuare un taglio di 50 pb anziché di soli 25 pb la settimana prossima.
Il mercato sconta con probabilità piena 100 pb di tagli complessivi entro dicembre, con probabilità 60% che si arrivi a 125 pb.
Questa incertezza grava sul dollaro, ma saranno i dati e soprattutto il FOMC di mercoledì prossimo a chiarire lo scenario.
La svolta Fed rappresenta un fattore di indebolimento del dollaro, ma l’entità di questo dipenderà dall’entità dei tagli Fed.
EUR – L’euro si è rafforzato visibilmente ieri, mantenendosi ancora però in area 1,10 EUR/USD, sia sulla debolezza del dollaro sia sull’esito della riunione BCE che ha tagliato i tassi come da attese, ma ha lasciato intendere che il mese prossimo i tassi dovrebbero restare fermi, a suffragare la nostra previsione di un successivo taglio a dicembre.
La BCE ha tuttavia rivisto al ribasso le previsioni di crescita, per cui saranno da seguire i dati dell’area per individuare fasi di possibile cedimento dell’euro.
Nel complesso la moneta unica dovrebbe comunque trarre beneficio dall’avvio della svolta Fed.
GBP – Anche la sterlina si è rafforzata contro dollaro da 1,30 a 1,31 GBP/USD sulla debolezza del biglietto verde e ulteriore slancio potrebbe mostrare la prossima settimana dove non ci aspettiamo un taglio dei tassi BoE mentre la Fed dovrebbe avviare la svolta ribassista.
La sterlina ha retto anche contro euro mantenendosi in area 0,84 EUR/GBP, grazie al vantaggio in termini di tassi BoE (la BCE ha tagliato ieri, la BoE non dovrebbe farlo la settimana prossima ma molto più tardi, a novembre).
JPY – Lo yen si è rafforzato ancora contro dollaro da 143 a 140 USD/JPY complici la debolezza di quest’ultimo e la tendenza ribassista dei rendimenti a lunga USA.
Se tuttavia la BoJ non dovesse alzare i tassi già la settimana prossima lo slancio dello yen potrebbe ridimensionarsi, fermo restando che la svolta Fed resterebbe un fattore di forza per la valuta nipponica.