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13 Luglio 2022 – nota economica giornaliera

GERMANIA
– Questa mattina, la stima finale ha confermato che a giugno l’inflazione armonizzata è scesa all’8,2% a/a dall’8,7% precedente, e quella nazionale al 7,6% a/a dal 7,9% di maggio.
Il rallentamento è dovuto alle componenti energia e servizi.
La variazione congiunturale è stata di -0,1% m/m sulla misura armonizzata e di +0,1% su quella nazionale, al di sotto sia delle attese.
La lettura di giugno ha risentito del taglio sul prezzo dei carburanti (in vigore per tre mesi a partire dal 1° giugno) e del ribasso a 9€ al mese dell’abbonamento per il trasporto pubblico.
– Ieri, l’indagine ZEW di luglio ha visto un ampio calo sia delle aspettative a sei mesi sull’economia, a -53,8 da -28 precedente, che dell’indicatore sulla situazione corrente, a -45,8 da -27,6.
L’indice sulle attese è ai minimi dal 2011.
Il timore degli analisti è legato alle preoccupazioni sulle forniture di energia e agli effetti delle misure restrittive in Cina, e riguarda in particolare i settori più energivori e con più elevata propensione all’esportazione.
Dall’indagine è emerso anche un aumento delle aspettative di inflazione nell’Eurozona (+6,8 punti rispetto a giugno, a -25,6).

STATI UNITI – Ieri, l’indice di ottimismo IBD/TIPP a luglio ha registrato un modesto miglioramento a 38,5, pur restando vicino ai minimi dal 2011.
Il 58% degli intervistati ritiene che l’economia sia in recessione.

 

COMMENTI:

CANADA – La riunione di oggi della Bank of Canada dovrebbe concludersi con un rialzo del tasso ufficiale di 75pb, a 2,25%, come segnalato alla riunione di giugno.

NUOVA ZELANDA – La Banca Centrale neozelandese ha alzato i tassi ufficiali di 50 punti base a 2,50%.
È il sesto rialzo consecutivo del tasso ufficiale di liquidità (OCR), che lo porta ai massimi da marzo 2016.
Nel comunicato ufficiale che accompagna la decisione, la RBNZ ha segnalato di voler mantenere l’approccio di un rapido aumento dell’OCR fino a quando le condizioni monetarie non saranno sufficienti a contenere le aspettative di inflazione e a riportare la tendenza dei prezzi al consumo all’interno dell’intervallo obiettivo.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro è salito aggiornando ancora i massimi ieri, favorito soprattutto dal generale aumento della risk aversion, anche se poi ha chiuso in marginale calo.
Oggi importanti saranno i dati di inflazione, attesa in ulteriore salita, il che dovrebbe agire a sostegno del biglietto verde consolidando le aspettative di un rialzo di 75 pb al FOMC del 27 luglio.

EUR – L’euro, sceso ieri a un minimo ventennale di 0,9998 EUR/USD, si mantiene alla parità, restando vulnerabile di fronte ai prezzi del gas che non arretrano.
Oggi rischia nuova debolezza sull’atteso aumento dell’inflazione USA, ma un eventuale calo sotto quota 1,00 EUR/USD in questo caso potrebbe rivelarsi solo transitorio se non vi saranno sviluppi negativi sul fronte delle forniture energetiche dalla Russia.

GBPLa sterlina, aggiornati ieri i minimi contro dollaro da 1,19 a 1,18 GBP/USD, è temporaneamente risalita oggi sui dati di produzione industriale e di PIL mensile di maggio risultati migliori delle attese, ma il quadro domestico generale resta anche qui fragile e oggi anche la valuta britannica potrebbe registrare nuova debolezza se i dati USA non deluderanno.
Rimane tuttavia leggermente meno vulnerabile dell’euro, rispetto al quale si è rafforzata ancora avanzando ulteriormente in area 0,84 EUR/GBP.

JPYLo yen ha lievemente recuperato ieri contro dollaro da 137 a 136 USD/JPY aiutato dal calo dei rendimenti a lunga USA e dall’aumento della risk aversion, ma apre in arretramento oggi e rischia nuova debolezza sui dati di inflazione USA.
Analoga la dinamica contro euro: in recupero ieri da 138 a 137 EUR/JPY, ma in calo oggi.

NZDIl dollaro neozelandese non ha tratto beneficio questa mattina dall’esito della riunione della RBNZ che ha alzato ancora i tassi da 2,00% a 2,50%, sia perché la decisione era ampiamente attesa sia perché la banca centrale ha sottolineato che i rischi sono verso l’alto per l’inflazione nel breve ma verso il basso per la crescita nel medio termine, anche per il deterioramento del quadro di crescita globale (soprattutto in Cina).
La prospettiva di altri rialzi (50 pb alla prossima riunione del 17 agosto e 25 pb a ottobre e novembre, secondo le indicazioni fornite dalla RBNZ) sostiene comunque attese di graduale rafforzamento del dollaro neozelandese al di là del breve, ma di entità complessivamente contenuta.

CADDalla riunione odierna della BoC si attende un altro rialzo dei tassi dopo i 50 pb di giugno, ma di entità più ampia, 75 pb, da 1,50% a 2,25%.
Questo tuttavia potrebbe non riuscire a favorire un rafforzamento del dollaro canadese rispetto al dollaro USA sia perché nel breve subisce ancora la dominanza del biglietto verde, sia per via del recente arretramento delle quotazioni petrolifere e del generalizzato deterioramento del quadro di crescita globale.
Il dollaro canadese dovrebbe però tornare a rafforzarsi al di là del breve al procedere dei rialzi dei tassi, ma in misura contenuta per via del contestuale rallentamento atteso della crescita domestica nel prossimo biennio.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Oggi la produzione industriale dovrebbe crescere per il secondo mese a maggio: i dati nazionali già pubblicati sono coerenti con un aumento di 0,6% m/m da 0,4% m/m di aprile.
Il progresso non dovrebbe comunque risultare sufficiente a recuperare il terreno perso a marzo: nel 2° trimestre l’industria dovrebbe aver frenato la crescita del PIL e le indagini congiunturali segnalano una frenata della domanda e puntano verso un indebolimento dell’attività produttiva nei prossimi mesi.

FRANCIA – La lettura finale dovrebbe confermare che a giugno l’inflazione è salita dal 5,2% al 5,8% (0,7% m/m) sull’indice nazionale e dal 5,8% al 6,5% (0,8% m/m) sull’armonizzato.

STATI UNITI
– Oggi il focus sarà sul CPI di giugno, previsto in aumento di 1,1% m/m e 8,8% a/a, con un ampio contributo da alimentari e benzina.
L’indice core dovrebbe essere in rialzo di 0,6% m/m, spinto ancora una volta dall’abitazione, dalle tariffe aeree e dai servizi ricreativi.
Le auto usate dovrebbero registrare una flessione in base alle informazioni del Manheim Used Vehicle Value Index.
Il recente calo del prezzo della benzina fa prevedere una flessione dell’inflazione annua a luglio, verso 8,5% a/a, che però non dovrebbe modificare il sentiero dei tassi in rapido rialzo alle prossime riunioni del FOMC.
– Il Beige Book, preparato per la riunione di luglio dovrebbe confermare i segnali di rallentamento di consumi e ordini, registrando però ancora espansione della domanda, prezzi elevati e mercato del lavoro sotto pressione.