13 Giugno 2024 – nota economica giornaliera
MERCATI VALUTARI:
USD – Il dollaro ha corretto ampiamente ieri pomeriggio sui dati di inflazione che hanno sorpreso verso il basso mostrando un calo per l’headline contro attese di stabilizzazione e un calo per la core superiore al previsto.
Poi ha recuperato, ma solo in parte, sull’esito del FOMC che come scontato ha lasciato i tassi invariati ma ha rivisto al ribasso più di quanto ipotizzato i tagli dei tassi attesi, di 50 pb quest’anno (lasciandone pertanto solo uno di 25 pb entro dicembre) e di 25 pb il prossimo (lasciandone quattro di 25 pb ciascuno), pur mantenendo invariato il punto di arrivo per fine 2026 a 3,00-3,25%.
La variazione viene spiegata con la revisione al rialzo delle previsioni di inflazione sul biennio 2024-25, ferme restando invece quelle di crescita.
La Fed comunque ha spiegato che lo scenario è avvolto da elevata incertezza e che quindi le decisioni saranno prese di riunione in riunione in base all’evoluzione dei dati, specificando che anche se finora vi sono stati dei progressi favorevoli sul fronte inflazione, al momento questi non sono sufficientemente convincenti da lasciare spazio a un taglio dei tassi.
Nel breve pertanto il dollaro dovrebbe restare supportato, ma ancora reattivo in entrambe le direzioni in base ai dati.
Un primo test si avrà oggi con i sussidi di disoccupazione attesi circa stabili e i prezzi alla produzione attesi invece in ampio rallentamento.
Il mercato ora incorpora un primo taglio dei tassi Fed a settembre-novembre con probabilità 64-96%, dandolo al 100% solo su dicembre dove ne incorpora un secondo con probabilità 76%: è quindi più dovish rispetto alle proiezioni della Fed.
EUR – L’euro ha recuperato ampiamente ieri da 1,07 a 1,08 EUR/USD di riflesso alla caduta del dollaro, ma fatica a mantenere i guadagni sia per il seppur parziale recupero del biglietto verde sia per la scarsità di spunti di forza propria.
Dopo il FOMC la distanza tra BCE, che ha tagliato i tassi esattamente una settimana fa, si è ampliata ulteriormente e i dati dell’area non aiutano (la produzione industriale stamani ha deluso).
Il cambio dovrebbe quindi tendenzialmente stabilizzarsi nel range corrente 1,07-1,08 EUR/USD, rafforzandosi/indebolendosi soprattutto in caso di delusioni/sorprese favorevoli dai dati USA.
GBP – Anche la sterlina ieri si è rafforzata contro dollaro da 1,27 a 1,28 GBP/USD sul cedimento del biglietto verde ma ha poi ridimensionato i guadagni.
L’elevata incertezza sul timing del primo taglio dei tassi BoE, che annuncerà la propria decisone giovedì prossimo, tende a comprimere l’upside della valuta britannica.
In assenza di spunti propri oggi seguirà i driver USA, indebolendosi/rafforzandosi in caso di sorprese positive/delusioni da essi.
Contro euro ieri la sterlina si è indebolita, restando comunque in area 0,84 EUR/GBP.
JPY – Lo yen si è rafforzato ieri contro dollaro da 157 a 155 USD/JPY di riflesso al calo dei rendimenti a lunga USA, ma un altro test importante si avrà questa notte al termine della riunione BoJ.
Le attese sono per tassi fermi questo mese ma la banca centrale potrebbe già annunciare o comunque aprire a una graduale riduzione degli acquisti di JGB che dovrebbe favorire lo yen, seppure in via contenuta finché la distanza rispetto ai tassi USA rimane elevata e la BoJ non alza ancora i tassi ufficiali.
I rischi sono comunque verso il basso per l’atteggiamento prudenziale che la BoJ potrebbe mantenere data l’elevata incertezza dello scenario pur proseguendo con gradualità sul sentiero di normalizzazione della politica monetaria.