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12 Giugno 2023 – nota economica giornaliera

ITALIA – Venerdì la produzione industriale è calata a sorpresa di -1,9% m/m.
La quarta flessione mensile consecutiva e la più ampia da settembre 2022 lascia l’indice destagionalizzato della produzione industriale più del 3% al di sotto dei livelli di fine 2022 e al livello più basso da dicembre 2020.
La variazione annua e corretta per i giorni lavorativi affonda al -7,2% da un precedente -3,2%, un minimo da luglio 2020.
Lo spaccato del dato mostra una debolezza diffusa a tutti i principali comparti e ancora più pronunciata nel solo settore manifatturiero (-2,1% m/m).
I dati mostrano un quadro piuttosto negativo per la manifattura italiana e, anche ipotizzando un fisiologico rimbalzo nei due mesi seguenti, il settore peserà negativamente sulla crescita del PIL nel 2° trimestre.
Anche gli indicatori anticipatori non offrono segnali particolarmente incoraggianti con un calo degli ordini ed un aumento delle scorte di prodotti finiti in un contesto di debole domanda di beni industriali.

 

COMMENTI:                                  

BCE – In area euro il focus della settimana sarà sulla riunione di politica monetaria della BCE, attesa concludersi con un rialzo dei tassi di 25pb.
L’attenzione sarà concentrata soprattutto su forward guidance e previsioni: il punto di partenza è costituito dalla diffusa aspettativa che vi sarà un nuovo rialzo a luglio, aspettativa che riteniamo sarà confermata dalla comunicazione della BCE.

STATI UNITI – Il focus sarà sulla riunione del FOMC che, a nostro avviso, dovrebbe concludersi con tassi fermi, ma anche con segnali che il picco potrebbe non essere ancora stato raggiunto.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata in calo, seppure contenuto.
Venerdì comunque aveva leggermente recuperato, ma oggi apre ancora in discesa.
Si tratta di una dinamica coerente con l’incertezza sul sentiero dei tassi Fed: al FOMC di mercoledì ci aspettiamo che i tassi vengano lasciato invariati (questo priva di slancio il dollaro), ma che la Fed apre a ulteriore restrizione monetaria (questo invece sostiene il biglietto verde) già alla riunione successiva di luglio se dai dati non giungono indicazioni di calo convincente dell’inflazione.
Un primo test in tal senso si avrà domani, con l’inflazione di maggio: le previsioni sono di calo e – salvo sorprese – questo potrebbe mantenere il dollaro sulla difensiva.
Se tuttavia mercoledì la Fed dovesse rivedere verso l’alto il sentiero atteso dei rialzi dei tassi, il dollaro dovrebbe tornare a rafforzarsi.
In prospettiva però che la Fed al contempo mantenga i tagli dei tassi (significativi) che prospettava a marzo per l’anno prossimo, al di là del breve lo scenario per il dollaro resterebbe ribassista.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata in lieve rafforzamento, in area 1,07 EUR/USD, ma dopo essere passato per minimi in area 1,06 EUR/USD.
Venerdì inoltre è parzialmente arretrato mentre oggi sta risalendo.
Simmetricamente al dollaro, si tratta di una dinamica che riflette soprattutto i driver USA ma in parte anche l’incertezza sull’effettivo sentiero dei rialzi BCE (due o tre, di 25 pb, entro settembre?) alla luce di dati che stanno perlopiù sorprendendo verso il basso ultimamente nell’area euro.
La riunione BCE di giovedì sarà importante ma potrebbe non essere “risolutiva”: ci aspettiamo un altro rialzo dei tassi di 25 pb e l’indicazione di un’altra mossa analoga anche a luglio, ma un atteggiamento attendista, sulla base dei dati, per i mesi successivi.
L’approccio wait and see” potrebbe privare di slancio l’euro anche nel brevissimo termine, limitandone l’upside (resistenze chiave in area 1,08 EUR/USD) questa settimana se anche la Fed lascerà i tassi fermi mercoledì mentre la BCE li alzerà il giorno successivo.
In prospettiva però di una svolta Fed all’inizio dell’anno prossimo la tendenza al di là del breve dovrebbe confermarsi rialzista.

GBPLa sterlina si è rafforzata la settimana scorsa sia contro dollaro da 1,23 a 1,25 GBP/USD sia contro euro da 0,86 a 0,85 EUR/GBP, al consolidarsi di attese di mercato che la BoE alzi i tassi più di Fed e BCE nei prossimi mesi (oggi il mercato sconta pienamente altri 100 pb di rialzi entro fine anno).
Domani i dati sul mercato del lavoro dovrebbero mostrare un aumento del tasso di disoccupazione ma una nuova accelerazione della dinamica retributiva, ed è quest’ultima variabile che più rileva per ora ai fini delle decisioni sui tassi.
La BoE si riunirà la prossima settimana e ci attendiamo un rialzo dei tassi e apertura ad ulteriore restrizione monetaria.
A meno, pertanto, di dati che, domani in particolare, sorprendano verso il basso la sterlina dovrebbe consolidare in questi giorni contro dollaro e quand’anche dovesse parzialmente arretrare post-FOMC dovrebbe mantenersi meno cedevole dell’euro, finendo per consolidare anche contro quest’ultimo. Tuttavia, al di là del breve, lo scenario più negativo dell’economia britannica dovrebbe restringere l’upside della sterlina contro dollaro, portandola a indebolirsi, seppure marginalmente, contro euro.

JPYLo yen si è sostanzialmente stabilizzato contro dollaro la scorsa settimana nella parte centrale del range 138-140 USD/JPY, in prossimità pertanto dei minimi recenti.
Venerdì notte si chiuderà anche la riunione della BoJ, che in tale occasione dovrebbe lasciare invariato l’assetto di policy, ribadendo che per ora questo deve mantenersi espansivo, ma tenendo aperte le porte a una revisione futura (in direzione meno espansiva, a partire dall’allentamento/rimozione del controllo della curva dei rendimenti).
A ridosso di una Fed che al contrario dovrebbe tenere aperte le porte a un altro rialzo dei tassi nel breve, questo potrebbe far indebolire ancora lo yen con rischio di testare i minimi recenti.
Tuttavia, al di là del breve, in prospettiva di una svolta Fed e di una seppur graduale e non immediata svolta BoJ in direzione opposta, anche lo yen dovrebbe poi svoltare al rialzo.
Lo yen si è stabilizzato anche contro euro nella fascia 148-150 EUR/JPY.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – La prima indagine di giugno, la ZEW tedesca, potrebbe registrare un recupero del morale degli analisti finanziari, mentre sul fronte dei dati reali in Eurozona ci aspettiamo un parziale rimbalzo della produzione industriale di aprile, in un contesto di generale debolezza per il settore, e un’accelerazione del costo del lavoro a inizio 2023.
– In calendario anche le stime finali d’inflazione di maggio, attese confermare la tendenza di rallentamento della dinamica dei prezzi nelle principali economie.

STATI UNITI
 – Oggi non ci sono dati in calendario, ma questa settimana l’agenda è fitta di dati ed eventi.
Sul fronte dei dati, il CPI di maggio sarà il catalizzatore, con probabili indicazioni di ulteriore rallentamento della dinamica annua dei prezzi core, ma di stabilità della variazione mensile.
– Fra gli altri dati di maggio, le vendite al dettaglio e la produzione industriale dovrebbero essere in moderazione.
– Le prime indagini di giugno dovrebbero mostrare persistente recessione nel manifatturiero e fiducia dei consumatori poco variata, su livelli relativamente bassi.