11 Novembre 2024 – nota economica giornaliera
MERCATI VALUTARI:
USD – Il dollaro ha chiuso la settimana passata al rialzo recuperando venerdì il calo post-FOMC di giovedì, aiutato anche dai buoni dati di fiducia, ed ha aperto al rialzo ancora oggi.
La settimana entrante sarà ricca di spunti, tra cui primeggiano mercoledì i dati di inflazione attesi in aumento per l’headline e stabili per la core.
In tal caso il dollaro dovrebbe stabilizzarsi o consolidare ma eventuali sorprese verso l’alto lo rafforzerebbero ulteriormente.
Da seguire saranno anche vari discorsi Fed, tra cui Powell giovedì.
EUR – L’euro ha chiuso la settimana passata al ribasso da 1,09 a 1,06 EUR/USD ed in calo qui ha aperto anche oggi.
La prospettiva che la BCE nei prossimi mesi proceda a ritmo serrato con i tagli dei tassi mentre la vittoria di Trump potrebbe rendere la Fed più cauta al di là del breve gioca a detrimento della moneta unica.
Tuttavia, saranno i dati per ora a dominare.
Intanto domani dallo ZEW tedesco si attendono segnali contrastanti mentre giovedì la produzione industriale dell’area è prevista negativa.
A meno di sorprese (o di delusioni dai dati USA), i rischi sull’euro sono verso il basso, con supporti chiave in area 1,06 EUR/USD ma downside in area 1,05 EUR/USD.
GBP – La sterlina ha chiuso la settimana passata pressoché stabile contro dollaro in area 1,29 GBP/USD, dopo aver ceduto sulla vittoria di Trump ed essersi ripresa sull’esito della riunione BoE di giovedì.
La settimana entrante propone dati importanti, (i) sul mercato del lavoro domani, attesi di carattere misto con la disoccupazione in aumento e le retribuzioni in lieve accelerazione in termini generali ma in rallentamento ex bonus, e (ii) sul PIL venerdì previsto in ampio rallentamento.
A meno di sorprese verso l‘alto dai dati la sterlina potrebbe quindi tornare a indebolirsi, soprattutto contro dollaro.
Contro euro è in rafforzamento per il quinto giorno di fila e da 0,83 si è portata a 0,82 EUR/GBP.
JPY – Lo yen si è deprezzato la scorsa settimana contro dollaro sulla vittoria di Trump da 151 a 154 USD/JPY pur recuperando tra giovedì e venerdì.
Oggi però ha aperto di nuovo in calo e nel breve la scarsa probabilità che la BoJ proceda presto (già a dicembre) con un altro rialzo dei tassi mentre la consapevolezza che l’anno prossimo la Fed potrebbe tagliare i tassi meno del previsto remano contro la valuta nipponica.
Dai verbali della riunione BoJ di ottobre questa notte è emerso che vari esponenti non erano sicuri dell’opportunità di alzare ancora i tassi nel breve, anche se a nostro avviso almeno da gennaio il tema potrà riproporsi.
Intanto Ishiba è stato confermato primo ministro, alla guida di un probabile governo di minoranza, altro fattore che nel breve non aiuta lo yen.
Tuttavia, i veri driver saranno i dati USA ed eventuali delusioni tornerebbero a ridare fiato alla valuta nipponica.