Seguci su twitter

Categorie

10 marzo 2025 – nota economica giornaliera

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata in ampio calo, venerdì penalizzato anche dall’employment report che a fronte di un aumento superiore alle attese degli occupati (con revisione però al ribasso del numero precedente) ha mostrato un aumento del tasso di disoccupazione e un rallentamento della dinamica retributiva.
Anche dai dati in uscita nei prossimi giorni (inflazione mercoledì e fiducia dei consumatori venerdì) si attendono altri segnali di indebolimento dell’economia che, unitamente al rischio di guerre commerciali, contribuiscono a consolidare l’ipotesi di altri due tagli dei tassi Fed quest’anno, a detrimento del dollaro.
A meno quindi di sorprese positive dai dati il biglietto verde dovrebbe mantenersi sulla difensiva.
Tuttavia, non è escluso che data l’ampia correzione della settimana scorsa, si possa osservare un parziale ritracciamento (tecnico) rialzista.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata al rialzo da 1,04 a 1,08 EUR/USD, principalmente di riflesso alla correzione del dollaro ma in parte anche per le novità favorevoli sul fronte della politica fiscale in Germania.
Temporaneamente, e in misura comunque ridotta, ha reagito positivamente anche giovedì al taglio dei tassi BCE, perché il messaggio della banca centrale è stato più cauto sulla necessità di altri tagli dei tassi, per cui non è da escludere che ad aprile vi sia una pausa pur restando ferma l’aspettativa per un altro taglio a giugno.
Venerdì infine ha tratto beneficio dall’employment report USA. In questi giorni vi saranno solo la produzione industriale dell’area (giovedì) e italiana (venerdì) che dovrebbero mostrare un recupero (come è stato stamani per quella tedesca), ma non è detto che questo sia sufficiente a dare slancio rialzista autonomo all’euro visto che l’attesa ripresa viene da una contrazione del mese precedente.
Comunque, nel complesso, salvo sorprese favorevoli dai dati USA, o delusioni da quelli domestici, l’euro dovrebbe consolidare o almeno stabilizzarsi.

GBPAnche la sterlina ha chiuso la settimana passata al rialzo contro dollaro da 1,25 a 1,29 GBP/USD, principalmente di riflesso al calo di quest’ultimo.
In assenza di spunti propri in questi giorni, eccezion fatta per la produzione industriale venerdì attesa negativa e che quindi dovrebbe indebolire la valuta britannica, per il resto la sterlina dovrebbe seguire di più i driver di dollaro.
A meno quindi di sorprese favorevoli dagli USA, dovrebbe, prima dei dati domestici di venerdì, consolidare o almeno stabilizzarsi.
Contro euro è in indebolimento da una settimana abbondante da 0,82 a 0,84 EUR/GBP: le fragilità dell’economia domestica e la maggior esposizione alle criticità internazionali pongono un rischio di debolezza che potrebbe riproporsi, temporaneamente, anche oltre il breve termine.

JPYAnche lo yen ha chiuso la settimana passata in rafforzamento contro dollaro da 150 fino ad un massimo, temporaneo, di 146 USD/JPY, principalmente di riflesso alla correzione generalizzata del biglietto verde ma anche in parte per l’aumento della risk aversion in funzione del timore di guerre commerciali.
Salvo sorprese positive dai dati USA, o annunci di Trump sui dazi che raffreddino le tensioni, lo yen dovrebbe consolidare o almeno stabilizzarsi.