10 Maggio 2024 – nota economica giornaliera
MERCATI VALUTARI:
USD – Il dollaro ha corretto ieri, indebolito dai dati sui sussidi di disoccupazione che si sono rivelati un po’ più deboli delle attese, contribuendo a far scendere i rendimenti.
Oggi si attende anche un calo della fiducia delle famiglie, per cui il dollaro potrebbe mantenersi sulla difensiva.
Da seguire restano comunque i discorsi Fed in calendario, e importanti saranno la settimana prossima i dati di inflazione, utili per valutare la probabilità di una svolta Fed sui tassi a settembre.
EUR – L’euro ha recuperato ieri di riflesso alla discesa del dollaro, ma mantenendosi sempre in area 1,07 EUR/USD.
L’upside viene limitato dall’atteso avvicinarsi della svolta BCE sui tassi, aspettativa corroborata dai dati, come anche quelli di produzione italiana di stamani, che hanno deluso, dimostrano.
D’altro canto, a meno di una sorpresa molto positiva dai dati USA di oggi, anche il downside dell’euro dovrebbe essere limitato, favorendo piuttosto una tendenziale stabilizzazione in range.
GBP – La sterlina si è indebolita ieri contro dollaro al termine della riunione BoE, ma di poco, mantenendosi in area 1,24 GBP/USD, ma poi ha più che recuperato fino in area 1,25 GBP/USD, anche grazie al generalizzato indebolimento del dollaro ed è in salita anche stamani sulla sorpresa positiva fornita dai dati di PIL e di produzione industriale.
Ieri la BoE ha lasciato i tassi fermi come atteso a 5,25%, ma sono saliti da uno a due i dissidenti che hanno votato per un taglio immediato dei tassi (a Dhingra si è aggiunto Ramsden) e soprattutto la BoE ha rivisto al ribasso le previsioni di inflazione a 2,5-2,25-1,5% nel 2024-25-26 dalle precedenti 2,75-2,5-2,0%, riportando sotto target (ovvero sotto 2,0%) la previsione a due anni.
Ha inoltre confermato che in corso d’anno si dovrà iniziare a tagliare i tassi, spiegando che le condizioni monetarie resteranno restrittive anche con i primi tagli, perché si parte da livelli dei tassi già molo elevati e aggiungendo che l’entità dei tagli complessiva potrebbe essere superiore a quanto sconta il mercato.
Queste indicazioni suggeriscono che il rischio che la BoE anticipi la svolta di policy già a giugno è significativamente aumentato, ma ammette forte incertezza sul timing per via della maggior persistenza del previsto dell’inflazione, delle condizioni ancora tirate sul mercato del lavoro e della resilienza della crescita (ne ha rivisto al rialzo le previsioni su tutto il 2024-26), spiegando che nel breve i rischi sull’inflazione restano verso l’alto e aggiungendo che quindi le decisioni verranno prese di riunione in riunione in base ai dati.
Per ora pertanto manteniamo come scenario centrale quello di un primo taglio dei tassi BoE ad agosto, ma vi attribuiamo una probabilità del 51%, dando come scenario alternativo un primo taglio già alla riunione del 20 giugno.
I dati da seguire per capire il timing della svolta saranno soprattutto quello sul mercato del lavoro (già la settimana prossima, il 14 maggio e poi l’11 giugno) e l’inflazione (fra due settimane il 22 maggio e poi il 19 giugno). Un eventuale avvio anticipato della svolta BoE indebolirebbe la sterlina.
Ieri contro euro si è indebolita da 0,85 a 0,86 EUR/GBP, oggi, complici anche i dati domestici, sta recuperando, mantenendosi nello stesso range.
Intanto il mercato ha lasciato identiche a ieri le probabilità di un primo taglio dei tassi a giugno-agosto a 44-96%.
JPY – Lo yen si è sostanzialmente stabilizzato ieri contro dollaro in area 155 USD/JPY, aiutato dal calo dei rendimenti a lunga USA e dal consolidarsi di attese che la BoJ dovrebbe alzare ancora i tassi in corso d’anno.
Fino a che comunque la prospettiva di svolta Fed non è imminente, i rischi sullo yen restano verso il basso.