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10 dicembre 2020 – nota economica giornaliera

COMMENTI:

ITALIA – La risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio Conte sulla riforma del MES è stata approvata alla Camera con 314 voti favorevoli, 239 contrarie 9 astenuti, e al Senato con 156 sì, 129 no e 4 astenuti.
Il drappello di “dissidenti” nelle fila del Movimento 5 Stelle si è ridotto a 13 deputati e 2 senatori.
Ora il principale motivo di contrasti all’interno della maggioranza è la gestione della governance del Recovery Plan (ieri è sfumata l’ennesima convocazione del Consiglio dei Ministri sul tema).
I dissidi riguardano la gestione dei fondi, la cabina di regia dei progetti, e i nomi e i ruoli dei manager che dovranno sovrintendere ai programmi.

UNIONE EUROPEA – La riunione del Consiglio Europeo (oggi) e dell’Euro Summit (11/12) si dedicherà a Covid, unione bancaria, questioni internazionali, sicurezza e cambiamento climatico.
La lettera di invito del presidente Michel precisa che non è pianificata alcuna discussione sulla situazione dei negoziati con il Regno Unito, “che procedono sulla base del mandato comune”.
La cena di ieri tra von der Leyen e Johnson non ha prodotto sviluppi positivi: la presidente della Commissione ha dichiarato che le posizioni restano “molto lontane e che la decisione finale sarà presa entro questo weekend.
Reuters riporta anonime fonti governative britanniche secondo le quali restano profonde divergenze tra le parti, e che non è chiaro se potranno essere superate.
Intanto, la Germania ha presentato una proposta per superare il veto di Polonia e Ungheria al bilancio UE, che dovrebbe entrare nelle conclusioni del vertice, secondo Politico: la misura sarebbe sospesa fino a una pronuncia della Corte Europea di giustizia sulla sua legalità.

BCE – La riunione di politica monetaria si concluderà con l’annuncio di nuove misure di stimolo e una revisione delle previsioni macroeconomiche.
L’annuncio dovrebbe includere un’estensione del PEPP fino a dicembre 2021, nonché un aumento del tetto agli acquisti da 1.350 a 1.850 miliardi.
Il programma TLTRO III potrebbe essere reso più attraente estendendo il periodo di applicazione dello spread negativo, ma non si esclude neppure l’aggiunta di altre 2 aste.
Philip Lane ha fatto anche un vago cenno a possibili interventi sul regime delle garanzie; né si possono escludere interventi sul sistema di remunerazione della riserva, come un incremento del moltiplicatore per riportare la quota esente dai tassi negativi a livelli più vicini a quelli prevalenti prima del PEPP.
Non ci sono attese di variazione dei tassi ufficiali.
Per quanto riguarda le previsioni dello staff, è probabile un taglio di quelle di crescita per il 2021, mentre potrebbero essere riviste al rialzo quelle 2020 e 2022.
In effetti, il risultato del 3° trimestre 2020 è stato superiore alle previsioni, e dovrebbe compensare la drastica revisione al ribasso del 4° trimestre, mentre lo scenario 2022 è migliorato dalla prospettiva che la campagna vaccinale sia completata entro l’estate.
Non è da escludere una marginale limatura della previsione di inflazione.

STATI UNITI – I negoziati sul nuovo pacchetto di misure anti-Covid sono stati frenati ieri dalla volontà della leadership repubblicana di prendere le redini delle discussioni, per non lasciarle in mano al gruppo bipartisan di senatori moderati, rischiando una spaccatura nel partito.
McConnell, che ha il potere di agenda per il Senato, ha segnalato di volere condurre direttamente la definizione di un compromesso.
Intanto, la Casa Bianca ha proposto una sua versione di interventi, per 916 mld di dollari, che include, fra le altre misure, fondi per gli stati e gli enti locali per 160 mld, estende i sussidi di disoccupazione e altri programmi in scadenza, ma sostituisce l’integrazione federale dei sussidi statali (prevista per 300 dollari a settimana dalla proposta bipartisan) con un assegno una tantum di 600 dollari per tutte le famiglie.
Il gruppo bipartisan sta mettendo a punto i dettagli di un possibile testo legislativo riguardo ai due temi spinosi (l’immunità legale per le imprese e la distribuzione di fondi a stati ed enti locali), che McConnell ha suggerito potrebbero essere addirittura eliminati dal pacchetto se non si troverà una soluzione convincente per la leadership repubblicana.
Il Congresso ha poco meno di una settimana per trovare un accordo, dato che il pacchetto dovrebbe essere votato insieme all’estensione delle leggi di spesa.
Ieri la Camera ha passato, come atteso, una prima estensione fino al 18 dicembre delle leggi di spesa in scadenza l’11,e nei prossimi giorni la misura dovrebbe essere votata anche in Senato.
Per il momento a nostro avviso lo scenario centrale include l’approvazione di una manovra di circa 900 mld entro la prossima settimana, ma la possibilità che i negoziati deraglino nei prossimi giorni non si può escludere.

STATI UNITI-COVID19 – I nuovi contagi restano superiori a 200 mila (ieri 218.473) e la media settimanale (209.835) cresce del 18% rispetto alle due settimane precedenti.
Nel Midwest prosegue il rallentamento dei nuovi casi, ma nel resto del paese l’accelerazione amplificata dagli spostamenti di Thanksgiving prosegue e sarà necessario un paio di settimane perché le misure di contenimento adottate da molti stati abbiano effetti visibili.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è leggermente ripreso, grazie a un lieve aumento della risk aversion sul calo delle borse USA al riproporsi di nuovi contrasti nei negoziati per il nuovo pacchetto di stimolo fiscale. Il recupero riflette anche, in parte, il calo della sterlina.
Oggi la dinamica del biglietto verde seguirà, di riflesso, la reazione dell’euro all’esito della riunione BCE, primo test importante per le due valute, cui seguirà mercoledì prossimo il secondo test con la riunione della Fed.

EURL’euro è sceso ieri, da 1,21 a 1,20 EUR/USD, sia in funzione della correlazione positiva con la sterlina sia di riflesso al rafforzamento – seppure modesto – del dollaro.
Il test chiave per valutare la capacità di tenuta della moneta unica sarà la riunione BCE di oggi.
Le attese sono per nuovo stimolo monetario (principalmente attraverso l’estensione/ampliamento del PEPP) ma i punti cruciali saranno le nuove previsioni di crescita (probabile revisione al rialzo per il 2020, al ribasso per il 2021 e forse al rialzo per il 2022) e inflazione e la valutazione della recente dinamica del cambio.
Se verrà ribadito che l’apprezzamento dell’euro può compromettere il processo di rientro a target dell’inflazione, e se verrà mantenuta cautela sulle prospettive della crescita nonostante l’avvio delle vaccinazioni, il cambio potrebbe arretrare.

GBPLa sterlina ha corretto – sia contro dollaro da 1,34 a 1,33 GBP/USD sia contro euro restando però in area 0,90 EUR/GBP – al termine dell’incontro ieri sera tra Johnsnon e von der Leyen.
La Presidente della Commissione Europea ha dichiarato che le posizioni rimangono distanti e che i negoziati devono riprendere immediatamente per provare a risolvere i nodi che rimangono sui temi chiave, aggiungendo che una decisione sarà presa entro domenica.
Il flusso di notizie sui negoziati resterà il driver del cambio, che potrebbe mostrare dinamiche piuttosto vivaci a livello intraday.

JPY – Lo yen è rimasto in calo contro dollaro in area 104 USD/JPY e in rafforzamento contro euro da 126 a 125 EUR/JPY, ma si tratta di movimenti ancora modesti che mantengono il cambio in range.
Le dinamiche di dollaro restano il driver.

 

PREVISIONI:

FRANCIA – La produzione industriale è attesa rallentare a +0,4% m/m a ottobre (-5,5% a/a), dopo il +1,4% m/m (-6,0% a/a) visto a settembre.
Da novembre, anche l’industria, sia pur in minor misura rispetto ai servizi, risentirà delle misure di distanziamento sociale decise dal Governo.

STATI UNITI – Il CPI a novembre è atteso in rialzo di 0,1% m/m (1,1% a/a), dopo la variazione nulla di ottobre. Anche l’indice core dovrebbe aumentare di 0,1% m/m (1,6% a/a).
L’inflazione misurata con gli indici totale e core risente pesantemente della volatilità collegata alla pandemia.
L’inflazione mediana e quella misurata con la media troncata al 16% sono in calo da inizio 2020, ma si mantengono sopra il 2%, a 2,5% e 2,2%, rispettivamente, in seguito a una dinamica mensile più stabile rispetto al CPI e al CPI core.
I beni a ottobre hanno segnato un rialzo di 0,2% m/m, mentre i servizi ex-energia hanno registrato un incremento di 0,1% mm, frenati dall’abitazione (affitti in rallentamento e ospitalità alberghiera debole) e dalla sanità.
I prezzi dei servizi dovrebbero restare compressi dagli effetti della pandemia, rallentando la dinamica dell’inflazione nei prossimi mesi, fino alla diffusione dei vaccini.