9 Settembre 2024 – nota economica giornaliera
MERCATI VALUTARI:
USD – Il dollaro ha chiuso la settimana passata al ribasso, scendendo venerdì verso i minimi di fine agosto come reazione immediata sull’employment report per via della crescita degli occupati più debole delle attese, ma poi è risalito e apre al rialzo anche oggi perché tasso di disoccupazione e dinamica salariale hanno fornito indicazioni positive.
L’appuntamento chiave di questi giorni sarà mercoledì con i dati di inflazione, attesa in calo come indice “headline” ma stabile come “core”.
Eventuali sorprese verso l’alto dai dati contribuirebbero a rafforzare il dollaro, ma non impedirebbero alla Fed di tagliare i tassi questo mese.
Il mercato sconta pienamente 100 pb di tagli entro dicembre, con una probabilità di quasi il 25% che il taglio di settembre possa essere di 50 pb invece che di soli 25 pb.
Se i dati non conforteranno questo scenario di mercato, il dollaro potrebbe rivelarsi più resiliente, anche se l’avvio del ciclo di tagli dovrebbe tendenzialmente indebolirlo ancora.
EUR – L’euro ha chiuso la settimana passata in solo marginale rialzo mantenendosi in area 1,10 EUR/USD, salvo una fugace incursione in area 1,11 EUR/USD sull’employment report USA.
L’appuntamento chiave della settimana sarà la riunione BCE, dove ci si attende un taglio dei tassi (sui depositi) di 25 pb.
Questo potrebbe indebolire l’euro, soprattutto insieme ai dati di produzione industriale italiana domani e dell’area venerdì previsti in contrazione.
Ma il downside appare modesto perché i driver principali restano quelli USA e l’avvicinarsi della svolta Fed rappresenta un fattore di indebolimento per il dollaro.
Inoltre, il mercato sta scontando con probabilità quasi del 50% tre tagli dei tassi BCE entro fine anno (settembre, ottobre e dicembre), uno scenario a nostro avviso poco probabile.
Se pertanto i dati non convalideranno tale scenario la moneta unica potrebbe tornare a rafforzarsi grazie all’avvio del ciclo di tagli Fed.
GBP – La sterlina ha chiuso la settimana passata pressoché stabile in area 1,31 GBP/USD salvo una breve incursione al rialzo in area 1,32 GBP/USD sulla pubblicazione dell’employment report USA di venerdì.
In questi giorni i driver torneranno a essere anche quelli di origine domestica, con il rapporto sul mercato del lavoro domani, dove a fronte di indicazioni favorevoli in termini di occupazione/disoccupazione si attende però un rallentamento della dinamica salariale (variabile chiave), e la produzione industriale mercoledì, prevista in peggioramento.
Salvo sorprese positive dai dati la sterlina dovrebbe dunque indebolirsi contro dollaro, anche se in misura limitata in ragione dell’avvicinarsi della svolta Fed.
Il mercato sconta pienamente un altro taglio dei tassi BoE a novembre, ipotesi che condividiamo, con una probabilità poco più elevata del 75% di un taglio anche a dicembre.
Al momento i dati a nostro avviso non suffragano tale opzione: a meno di eclatanti delusioni dunque il downside della sterlina dovrebbe confermarsi limitato.
Contro euro la valuta britannica si è solo marginalmente indebolita la settimana scorsa, mantenendosi comunque in un range stretto in area 0,84 EUR/GBP.
JPY – Lo yen ha chiuso la settimana passata in apprezzamento contro dollaro da 147 a 141 USD/JPY grazie soprattutto al calo dei rendimenti a lunga USA ma anche in parte, secondaria, a un parziale aumento della risk aversion.
Oggi apre in lieve calo, ma l’avvicinarsi della svolta Fed pone le basi per un successivo rafforzamento soprattutto se accompagnato da un altro rialzo dei tassi BoJ entro fine anno.
A meno di sorprese verso l’alto dai dati di inflazione USA mercoledì, lo yen dovrebbe tornare a rafforzarsi almeno parzialmente.