09 Dicembre 2020 – nota economica giornaliera
AREA EURO – La stima dettagliata dei conti nazionali fornita da Eurostat colloca la variazione del PIL nel 3° trimestre a 12,5% t/t e -4,3% a/a.
Il maggior contributo alla variazione trimestrale è arrivato dalla domanda finale interna (11,3%), ma anche la domanda estera netta ha fornito un apporto positivo (2,4%).La ripresa della domanda finale interna è stata diffusa, anche se il maggior contributo è giunto dai consumi delle famiglie (7,4%).
Dal lato della produzione, i settori più indietro nel recupero dei livelli pre-crisi sono intrattenimento e sport (-10%), servizi professionali, amministrativi e di supporto (-8,1%), commercio, ristorazione e alloggio (-8,2%) e poi l’industria in senso stretto (-5%).
Nel quarto trimestre ci attendiamo una contrazione del PIL nell’ordine del 2% circa, inferiore a quanto prevedevamo in precedenza (-2,4%).
Il calo del valore aggiunto nel terziario si prospetta largamente inferiore rispetto a quanto osservato nel 2° trimestre e dovrebbe essere in parte compensato dalla crescita dell’industria, rafforzatasi nel passaggio fra terzo e quarto trimestre.
Di conseguenza, la variazione media annua 2020 si dovrebbe collocare a -7,1% (invariata rispetto alla precedente stima) e quella 2021 a +4,5% a/a.
GIAPPONE
– La seconda stima del PIL del 3° trimestre registra una revisione verso l’alto a 5,3% t/t (22,9% t/t ann.) da 5% t/t.
La revisione in parte è dovuta alle nuove informazioni sulla spesa in conto capitale delle imprese, ma in parte anche a modifiche ai dati storici e a metodi di stima.
I nuovi dati mostrano rialzi per consumi privati (5,1% t/t da 4,7% t/t), agli investimenti fissi non residenziali (a -2,4% t/t da -3,4% t/t), che comunque restano negativi, e ai consumi pubblici (2,8% t/t da 2,2% t/t).
La previsione per la crescita del 4° trimestre rimane positiva ed è rafforzata dai dati sugli ordini, tuttavia gli effetti della recrudescenza dei contagi sui consumi e sull’attività in generale dovrebbero determinare una stagnazione nel 1° trimestre, con rischi verso il basso.
– Gli ordini di macchinari sorprendono verso l’alto, con un aumento a ottobre di 17,1% m/m, dopo -4,4%m/m di settembre.
Il dato di ottobre dà indicazioni di miglioramento per il 4° trimestre (13,7% t/t) e segue un periodo di quasi-stabilizzazione in estate (-0,1% t/t).
Gli ordini sono in solido amento nel manifatturiero (11,4% m/m), sostenuto anche da un forte rimbalzo per le materie prime (che potrebbe essere transitorio).
Un segnale positivo viene dalla ripresa nel comparto non manifatturiero che registra una variazione di 13,8% m/m.
E’ improbabile che il 4° trimestre veda un’accelerazione massiccia degli investimenti, magli ordini di ottobre sono un’indicazione di prospettive in miglioramento per l’attività a fine 2020.
CINA – L’inflazione dei prezzi al consumo è scesa in territorio negativo per la prima volta dal 2009 portandosi a -0,5% a/a in novembre da +0,5% a/a in ottobre.
L’inflazione è stata trainata ulteriormente al ribasso principalmente dal calo dei prezzi degli alimentari (-2,4 % m/m e -2,2% a/a) su cui ha influito l’aumento dello stock di maiali negli ultimi mesi e un forte effetto base favorevole.
Sia i prezzi dei beni sia i prezzi dei servizi hanno registrato un calo rispetto al mese scorso e l’inflazione core è rimasta stabile allo 0,5% a/a da luglio.
I comparti dell’abbigliamento, dei trasporti e delle utenze domestiche rimangono ancora in deflazione anche se le variazioni mensili dell’abbigliamento e delle utenze domestiche sono tornate positive negli ultimi tre mesi.
Il ritmo di contrazione dei prezzi alla produzione si è invece mitigato, salendo da -2,1% a -1,5% a/a grazie soprattutto all’aumento dei prezzi delle materie prime industriali.
Date le attese di ulteriore calo dei prezzi degli alimentari l’inflazione dei prezzi al consumo rimarrà verosimilmente ancora negativa nei primi mesi del 2020.
COMMENTI:
UNIONE EUROPEA – Secondo il presidente ungherese Orbán, le discussioni con la presidenza tedesca sono state “piuttosto promettenti” e ci sono buone probabilità che sia raggiunto un accordo sul budget UE alla prossima riunione del Consiglio Europeo, questo giovedì.
Le dichiarazioni sono state fatte a media locali e vengono riportate da Politico.
BREXIT – Il governo britannico ha annunciato la rimozione dallo UK Internal Market Bill delle clausole che apparivano in violazione del trattato di recesso dall’Unione Europea, e che avevano contribuito ad appesantire il clima dei negoziati negli ultimi mesi.
La giustificazione ufficiale è che le due parti hanno raggiunto un accordo sulla gestione del confine in Irlanda.
Il primo ministro Johnson ha fatto cenno a un colloquio diretto con la presidente della Commissione von der Leyen che potrebbe avvenire oggi o giovedì mattina, prima della riunione del consiglio europeo.
STATI UNITI
– Oggi la Camera dovrebbe approvare un’estensione di una settimana (fino al 18 dicembre) delle leggi di spesa in scadenza l’11 dicembre, in modo da definire le misure per un’estensione di 1 anno delle leggi di spesa e trovare un accordo sul pacchetto anti-Covid da 908 mld.
Un punto ancora controverso nella manovra di stimolo riguarda la definizione dell’immunità legale per le imprese.
Riteniamo probabile che entro il 18 dicembre venga approvato un “omnibus bill” in entrambi i rami del Congresso, per finanziare la spesa del 2021 ed estendere le misure di sostegno anti-Covid fino a marzo 2021.
Il presidente non ha ancora dichiarato la propria disponibilità a firmare la legge, ma un veto presidenziale al momento sembra improbabile.
– La Camera ha approvato il disegno di legge che finanzia le spese del ministero della difesa per il prossimo anno (741 mld), con una maggioranza a prova di veto (335-78).
Il presidente aveva minacciato di imporre il veto sulle misure se non fossero state incluse modifiche alla regolamentazione dei social media.
Nei prossimi giorni il disegno di legge sarà discusso in Senato che dovrebbe approvarlo con ampia maggioranza bipartisan.
Resta da vedere se il Presidente terrà fede alla sua minaccia di imporre il veto e se poi i repubblicani saranno disposti a votare nuovamente per annullare il veto.
– La Corte Suprema ha rigettato, senza fornire motivazioni e dettagli sulle posizioni dei giudici, una richiesta repubblicana di annullare la certificazione dei risultati in Pennsylvania invalidando una parte dei voti per posta.
L’8 dicembre scadeva il periodo di possibili richieste di revisioni dei risultati statali.
La strada è ora aperta per il voto dell’Electoral College che il 14 dicembre dovrebbe certificare definitivamente la nomina di Biden e Harris.
STATI UNITI-COVID19 – I nuovi casi il 9 dicembre sono pari a 219.944, con la media settimanale in continua accelerazione rispetto alle due settimane precedenti (207.024, +18%).
In California sono in vigore misure restrittive su un territorio che copre l’85% della popolazione (circa il 10% della popolazione USA).
I limiti, oltre a richiedere di stare a casa salvo che per motivi essenziali, sono concentrati su un sottoinsieme contenuto di attività, in particolare la ristorazione e la ricreazione.
Rispetto alla primavera, le conseguenze sulla crescita dello Stato e degli USA saranno molto più contenute, perché non toccano le costruzioni e il manifatturiero.
Il PIL della California è pari al 14,8% del PIL USA, mentre la sua popolazione è circa il 12% del totale.
MERCATI VALUTARI:
USD – Il dollaro ha aperto la settimana in leggero recupero dopo l’ampio calo della settimana scorsa. Il movimento in realtà è perlopiù il riflesso del calo della sterlina in relazione agli sviluppi (assenti) sul fronte dei negoziati post-Brexit.
Tuttavia anche sul versante USA nonché a livello internazionale il quadro di fondo si sta evolvendo in maniera significativa – soprattutto con riferimento alle mutate prospettive grazie ai vaccini – il che potrebbe contribuire a modificare i driver sui mercati valutari. Oggi tuttavia il biglietto verde apre di nuovo in calo sull’ottimismo per l’inizio delle vaccinazioni (per ora nel Regno Unito) e l’avvicinarsi di nuovo stimolo fiscale negli Stati Uniti.
Domani si avrà comunque un primo test, in seguito alla riunione BCE (reazione di riflesso del dollaro in base alla risposta – diretta – dell’euro).
EUR – L’euro ha aperto la settimana in arretramento dai massimi di venerdì a 1,2177 EUR/USD, toccando un minimo lunedì a 1,2077 EUR/USD.
Il movimento è dovuto in buona parte alla correlazione positiva con la sterlina ma, come detto per il dollaro, anche in questo caso è possibile che dopo l’ampia salita della settimana scorsa possa ora partire un processo di re-pricing del mercato in funzione dei nuovi scenari che si prospettano dopo l’avvio delle vaccinazioni.
Oggi apre però di nuovo al rialzo sull’indebolimento del dollaro.
Domani comunque la riunione BCE rappresenterà un test chiave: se verrà ribadito che un apprezzamento del cambio può interferire negativamente con il sentiero di rientro a target dell’inflazione, la moneta unica potrebbe correggere.
GBP – La sterlina ha aperto la settimana in ampio calo da massimi di venerdì in area 1,35 GBP/USD a minimi di lunedì in area 1,32 GBP/USD (contro euro da 0,90 a 0,91 EUR/GBP) sulla notizia che nemmeno le ultime trattative dei negoziati post-Brexit con l’UE hanno prodotto progressi.
Reuters riportava che secondo “The Independent” Barnier avrebbe indicato che oggi sarebbe l’ultimo giorno utile per provare a trovare un accordo – il che sarebbe comprensibile alla luce del vertice del Consiglio UE di domani, ultima occasione ufficiale (dell’anno) in cui l’Unione potrebbe valutare un’eventuale bozza di accordo.
Secondo altre fonti invece i negoziati potrebbero proseguire a oltranza se si intravvedesse un’effettiva possibilità di trovare un accordo.
Ieri intanto è stato raggiunto un accordo di massima sulla questione del confine irlandese, che consentirà di rimuovere dall’Internal Market Bill le clausole che violavano (derogavano a) i termini del protocollo sull’Irlanda del Nord, violazione che avrebbe potuto compromettere i negoziati in corso.
Sulla notizia la sterlina si è parzialmente ripresa, ma il tema rimane l’accordo, complessivo, post-Brexit: se sarà trovato, la valuta britannica dovrebbe salire ancora, in caso contrario dovrebbe correggere più ampiamente.
Previsto oggi un incontro tra Johnson e la Presidente della Commissione UE Von der Leyen.
JPY – Lo yen ha aperto la settimana in marginale arretramento contro dollaro, restando però in range tra 103 e 104 USD/JPY. I driver del dollaro restano dominanti in questa fase.
Contro euro invece ha aperto in modesto rafforzamento da 126 a 125 EUR/JPY, per via del maggior calo dell’EUR/USD.