8 Gennaio 2025 – nota economica giornaliera
MERCATI VALUTARI:
USD – Il dollaro ha chiuso il 2024 sui massimi dell’anno, poco sopra quelli raggiunti post-FOMC del 18 dicembre, sorretto dalla revisione verso il basso dei tagli dei tassi Fed nei prossimi mesi. Era sceso temporaneamente sui deflatori dei consumi (20 dicembre) che avevano leggermente sorpreso verso il basso, ma poi ha rapidamente recuperato sull’idea dominante che le politiche dell’amministrazione Trump (maggiore stimolo fiscale, dazi sulle importazioni e minore regolamentazione) favoriscano la crescita quest’anno e quindi tassi meno bassi.
Il 2025 infatti si è aperto con una nuova ascesa del biglietto verde, proprio il 2 gennaio, e l’inaugurazione di nuovi massimi, anche sulla scia di dati sul mercato del lavoro (sussidi di disoccupazione) che hanno sorpreso positivamente mostrando un miglioramento contro aspettative di peggioramento.
Da qui però la divisa statunitense ha ritrattato su una notizia del Washington Post secondo cui Trump avrebbe applicato dazi meno pesanti di quanto preventivato, ipotesi immediatamente smentita dal Presidente.
Complici tale smentita e l’ISM non-manifatturiero ieri che è salito più del previsto il dollaro è risalito.
Se l’incertezza sull’effettiva gestione della politica commerciale da parte della nuova Amministrazione mantiene volatilità sul dollaro, intanto determinanti rimangono i dati, soprattutto quelli su inflazione e mercato del lavoro.
Venerdì cruciale sarà l’employment report da cui si attendono indicazioni di tendenziale indebolimento sul fronte occupazionale e salariale, il che, se confermato, farebbe leggermente arretrare il dollaro.
Un test si avrà oggi con gli occupati ADP, attesi in lieve calo e i sussidi di disoccupazione previsti in aumento: a meno di sorprese positive da tali dati lo slancio rialzista del biglietto verde dovrebbe attenuarsi.
EUR – L’euro ha chiuso il 2024 in calo in area 1,03 EUR/USD, prossimo ai minimi di novembre, da massimi annuali in area 1,12 EUR/USD in settembre, principalmente di riflesso alla dinamica del dollaro, ma comunque in linea con la prospettiva che la BCE taglierà i tassi più della Fed nei prossimi mesi.
Infatti, ha aperto il 2025 aggiornando i minimi in area 1,02 EUR/USD proprio il 2 gennaio, sull’ascesa del dollaro e se poi ha rapidamente recuperato fino a 1,04 EUR/USD sull’arretramento del biglietto verde, da ieri è di nuovo in calo a 1,03 EUR/USD sui dati USA positivi e stamani sugli ordini all’industria tedeschi che hanno ampiamente deluso.
Domattina saranno pubblicati i dati di produzione industriale tedesca, prevista in marginale recupero, ma non tale da indicare un miglioramento del quadro generale del settore che resta debole.
Anche i dati di fiducia dell’area usciti stamani confermano rischi verso il basso sulla crescita.
Salvo delusioni eclatanti dai dati USA, nel breve l’euro dovrebbe tendenzialmente mantenersi sulla difensiva, con possibilità di scendere ancora in area 1,02 EUR/USD entro l’orizzonte a 1m-3m.
GBP – La sterlina ha chiuso il 2024 in calo contro dollaro a 1,25 GBP/USD dai massimi di settembre a 1,34 GBP/USD, prossima ai minimi di 1,24 GBP/USD post-FOMC e post-riunione BoE del 19 dicembre dove tre esponenti su nove avevano votato per un taglio immediato dei tassi laddove la maggioranza ha deciso di lasciarli fermi.
Ha aperto il 2025 in ulteriore calo a 1,23 GBP/USD il 2 gennaio, sull’ascesa del biglietto verde, ma si mantiene comunque al di sopra dei minimi di aprile a 1,22 GBP/USD e solo moderatamente al di sotto dei livelli d’inizio 2024 a 1,27 GBP/USD.
A sostenerla è infatti la prospettiva che i tagli dei tassi BoE nei prossimi mesi siano modesti (due o tre di 25 pb ciascuno, da un bank rate attuale a 4,75%) perché nel MPR di novembre la banca centrale aveva rivisto al rialzo sia la previsione di crescita che quella di inflazione per quest’anno e soprattutto aveva alzato significativamente – portandola sopra il target del 2,0% – la proiezione di inflazione nel 2026 da 1,5% a 2,25%. In questi giorni, in assenza di spunti propri, dovrebbe continuare a seguire i driver di dollaro, mantenendosi sulla difensiva, salvo delusioni eclatanti dai dati USA.
Il downside dovrebbe però restare inferiore a quello dell’euro perché comunque la BoE dovrebbe tagliare i tassi meno della BCE nei prossimi mesi, restando perlopiù nella parte medio/bassa del range recente contro euro a 0,82-0,83 EUR/GBP.
JPY – Lo yen ha chiuso il 2024 in calo contro dollaro a 157 USD/JPY, in prossimità dei minimi post-FOMC e post-riunione BoJ del 19 dicembre che non aveva alzato i tassi.
Il cambio, che ha aperto il 2025 in solo marginale indebolimento a 158 USD/JPY nonostante l’ampia salita dei rendimenti a lunga USA, resta comunque al di sopra dei minimi di luglio a 161,99 USD/JPY, dove erano scattati gli interventi valutari.
A contenerne il downside sta contribuendo la stretta vigilanza delle autorità giapponesi.
Il ministro delle finanze Kato ha infatti espresso preoccupazione per le forti spinte ribassiste che sta subendo lo yen, soprattutto sul versane speculativo, aggiungendo che in caso di movimenti eccessivi il governo resta pronto ad adottare le misure appropriate.
Nel breve i differenziali di rendimento rispetto agli USA dovrebbero tendere a mantenere lo yen sulla difensiva.
Tuttavia, saranno da monitorare le indicazioni che giungono dalla BoJ, per verificare se alla riunione del 24 gennaio possa aprirsi o meno la possibilità di un rialzo dei tassi.