7 Giugno 2024 – nota economica giornaliera
MERCATI VALUTARI:
USD – Il dollaro ha corretto ieri, in parte sui sussidi di disoccupazione che sono aumentati più delle attese, in parte di riflesso alla reazione post-BCE dell’euro, e in parte in vista dell’employment report di oggi.
Infatti, ha aperto in calo anche stamani, poiché cisi attende nel complesso un indebolimento delle condizioni del mercato del lavoro: in particolare vi sono rischi verso il basso sulla previsione di lieve aumento degli occupati.
EUR – L’euro si è rafforzato ieri sull’esito della riunione BCE, seppure di poco, da un minimo di 1,0860 a un massimo di 1,0901 EUR/USD.
Come da attese la BCE ha tagliato i tassi di 25 pb, portando il tasso refi a 4,25%, ma l’euro non ne è stato penalizzato sia perché la mossa era ampiamente attesa, sia perché la BCE non ha fornito una guidance sulle decisioni future ribadendo che dipenderanno dall’evoluzione dei dati ma soprattutto ha spiegato che l’inflazione appare più persistente del previsto: l’inflazione resterà probabilmente sopra l’obiettivo fino a gran parte del 2025 e la robusta dinamica salariale continua a determinare “forti pressioni interne sui prezzi”.
Come avevamo ipotizzato, la BCE ha infatti rivisto al rialzo le previsioni di inflazione sia “headline” nel 2024-25 da 2,3-2,0% a 2,5-2,2% (quindi al di sopra del target per l’anno prossimo) lasciando a 1,9% la proiezione per il 2026, sia “core” da 2,6-2,1% a 2,8-2,2% nello stesso biennio, lasciano a 2,0% la proiezione per il 2026.
Il mercato ha quindi rivisto verso il basso la probabilità di altri due tagli dei tassi quest’anno, scontandone soltanto un altro di 25 pb con probabilità 56-88% su settembre-ottobre che sale al 100% solo su dicembre.
Se i dati dei prossimi mesi dovessero mostrare un’inflazione ancora più persistente il mercato potrebbe attribuire ancora maggior credito alla prospettiva di un altro taglio dei tassi soltanto quest’anno, il che favorirebbe l’euro.
Oggi intanto la moneta unica, penalizzata stamani dai dati di produzione tedesca risultati peggiori del previsto, potrebbe in parte recuperare in caso di eventuali delusioni dai dati USA.
GBP – La sterlina si è leggermente rafforzata ieri contro dollaro da 1,2760 a 1,2809 GBP/USD principalmente di riflesso all’indebolimento del biglietto verde, e potrebbe trarre beneficio anche oggi da eventuali delusioni sui dati del mercato del lavoro USA.
Più rilevanti saranno però la settimana prossima i dati domestici su mercato del lavoro e produzione industriale, per poterne trarre indicazioni sulle prossime decisioni della BoE.
Il mercato attualmente attribuisce una probabilità di 8-40-68% ad un primo taglio dei tassi BoE a giugno-agosto-settembre elevandola al 100% solo su novembre.
Contro euro la sterlina ieri si è marginalmente indebolita sulla decisione BCE da un massimo di 0,8497 a un minimo di 0,8524 EUR/GBP, per il ridimensionarsi delle attese di tagli dei tassi BCE quest’anno.
JPY – Lo yen si è rafforzato ieri contro dollaro da 156 a 155 sul calo dei rendimenti a lunga USA e può rafforzarsi ancora oggi a meno di sorprese positive dai dati statunitensi, in particolare sulla dinamica occupazionale.
Il ministro delle finanze Suzuki intanto ha ribadito che in caso di necessità le autorità restano pronte ad attuare le appropriate misure per affrontare un eccessivo deprezzamento del cambio ma ha anche spiegato che gli interventi valutari devono essere valutati in base alla effettiva necessità ed efficacia ed essere condotti “in modo ristretto”.