6 Dicembre 2023 – nota economica giornaliera
MERCATI VALUTARI:
USD – Il dollaro si è rafforzato ulteriormente ieri sull’ISM non-manifatturiero che ha sorpreso positivamente mostrando un aumento superiore alle attese.
Oggi però vi sarà il test dei nuovi occupati ADP, domani dei sussidi di disoccupazione e soprattutto venerdì dell’employment report.
Le aspettative nel complesso sono moderatamente favorevoli, nel qual caso il dollaro dovrebbe consolidare o almeno stabilizzarsi.
Eventuali delusioni invece lo riporterebbero a scendere.
Si tratta di dati che la Fed seguirà con attenzione in vista del FOMC di mercoledì prossimo.
EUR – All’opposto l’euro ha corretto ulteriormente ieri non solo di riflesso al rafforzamento del dollaro ma anche sulle dichiarazioni di Schnabel (BCE), solitamente un falco, che ha dichiarato improbabili altri rialzi dei tassi BCE dopo l’ampio calo recente dell’inflazione nell’area.
L’euro in questi giorni rimane pertanto privo di spunti di forza propria.
Infatti, stamani gli ordini tedeschi hanno deluso ampiamente e domani si attendono indicazioni contrastanti dalla produzione industriale di Germania e Italia, con rischi però verso il basso.
L’euro pertanto potrebbe indebolirsi ancora, a maggior ragione in caso di sorprese positive dai dati USA, ma il downside dovrebbe restare limitato (supporti chiave in area 1,07 EUR/USD) perché il primo taglio dei tassi dovrebbe arrivare più tardi di quando si aspetta il mercato.
GBP – Anche la sterlina ieri si è indebolita sul rafforzamento del dollaro da 1,26 a 1,25 GBP/USD, ma meno dell’euro rispetto al quale si è leggermente rafforzata pur mantenendosi in area 0,85 EUR/GBP, aiutata dall’assenza di novità negative sul fronte domestico.
Eventuali sorprese positive dai dati USA in questi giorni potrebbero mantenerla sulla difensiva contro dollaro ma in vantaggio contro euro.
JPY – Lo yen è rimasto pressoché in range tra 146 e 147 USD/JPY ieri contro dollaro, facendo fatica a trovare una direzione tra spinte contrastanti, con i dati USA in miglioramento ma i rendimenti a lunga USA in calo.
Se questi ultimi dovessero riprendere a salire però lo yen dovrebbe tornare a indebolirsi, in misura comunque limitata per il ridotto upside dei rendimenti statunitensi.