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5 Gennaio 2023 – nota economica giornaliera

ITALIA – Il PMI servizi è salito a 49,9 da 49,5 di novembre, portando l’indicatore composito a 49,6 da un precedente 48,9: entrambi gli indici sono ai massimi dallo scorso agosto.
L’indagine riporta un ritorno alla crescita (seppur a ritmi solo modesti) degli ordini per la prima volta da giugno, grazie a un miglioramento della domanda interna.

AREA EURO – Le stime finali dei PMI servizi di dicembre hanno registrato revisioni al rialzo in Germania (49,2 da 49; 46,1 il mese precedente), Francia (49,5 da 48,1; 49,3 a novembre) ed Eurozona (49,8 da 49,1; 48,5 precedente).
Sia gli indici relativi ai servizi che i PMI compositi restano su livelli recessivi ma hanno mostrato un recupero negli ultimi due mesi, segnalando una contrazione del PIL complessivamente contenuta tra fine 2022 e inizio 2023.

GERMANIA – Poco fa i dati sul commercio estero di novembre hanno mostrato un calo molto più marcato per l’import (-3,3% m/m) che per l’export (-0,3% m/m), con un conseguente miglioramento del saldo commerciale destagionalizzato a 10,8 miliardi da 6,9 mld il mese precedente.

FRANCIA
– Ieri in i prezzi al consumo sono calati a dicembre dopo due mesi di crescita, di -0,1% m/m sia sull’indice nazionale che sull’armonizzato, grazie alla flessione dei prezzi dei carburanti.
Dopo il massimo storico toccato il mese precedente, l’inflazione annua è scesa a 6,7% da 7,1% su base armonizzata e al 5,9% da un precedente 6,2% sull’indice nazionale.
Il rallentamento è dovuto prevalentemente alla componente energetica mentre i dati preliminari suggeriscono che l’inflazione al netto di alimentari freschi ed energia potrebbe aver accelerato di un decimo al 4,8% a/a.
– La fiducia dei consumatori è calata a dicembre, a sorpresa, di un punto (a 82, un livello ben al di sotto della media storica).
Le famiglie registrano un peggioramento della situazione personale e un calo delle intenzioni di spesa (che, se si escludono i mesi di lockdown nel 2020, toccano un minimo dal 1995); è salita ancora l’inflazione percepita mentre le aspettative sui prezzi sono in stabilizzazione su livelli superiori alla media di lungo periodo.

STATI UNITI
– Sul fronte dei dati, la Job and Labor Turnover Survey riporta dati poco variati per le posizioni aperte, le assunzioni e le dimissioni a novembre.
Posizioni aperte e assunzioni segnano modeste correzioni, mentre le dimissioni sono in marginale aumento, anche se sempre su un trend verso il basso dai picchi della primavera.
– L’ISM manifatturiero a dicembre è rimasto in territorio recessivo, scendendo a 48,4 (minimo da maggio 2020) da 49 di novembre, sulla scia di ulteriori flessioni delle principali componenti.
Dal lato della domanda, gli ordini (a 45,2 da 47,2) e gli ordini inevasi sono in calo.
Dal lato della produzione, l’output è in calo a 48,5, mentre l’occupazione rimbalza a 51,4.
L’indice dei prezzi, a 39,4, è sui minimi da aprile 2020, mentre i tempi di consegna continuano a calare sulla scia della combinazione di maggiore offerta e minore domanda.
Tutti i settori riportano contrazione di attività, con l’eccezione della metallurgia e dell’estrattivo e molte imprese riportano domanda “depressache per ora non intacca in modo significativo i livelli di attività che sono spinti da ordini inevasi.
La crescita del PIL storicamente associata con il livello dell’indice di dicembre è pari a -0,1% e segnala stagnazione.

CINA – L’indice PMI dei servizi rilevato da Caixin Markit è salito da 46,7 in novembre a 48 in dicembre, contrariamente alle attese (consenso Bloomberg: 46,8) e all’indice del NBS pubblicato lunedì (sceso di oltre 5 punti da 45,1 in novembre a 39,4 in dicembre).
L’indice segnala ancora una contrazione dell’attività nel settore dei servizi ma a un ritmo inferiore a novembre.
Gli ordini (sia domestici che esteri) e l’occupazione sono rimasti sotto la soglia di 50, e le imprese riportano che hanno continuato a tagliare personale per contenere i costi nonostante le uscite volontarie legate alla pandemia.
La debolezza della domanda ha contribuito ad allentare ulteriormente le pressioni inflattive, come testimonia il calo delle componenti dei prezzi sia di acquisto che di vendita.
Le aspettative delle imprese del settore sono però rimbalzate di oltre 3 punti a 62,7, riportandosi poco sopra il livello di agosto 2022 e toccando un massimo da luglio 2021.
Grazie all’aumento del PMI dei servizi, che ha compensato il calo del PMI manifatturiero, l’indice composito è salito da 47 in novembre a 48,3 in dicembre.

 

COMMENTI:

STATI UNITI
– Ieri, i verbali della riunione del FOMC di dicembre hanno dato un messaggio moderatamente hawkish e segnalato preoccupazione per un allentamento indesiderato delle condizioni finanziarie generato da un eccessivo ottimismo dei mercati.
Il Comitato sottolinea che il rallentamento del ritmo dei rialzi “non è un’indicazione di un indebolimento della determinazione a raggiungere il proprio obiettivo di stabilità dei prezzi o un giudizio che l’inflazione sia già su un sentiero persistente verso il basso”.
Inoltre, i verbali affermano che un allentamento indesiderato delle condizioni finanziarie, specialmente se guidato da una erronea percezione (della funzione di reazione della Fed di fronte ai dati in arrivo) complicherebbe lo sforzo del Comitato per ripristinare la stabilità dei prezzi.
Per evitare letture dovish da parte del mercato, i verbali non danno alcuna indicazione sull’entità degli interventi successivi ma affermano solo che sarà necessario mantenere flessibilità nel muoversi verso una stance più restrittiva.
Kashkari (Minneapolis Fed) ha affermato che la Fed dovrà proseguire sul sentiero dei rialzinelle prossime riunioni”, per essere sicuri che il picco dell’inflazione sia alle spalle.
A suo avviso, i fed funds dovrebbero arrivare a 5,4%, ancora un punto al di sopra del livello corrente e poi restare fermi mentre la Fed valuta “se è stato fatto abbastanza per rallentare l’economia e riportare l’inflazione verso il 2%”.

 

PREVISIONI:

ITALIA – Oggi i prezzi al consumo a dicembre dovrebbero essere cresciuti di 0,3% m/m su base nazionale e di 0,4% m/m sull’indice armonizzato, a causa del rincaro delle bollette del gas solo in parte spiazzato dal calo dei carburanti.
L’inflazione dovrebbe mostrarsi stabile sia su base nazionale, a 11,8%, che armonizzata, a 12,6%.

AREA EURO
 – A novembre il PPI è visto in calo per il secondo mese, stimiamo di -0,9% m/m: sul mese dovrebbero correggere energia e beni intermedi a fronte di un rincaro per i prodotti alimentari; su base annua è attesa una decelerazione al 27,3% a/a da 30,8% di ottobre.
– Venerdì in Eurozona l’inflazione di dicembre è attesa calare di un punto, a 9,1%.
La flessione sarebbe spiegata dalla correzione della componente energia cui si contrapporrebbe una crescita dell’inflazione core, a 6,8% da 6,6% di novembre.
– Le indagini della Commissione Europea di dicembre dovrebbero invece registrare un miglioramento dell’indice composito di fiducia economica ESI, stimiamo a 95,2 da 93,7, in linea con i progressi registrati dalle indagini nazionali.
Il morale dovrebbe aumentare sia nell’industria (-0,5 da -2) che nei servizi (3,8 da 2,3).
– In calendario anche i dati sulle vendite al dettaglio di novembre, che potrebbero essere tornate a crescere, stimiamo di 0,5% m/m; il rimbalzo potrebbe però rivelarsi temporaneo.

FRANCIA – Le spese per consumi dovrebbero flettere per il secondo mese a novembre, di -0,5% m/m da un precedente -2,6%: il rimbalzo delle immatricolazioni di auto e l’effetto delle consegne di carburante dopo la fine degli scioperi non dovrebbero risultare sufficienti a compensare il calo delle vendite al dettaglio e i minori consumi di energia elettrica.

GERMANIA – Le indagini di fiducia suggeriscono che gli ordinativi industriali potrebbero essere tornate a calare a novembre, stimiamo di -1% m/m da un precedente +0,8%.

STATI UNITI
 – Oggi la stima ADP dei nuovi occupati non agricoli privati di dicembre è vista dal consenso a 150 mila.
– Per la bilancia commerciale di novembre, prevediamo un deficit in ampio calo, a -63,5 mld, in linea con le indicazioni della bilancia preliminare dei beni che ha registrato una correzione del saldo di -15,5 mld, spinta da una contrazione delle importazioni di -5,5% m/m, più elevata rispetto alla flessione di -3,1% m/m dell’export.
– Venerdì il focus sarà sui dati del mercato del lavoro di dicembre.
Prevediamo un aumento di occupati non agricoli di 180 mila, in ulteriore rallentamento dopo 263 mila di novembre, e una dinamica dei salari più contenuta, a 0,4% m/m.
Per il tasso di disoccupazione, ipotizzando un modesto rialzo della forza lavoro e dell’occupazione rilevata dall’indagine presso le famiglie, la previsione è di possibile aumento a 3,8%. Diversi indicatori stanno segnalando che le misure “standard” del mercato del lavoro sovrastimano la sua solidità.
In particolare, un aggiornamento calcolato dalla Philadelphia Fed in base ai dati statali indica che la “benchmark revision” attesa a marzo 2023 dovrebbe mostrare stagnazione degli occupati nel 3° trimestre 2022, a fronte dei dati attuali che mostrano una crescita trimestrale di più di 1 mln di posti.
Anche l’indagine presso le famiglie riporta stagnazione dell’occupazione da maggio.
L’eccesso di domanda di lavoro è probabilmente meno marcato di quanto appaia, con implicazioni incoraggianti anche per la dinamica salariale (e l’inflazione).
– L’indice ISM dei servizi di dicembre dovrebbe mostrare un’ulteriore flessione, a 54 da 56,5, con indicazioni di rallentamento di attività, occupazione ordini e prezzi.