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5 Aprile 2023 – nota economica giornaliera

AREA EURO
 – Ieri nell’Eurozona il PPI è calato di -0,5% m/m: la seconda flessione consecutiva è ancora una volta spiegata dall’energia, al netto della quale i prezzi sono cresciuti di 0,2% m/m.
La crescita tendenziale ha rallentato al 13,2% da un precedente 15,1% (10,2% da 11,1% escludendo i prodotti energetici).
– Nel 4° trimestre i prezzi delle case sono calati di -1,7% t/t, da un precedente +0,8% (2,9% a/a da 6,6%).
La flessione più ampia è stata registrata in Germania (-5% t/t, seconda contrazione consecutiva).

GERMANIA – Questa mattina gli ordini all’industria hanno mostrato una crescita ben superiore alle attese in febbraio, a 4,8% m/m da 0,5% di gennaio (rivisto da 1%); se escludiamo gli ordini su larga scala, l’aumento si riduce a 1,2% m/m.
La crescita nel mese è dovuta sia alle commesse domestiche (5,6% m/m) che, in minor misura, a quelle estere (4,2% m/m).
Trainanti sono risultati gli ordinativi di beni capitali (7,3% m/m).
Gli ordini restano in ampio calo su base annua (-5,7%), ma mostrano un rimbalzo di ben 7,3% rispetto ai livelli dello scorso novembre.
Il fatturato è aumentato di 1,5% m/m

STATI UNITI – Ieri, la Job Openings and Labor Turnover Survey di febbraio ha mostrato un ampio calo delle posizioni aperte, a 9,9 mln (-632 mila), minimo da maggio 2021, concentrato nei servizi alle imprese, nella sanità e nei trasporti, mentre costruzioni, ricreazione e tempo libero restano in aumento.
Nonostante il rialzo delle dimissioni, in aumento a 4 mln (+146 mila), i dati indicano un probabile ridimensionamento dell’eccesso di domanda di lavoro.

 

COMMENTI:

BCE
– La Consumer Expectations Survey della BCE di febbraio ha registrato un ulteriore rallentamento della mediana dell’inflazione attesa nei prossimi 12 mesi (4,6% da 4,9%), ai minimi da un anno.
Anche l’inflazione percepita è scesa per il secondo mese (8,7% da 9,5%), mentre le aspettative a 3 anni si sono ridotte in misura più modesta (2,4% da un precedente 2,5%).
Il ridimensionamento delle attese sui prezzi è guidato dalla Germania ma è diffuso a tutte le principali economie.
– Dalla BCE, l’irlandese Makhlouf ha detto che la trasmissione della politica monetaria è in corso e che il consiglio direttivo dovrà tenere conto dei ritardi del processo.
In seguito, i tassi dovranno restare restrittivi per frenare la domanda.
Holzmann (Austria) ha detto che anche i ‘falchi’ sono cauti sulla riduzione dell’APP perché non si vuole che causi turbolenze finanziarie; il PEPP sta svolgendo una funzione utile nel controllo dello spread, ma non potrà essere mantenuto per sempre, oppure gli deve essere data formalmente una nuova funzione.

STATI UNITI – Dalla Fed, Mester (Cleveland Fed) ha detto che lo stress sul sistema bancario si è ridotto e che la Fed continuerà a monitorare la situazione e ad attuare ulteriori interventi come necessario per garantire la stabilità finanziaria.
A suo avviso, per riportare l’inflazione su un trend verso il 2% sarà necessario “muoversi ulteriormente in territorio restrittivo quest’anno e mantenere i fed funds reali in territorio positivo per un certo tempo”.
Cook (Board Fed) ha indicato che una maggiore restrizione del credito derivante dalla turbolenza sul sistema bancario potrebbe richiedere un sentiero dei tassi più contenuto rispetto a quanto atteso in precedenza.

NUOVA ZELANDA – La Reserve Bank of New Zealand ha alzato il tasso ufficiale a 5,25% da 4,75%, contro attese di consenso per un rialzo da 25pb.
L’intervento di 50pb è giustificato dal “significativoeccesso di domanda, che mantiene elevate le pressioni sull’inflazione.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è sceso ulteriormente ieri sul calo dei rendimenti dopo che i JOLTS hanno mostrato un’ampia riduzione delle posizioni aperte che indica un probabile ridimensionamento dell’eccesso di domanda di lavoro.
Stamani il biglietto verde sta provando a risalire, ma in questa fase in cui le tensioni sul fronte bancario/finanziario si sono significativamente ridimensionate i dati tornano ad acquisire notevole importanza.
Segnali che le condizioni del mercato del lavoro si stanno allentando e che la crescita sta rallentando porterebbero a un ulteriore indebolimento del dollaro.
Importanti saranno pertanto oggi gli occupati ADP e l’ISM non-manifatturiero, domani i sussidi di disoccupazione e venerdì l’employment report.
Le attese sono complessivamente per una decelerazione della crescita occupazionale, un leggero calo dell’ISM, una stabilizzazione del tasso di disoccupazione e un aumento solo lieve della dinamica salariale.
In tal caso il dollaro dovrebbe mantenersi sulla difensiva cedendo in misura contenuta, ma se i dati dovessero deludere risultando più deboli del previsto la correzione del dollaro sarebbe più ampia.

EURL’euro è salito ulteriormente ieri da 1,08 a 1,09 EUR/USD (massimo a 1,0973) sul restringersi dei differenziali di rendimento per il calo dei rendimenti USA sui dati dei JOLTS.
Questa mattina i dai sugli ordini all’industria tedeschi e sulla produzione industriale francese sono risultati migliori delle attese, ma il cambio stamani sta leggermente ritracciando di riflesso al tentativo di recupero del dollaro.
In questi giorni, infatti, in assenza di dati rilevanti nell’area euro (a parte la produzione industriale tedesca domattina attesa in decelerazione), per il cambio saranno più importanti i dati USA.
L’euro, quindi, dovrebbe tendenzialmente riuscire a consolidare, mentre se i dati USA dovessero deludere dovrebbe riuscire a salire ulteriormente provando a riportarsi in area 1,10 EUR/USD, dove sono collocate resistenze importanti (si tratta dei massimi d’inizio febbraio, quelli toccati prima che partisse la fase correttiva sull’employment report USA che aveva sorpreso verso l’alto).

GBPAnche la sterlina si è rafforzata ulteriormente ieri sul generalizzato indebolimento del dollaro salendo da 1,23 a 1,25 GBP/USD dove è andata a rivedere massimi che aveva abbandonato a giugno dello scorso anno.
In assenza di sorprese vero l’alto dai dati USA di questi giorni, la valuta britannica, che stamani sta leggermene ritracciando sul tentativo di recupero del dollaro, può tornare a rafforzarsi ulteriormente.
Ieri la sterlina si è rafforzata anche contro euro, mantenendosi comunque in area 0,87 EUR/GBP, mentre oggi sta cedendo parzialmente.
Al di là del breve la tendenza contro euro dovrebbe essere di leggero indebolimento, per via del sentiero atteso dei tassi BoE.
La BoE, infatti, alzerà i tassi meno della BCE nel breve e dovrebbe iniziare a tagliarli l’anno prossimo con largo anticipo rispetto alla BCE.
A tale proposito ieri dalla BoE Tenreyro ha indicato il rischio che si arrivi a fare under-shooting dell’inflazione, aprendo alla prospettiva di tagli dei tassi in futuro.
Secondo Tenreyro i segnali che giungono dal mercato del lavoro sono di allentamento della dinamica salariale per cui c’è da attendersi che voti ancora a favore di tassi fermi alla prossima riunione di maggio. Rimane però una spaccatura all’interno della BoE.
Pill al contrario ieri, pur dicendo che dai dati recenti sono giunti segnali contrastanti e spiegando che la sua decisione a maggio dipenderà dai dati che usciranno nel frattempo (che saranno effettivamente molto importanti), mantiene una preoccupazione più elevata per i rischi inflazionistici.

JPYAnche lo yen si è rafforzato ulteriormente contro dollaro da 133 a 131 USD/JPY sul calo dei rendimenti a lunga USA e ha spazio per apprezzarsi ulteriormente in questi giorni se i dati statunitensi non sorprenderanno verso l’alto.
Lo yen si è rafforzato anche contro euro da 145 a 143 EUR/JPY, ma in questi giorni l’upside rispetto alla moneta unica sui dati USA è inferiore rispetto a quello sul dollaro per via del contestuale rafforzamento atteso dell’EUR/USD.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
– Oggi la seconda stima del PMI servizi è attesa confermare l’ampio progresso di marzo (55,6 da 52,7).
L’Italia dovrebbe unirsi a Francia e Germania nel registrare un solido rialzo, stimiamo a 53 da 51,6 di febbraio.
– In Francia, dopo il calo a sorpresa di -1,9% m/m a inizio anno, la produzione industriale dovrebbe tornare a crescere a febbraio, in linea con quanto suggerito dalle indagini: stimiamo un aumento di 1,5% m/m.
– In calendario anche i dati di febbraio su produzione industriale in Spagna e vendite al dettaglio in Italia.

STATI UNITI
– Oggi il deficit della bilancia commerciale di febbraio è previsto in modesto allargamento a -68,7 mld da -68,3 mld di gennaio, alla luce delle informazioni della bilancia commerciale dei beni (prel.).
Le esportazioni di beni sono calate di -3,8% m/m, con contrazioni ampie per le materie prime (effetto prezzo) e il settore auto.
Dal lato delle importazioni, la correzione di -2,3% m/m è dovuta a flessioni diffuse alla maggior parte dei settori.
– La stima ADP degli occupati non agricoli privati a marzo è attesa dal consenso a 200 mila, dopo 242 mila di febbraio.
– L’ISM dei servizi a marzo è atteso poco variato a 54,9, da 55,1.
Le indagini di settore a marzo sono state omogeneamente positive, con indicazioni di accelerazione per attività, ordini e occupazione.
Le imprese restano generalmente ottimiste sulle prospettive di crescita, nonostante le persistenti preoccupazioni per la restrizione monetaria e l’inflazione.
L’evoluzione della crisi bancaria potrebbe essere un fattore di freno nei prossimi mesi, a seconda degli sviluppi riguardo alla disponibilità di credito.