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4 Luglio 2025 – nota economica giornaliera

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro, che era in calo da tre giorni, penalizzato mercoledì anche dagli occupati ADP che hanno ampiamente deluso, ha invece più che recuperato ieri, grazie all’employment report che, al contrario, ha sorpreso in positivo sia sul fronte della crescita degli occupati che del tasso di disoccupazione, variabili che hanno prevalso sulla dinamica salariale che ha mostrato un rallentamento.
Anche l’ISM non-manifatturiero ha sorpreso favorevolmente.
L’effettiva performance dell’economia USA mantiene e manterrà un ruolo importante sulla dinamica del biglietto verde ma nel frattempo l’incertezza sugli effetti delle politiche fiscali (ci si attende che il programma di Trump, passato per poco alla Camera, divenga legge oggi), che mettono a rischio la sostenibilità del debito, e commerciali (il 9 luglio, la settimana prossima, scade il termine per gli accordi sui dazi reciproci) mantengono il dollaro sulla difensiva.
È anche per questo che stamani ha aperto in lieve calo.
Tuttavia oggi i mercati USA sono chiusi per la festività del 4 luglio, il che riduce la significatività dei movimenti valutari.

EURL’euro ha corretto ieri da 1,18 a 1,17 EUR/USD, aprendo in lieve rialzo oggi, a conferma di muoversi principalmente sui driver USA.
Sul fronte dati infatti ieri i PMI servizi finali dell’area sono stati rivisti leggermente verso l’alto, ma oggi sia gli ordini all’industria tedeschi sia la produzione industriale francese hanno deluso.
Il quadro macro dell’area non è sufficientemente solido e anche Lagarde ha dichiarato che affinché la moneta unica possa acquisire un ruolo primario a livello internazionale l’economia dell’area deve subire dei cambiamenti, migliorativi, strutturali.
Importante sarà ora l’accordo commerciale che l’UE siglerà in vista della scadenza del 9 luglio con gli USA per minimizzare i dazi: il Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha dichiarato che l’UE cercherà di raggiungere un accordo di principio.
Un compromesso favorevole sarebbe di sostegno all’euro.

JPYLo yen si è indebolito ieri contro dollaro da 143 a 145 USD/JPY sul calo dei rendimenti a lunga USA provocato dai buoni dati statunitensi.
Oggi ha invece aperto al rialzo, perlopiù di riflesso al dollaro, ma i rischi sono verso il basso in attesa dell’accordo commerciale, arduo, che il Giappone deve ancora siglare con gli USA: un delegato verrà inviato negli Stati Uniti nel fine settimana per cercare di trovare una soluzione entro il 9 luglio. Un mancato accordo indebolirebbe lo yen.

GBP – Contrariamente a quanto si sarebbe potuto immaginare, la sterlina si è rafforzata ieri contro dollaro, seppure di poco, da 1,35 a 1.36 GBP/USD.
Si tratta perlopiù di una reazione di sollievo dopo che il ministro delle finanze è sceso a compromessi sul programma per il welfare, ottenendo il pieno appoggio del primo ministro Starmer.
Resta comunque il rischio di aumenti delle tasse e riduzioni della spesa, ma aumenta la credibilità dell’obiettivo di risanamento dei conti pubblici, con ricadute positive, per quanto contenute, sui mercati finanziari domestici.
Oggi comunque la valuta britannica ha aperto marginalmente in calo.
Il quadro domestico resta fragile anche se in questi giorni la sterlina dovrebbe trarre vantaggio dal fatto che almeno sul fronte commerciale il Regno Unito ha già siglato un accordo favorevole con gli USA.
Questo potrebbe contribuire ad alleggerire le pressioni ribassiste che sta subendo ultimamente contro euro.