Seguci su twitter

Categorie

3 Ottobre 2025 – nota economica

FOREX FLASH

a cura di Intesa Sanpaolo

Lo shutdown negli Stati Uniti aggiunge volatilità a tassi e cambi e aumenta i rischi al ribasso sullo scenario di crescita degli Stati Uniti.
L’euro fatica a rafforzarsi contro dollaro, nonostante un differenziale di tassi reali a breve in chiusura.
I crescenti rischi geopolitici e il calo del prezzo del petrolio pesano sull’euro.

  • Il governo degli Stati Uniti non è stato in grado di approvare una legge di bilancio per il nuovo anno fiscale nel termine del 30 settembre e ciò ha implicato che una parte dei servizi governativi è stata temporaneamente sospesa, colpendo circa il 40% degli impiegati federali: il CBO ha stimato che la fase di shutdown di 35 giorni di fine 2018, il più lungo della storia recente ha pesato per 11 miliardi di dollari sull’economia.
    Le stime indicano che il costo per i dipendenti federali in congedo durante la chiusura delle agenzie governative possa ammontare a circa 400 milioni di dollari per ogni giorno di chiusura, importo che dovrebbe essere recuperato come retribuzione arretrata: secondo le stime del Congresso, circa 750.000 dipendenti federali potrebbero essere messi in congedo durante lo shutdown.
    L’effetto negativo sull’economia potrebbe in parte essere compensato una volta approvato il bilancio, ma i dati macroeconomici mostreranno un’elevata volatilità e saranno di difficile interpretazione.
    Anche la dinamica di tassi e cambi sarà quindi più volatile, in presenza di un calendario di pubblicazione dei dati macroeconomici non più definito.
  • Dopo una serie di dati d’inflazione molto dispersi fra i vari paesi dell’area euro, le dichiarazioni più recenti dei membri BCE rafforzano la nostra aspettativa di tassi fermi a dicembre: il cambio dovrebbe consolidare nell’intervallo 1,18-1,20, sia nel breve che nel medio-lungo periodo.
  • Lo Yen è stata l’unica valuta che sulla settimana ha registrato un apprezzamento non trascurabile verso dollaro e verso euro, sull’attesa di un rialzo da parte della BoJ alla prossima riunione del 30 ottobre.
    In attesa del risultato elettorale del weekend, il governatore Ueda è rimasto neutrale, sottolineando che le decisioni di politica monetaria non sono ancora definite e che gli effetti dell’imposizione delle tariffe da parte degli Stati Uniti rende il contesto dell’economia giapponese molto incerto.
    In settimana (mercoledì 8) saranno pubblicati i dati sui salari una delle variabili chiave per le decisioni della BoJ: il consenso si attende una moderazione
    del dato di agosto, dopo la forte accelerazione di luglio (revisione a +3,4% del dato di luglio a +4,1% e calo a 2,7% in agosto).
    Il mercato sta prezzando un rialzo di 25pb alla riunione di fine ottobre solo con una probabilità di circa 56%.
    Le opportunità di un rafforzamento dell’USD/YEN nel breve vengono sia dalla possibilità di un rialzo dei tassi prima di fine anno sia dall’indebolimento del dollaro, guidato dai tagli Fed e dai dati deboli (e difficilmente interpretabili a causa dello shutdown) sul mercato del lavoro
  • I verbali della Fed, che saranno pubblicati mercoledì 8 ottobre, daranno spessore alle opinioni del board rispetto ai rischi sull’economia e sull’inflazione. Importanti anche i dati sul mercato del lavoro in Canada in settembre, che potrebbe alimentare un rafforzamento del CAD, mentre la Banca Centrale della Nuova Zelanda dovrebbe ridurre i tassi di 25 punti base, ma il mercato prezza una probabilità non trascurabile di un taglio di 50pb. L’NZD/USD si è apprezzato fino a 0,58 beneficiando della debolezza del dollaro e potrebbe consolidare in area 0,59-0,60.