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3 Novembre 2023 – nota economica giornaliera

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha corretto ieri seguendo il calo dei rendimenti a lunga e si mantiene sulla difensiva anche oggi.
I dati sui sussidi di disoccupazione ieri hanno dato altri segnali di allentamento delle pressioni sul mercato del lavoro e la ridotta probabilità di mercato che la Fed alzi ancora i tassi privano di slancio il dollaro.
Tuttavia importante oggi sarà l’employment report, dove si attende un rallentamento della dinamica occupazionale, con un marginale aumento della dinamica salariale, nonché l’ISM, previsto in leggero calo.
A meno di sorprese positive dai dati il dollaro dovrebbe mantenersi sulla difensiva o comunque stabilizzarsi.

EURL’euro resta in risalita da ieri, da 1.05 a 1.06 EUR/USD, principalmente di riflesso al cedimento del dollaro, ma a meno di delusioni molto negative dai dati USA l’upside nel breve appare limitato entro 1,06-1,07 EUR/USD, complici soprattutto i rischi verso il basso sulla crescita dell’area.
Anche i dati di produzione industriale francese stamani si sono rivelati più deboli delle attese.

GBPLa sterlina si è rafforzata ieri sul dollaro da 1,21 a 1,22 GBP/USD, principalmente di riflesso all’indebolimento del biglietto verde, ma in (minor) parte anche sull’esito della riunione BoE.
Nonostante questa abbia infatti lasciato i tassi invariati a 5,25% come da attese e abbia rivisto al ribasso le previsioni di crescita per l’anno prossimo da 0,5% a 0,0%, ha però rivisto al rialzo nei prossimi due anni quelle di inflazione.
In particolare, la previsione per il 2025 è stata innalzata a 2%, ovvero a target, dal precedente 1,5%, che era sotto target, a indicare che la rotta di policy l’anno prossimo non potrà essere invertita facilmente nonostante la debolezza della crescita.
Il quadro comunque resta molto incerto.
La crescita resta debole: il profilo è 0,5% quest’anno (invariato), 0% il prossimo (rivisto al ribasso), 0,25% nel 2025 (invariato) e 0,75% nel 2026 (non disponibile ad agosto).
Quello di inflazione è 4,75% quest’anno (rivisto al ribasso da 5%), ma 3,25% il prossimo (rivisto al rialzo da 2,5%), 2% nel 2025 (riv. al rialzo) e 1,5% nel 2026 (che in realtà è un rientro sotto target alla fine dell’orizzonte previsivo, a indicare che la BoE non dovrebbe anticipare Fed e BCE nella svolta di policy, ma poi, una volta avviata, potrebbe tagliare di più i tassi).
La BoE ha lasciato le porte aperte a un altro rialzo se le pressioni inflazionistiche dovessero intensificarsi, ma al momento la probabilità di tale evento appare contenuta, fornendo supporto solo parziale alla sterlina, ovvero lascandola più resiliente contro dollaro ma con meno slancio contro euro (rispetto al quale resta infatti sulla difensiva da 0,86 a 0,87 EUR/GBP).

JPYLo yen si è rafforzato ieri contro dollaro da 150 a 149 USD/JPY sul calo dei rendimenti a lunga USA ma fatica a mantenere i guadagni.
Se questi dovessero per caso risalire oggi sui dati USA lo yen tornerebbe a indebolirsi.
Al di là del breve, tuttavia, la tendenza dovrebbe essere gradualmente al ribasso per i rendimenti USA e in recupero per lo yen.