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2 Marzo 2022 – nota economica giornaliera

ITALIA – L’indice dei prezzi al consumo nazionale è salito molto più del previsto da 4,8% a 5,7% a/a (nuovo massimo dal 1995), quello armonizzato da 5,1% a 6,2%.
Sul NIC, l’inflazione “di fondo (al netto di energetici e alimentari freschi) è salita da 1,5% a 1,7%, quella al netto dei soli beni energetici da 1,8% a 2,1%.
Dopo l’impennata dei beni energetici regolamentati di gennaio, a febbraio a guidare i rialzi sono i beni energetici non regolamentati (+8,3% m/m, da 22,9% a 31,3% a/a), che gonfiano le spese per abitazione, acqua, elettricità e combustibili (3,6% m/m, 27,3% a/a) e per i trasporti (2% m/m, 9% a/a).
I rincari però non sono limitati all’energia, e riguardano anche gli alimentari (1,1% m/m), da 3,6% a 4,9% a/a.
Rallentano gli esercizi ricettivi e di ristorazione, pur mantenendo un ritmo annuo elevato (4% a/a da 4,3% precedente).

ITALIA – Le stime annue sui conti nazionali hanno riportato una crescita del PIL di 6,6% nel 2021 (rivisto al rialzo di un decimo rispetto a quanto emerso dai dati trimestrali); il PIL nominale è cresciuto del 7,5%; il rapporto debito/PIL è calato più del previsto a 150,4%.
L’indebitamento netto è risultato pari a poco più di 127 miliardi ovvero il 7,2% del PIL (da un precedente 9,6%), molto più basso rispetto alle ultime proiezioni ufficiali governative risalenti allo scorso settembre (9,4%) ma più alto rispetto a quanto ci si potesse attendere sulla base dei dati già comunicati dalla Banca d’Italia sul fabbisogno della PA (pari a 92 miliardi nel 2021).

ITALIA – La prima stima del PMI manifatturiero ha visto una stabilità a 58,3.
L’indagine riporta un’accelerazione dell’attività produttiva a fronte di nuovi segnali di allentamento delle strozzature che si manifestano in un ridimensionamento dei tempi di consegna e delle commesse inevase.

GERMANIA – L’inflazione ha sorpreso meno che nelle altre grandi economie dell’area, con l’indice nazionale che è passato a 5,1% a/a da 4,9% a/a precedente e l’armonizzato a 5,5% a/a da 5,2%.
Nel dettaglio, sono aumentati i prezzi dei beni, spinti al rialzo dalla crescita dei listini energetici, mentre sono calati i servizi.

AREA EURO – L’indice PMI manifatturiero di febbraio è stato rivisto al ribasso a 58,2 da 58,4 flash.
Tra le principali economie hanno subito limature anche le stime tedesca (58,4 da 58,5) e francese (57,2 da 57,6).
Per ragioni di calendario i PMI di febbraio non hanno risentito del conflitto in Ucraina, che dovrebbe pesare sulle letture di marzo, con effetti sia sulla domanda che sull’offerta.

STATI UNITI – Ieri, l’ISM manifatturiero ha sorpreso verso l’alto a febbraio, salendo a 58,6 da 57,6. L’indagine è generalmente positiva, con incrementi per gli ordini a 61,7, la produzione a 58,5, gli ordini inevasi a 65 e i tempi di consegna a 66,1.
L’occupazione corregge a 52,9 e l’indice dei prezzi rimane su livelli elevati, a 75,6.
Le informazioni ancora una volta sono in linea con attività in crescita sostenuta, spinta dalla domanda ma vincolata da ostacoli dal lato dell’offerta e dalla carenza di manodopera sempre significativi, anche se meno di quanto visto nella seconda metà del 2021.

 

COMMENTI:

CRISI UCRAINA – L’intensificarsi del conflitto in Ucraina ha determinato ulteriori ampie fluttuazioni sui mercati, con il Brent e il WTI oltre 111 e 109 dollari, rispettivamente, in rialzo di quasi il 6% dal giorno precedente e del 16% dall’inizio della guerra.
Gli Stati Uniti e i membri dell’International Energy Agency rilasceranno 60 mln di barili di greggio dalle riserve strategiche (di cui 30 mln dagli USA).
Il mercato azionario russo resterà chiuso anche oggi e il governo russo ha annunciato il divieto di vendita di attività russe da parte di investitori non residenti, l’intenzione di intervenire con acquisti diretti di azioni di società russe per circa 9 mld di dollari, il divieto di trasferire liquidità in valuta estera per un ammontare superiore a 10 mila dollari.
I non residenti associati con stati che agiscono “in modo ostile verso la Russia” non potranno attuare transazioni su attività russe senza l’approvazione del governo.
Nel frattempo, Euroclear ha dichiarato che non accetterà più pagamenti in rubli e nuovi regolamenti di titoli da stasera, come annunciato anche da Clearstream, determinando così la separazione praticamente totale del mercato russo, ormai limitato a livello domestico, dal mercato delle transazioni internazionali.
Infine, sette banche russe (fra le quali non Sberbank e Gazprom Bank) saranno escluse dall’accesso alla rete SWIFT, secondo quanto anticipato dalla presidenza dell’UE, anche se i dettagli saranno comunicati ufficialmente soltanto oggi.

STATI UNITI
 – Nel discorso sullo stato dell’Unione ieri Biden ha segnalato che ci saranno nuove sanzioni economiche per punire e isolare ulteriormente Putin e l’economia russa, e ha annunciato la chiusura dello spazio aereo americano agli aerei russi.
– Oggi l’attenzione sarà focalizzata sull’audizione semestrale di Powell di fronte alla commissione servizi finanziari della Camera.
Powell dovrebbe confermare le attese per la svolta dei tassi alla riunione del FOMC del 15-16 marzo, nonostante lo scoppio della guerra Russia-Ucraina, sottolineando la necessità di iniziare al più presto a rimuovere lo stimolo monetario in questa fase di inflazione pericolosamente elevata e di mercato del lavoro ormai alla piena occupazione.
Powell potrebbe segnalare che il ritmo dei rialzi non sarà graduale, ma dovrebbe astenersi dal fornire indicazioni sulla dimensione del primo intervento sui tassi, ricordando che il FOMC riceverà ancora informazioni di rilievo prima della riunione.

CANADA – La riunione della Bank of Canada oggi dovrebbe aprire un nuovo ciclo per la politica monetaria.
Il consenso prevede un rialzo dei tassi di 25pb, a 0,5%, mirato a contrastare l’aumento dell’inflazione, attesa oltre il 7% a metà 2022, e a ridurre l’eccesso di domanda.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si sta rafforzando ulteriormente e oggi ha aggiornato nuovamente i massimi all’aumentare della risk aversion sull’aggravarsi del conflitto russo-ucraino.
Fino a che la situazione non rientra i rischi restano verso l’alto per il biglietto verde.
Sul fronte macro, oggi si attendono altre indicazioni positive – dopo l’ISM di ieri risultato migliore del previsto – dai dati sugli occupati ADP e l’audizione di Powell confermerà l’avvio a breve di un robusto ciclo di aggiustamento monetario, pur senza dare indicazioni sull’entità del rialzo dei tassi alla riunione del 16 marzo.
Il quadro macro e la strategia di policy della Fed restano un fattore di supporto per il dollaro, soprattutto nel breve.

EURL’euro ha corretto ampiamente tra ieri e oggi da 1,12 a 1,10 EUR/USD, aggiornando qui i minimi, sull’aggravarsi del conflitto russo-ucraino, coerentemente con l’aumentare del rischio di maggiori ripercussioni economiche negative sull’area euro.
Se la situazione non rientra, i rischi verso il basso per l’euro aumentano: raggiunta ora quota 1,10 EUR/USD il downside potrebbe ampliarsi fino in area 1,08 EUR/USD, con fascia di supporti successivi in area 1,06 EUR/USD (minimi raggiunti allo scoppio della crisi pandemica due anni fa).
In base agli sviluppi del conflitto, stiamo valutando la possibilità di una revisione al ribasso, almeno nel breve, del profilo atteso del cambio.

GBPSimilmente all’euro, anche la sterlina si è indebolita contro dollaro tra ieri e oggi da 1,34 a 1,32 GBP/USD sull’aggravarsi del conflitto russo-ucraino, ma un po’ meno dell’euro, rispetto al quale si è infatti marginalmente rafforzata, mantenendosi comunque ancora in area 0,83 EUR/GBP.
Gli effetti diretti del conflitto sull’economia britannica dovrebbero infatti essere meno pesanti rispetto all’area euro, non alterando il profilo atteso dei rialzi dei tassi BoE nel breve.
Ieri Saunders ha spiegato che la sua decisione a febbraio di votare per un rialzo di 50 pb invece dei 25 pb preferiti dalla maggioranza non implica che continuerà a votare così anche in futuro, né tantomeno significa che lui ritenga che il punto di arrivo del ciclo di rialzi debba essere più elevato di quanto indicato nelle assunzioni del MPR di febbraio (base rate verso 1,50% per metà 2023).
Questo supporta la nostra previsione di un ciclo di rialzi regolari ma contenuti di 25 pb (tre-quattro) nel corso di quest’anno, con possibile interruzione o rallentamento l’anno prossimo.
Nel breve la sterlina potrebbe andare incontro a nuova debolezza contro dollaro in caso di ulteriore aggravarsi del conflitto.

JPYLo yen oggi è in lieve calo contro dollaro da 114 a 115 USD/JPY, ribaltando il movimento di ieri, in quanto l’aumento della risk aversion nel contesto del conflitto attuale sta favorendo maggiormente il biglietto verde a livello generalizzato.
Contro euro invece lo yen si è rafforzato da 129 a 127 EUR/JPY aggiornando qui i massimi per via della maggior correzione dell’EUR/USD, ma quando il conflitto terminerà la valuta nipponica dovrebbe tornare a indebolirsi contro euro.

CADDalla riunione odierna della Bank of Canada il consenso si attende l’avvio di un ciclo di rialzi dei tassi (con primo rialzo da 0,25% a 0,50%) per contrastare anche qui l’ampia ascesa dell’inflazione.
L’effetto positivo sul dollaro canadese rispetto al dollaro USA potrebbe però essere solo marginale, perché – nel breve soprattutto – il biglietto verde dovrebbe beneficiare sia di aspettative di un ciclo di restrizione monetaria più robusto sia di flussi da safe haven per via del conflitto russo-ucraino.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – L’attenzione sarà soprattutto sul dato di inflazione di febbraio, atteso in ulteriore aumento a 5,8% a/a da 5,1% di gennaio, dopo che ieri i dati preliminari relativi a Germania e Italia hanno ancora una volta sorpreso al rialzo.

GERMANIA – In calendario oggi vi è il tasso di disoccupazione, atteso stabile al 5,1%.

STATI UNITI
– Il Beige Book dovrebbe confermare il quadro di attività in espansione solida, se pure frenata da carenza di offerta di beni e manodopera e da pressioni verso l’alto su rezzi e salari.
– La stima ADP degli occupati non agricoli privati di febbraio è prevista dal consenso a 388 mila, con segnali di una variazione solida dei non-farm payrolls.