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2 Febbraio 2022 – nota economica giornaliera

AREA EURO
 – Il tasso di disoccupazione è calato più previsto a dicembre: al 7% da 7,2% precedente, un minimo dall’inizio delle rilevazioni nel 1995.
Il tasso dei senza lavoro è sceso anche in Italia, al 9% da 9,1% di novembre: nel mese si registra una sostanziale stabilità degli occupati e degli inattivi, a fronte di un calo delle persone in cerca di occupazione.
Il tasso di disoccupazione è calato anche in Germania a gennaio, di un decimo al 5,1%.
– Gli indici PMI manifatturieri di gennaio sono stati infine rivisti al ribasso in Germania (59,8 da 60,5) e nell’Eurozona (58,7 da 59).
In Italia il PMI manifatturiero è calato a 58,3 da 62 mentre in Spagna è rimasto stabile a 56,2.

FRANCIA – I prezzi al consumo sono cresciuti più del previsto a gennaio (0,3% m/m nazionale e 0,1% armonizzato); l’inflazione è quindi salita a sorpresa di un decimo al 2,9% a/a su base nazionale mentre quella armonizzata è calata solo marginalmente, al 3,3% da 3,4%.

STATI UNITI
– Ieri, l’ISM manifatturiero ha mostrato un calo contenuto a gennaio, da 58,8 a 57,6, con correzioni per gli ordini (a 57,8), la produzione (a 57,8), dei tempi di consegna (a 56,4).
Invece gli indici di occupazione e dei prezzi sono aumentati a 54,5 e 76,1 (+7,9 punti), rispettivamente.
Il settore rimane caratterizzato da una domanda forte e da un’offerta insufficiente, anche se emerge qualche segnale di miglioramento, sia per i tempi di consegna sia per gli occupati.
– L’indagine dei Job Openings and Labor Turnover di dicembre riporta 10,6 mln di posizioni aperte, in marginale calo da novembre e sempre superiori al numero di disoccupati.
Le assunzioni sono poco variate, a 6,7 mln, mentre le dimissioni volontarie, a 4,3 mln, restano vicine al massimo storico di novembre (4,5 mln), segnalando persistente eccesso di domanda in molti settori.
– La spesa in costruzioni a dicembre è aumentata marginalmente (0,2% m/m) per via di una correzione nella componente pubblica.
La spesa privata ha invece segnato un rialzo solido di 0,7% m/m, grazie alla variazione di 1,1% m/m dell’edilizia residenziale.

MONDO – Il PMI manifatturiero globale è sceso di oltre un punto a gennaio, a 53,2.
Il calo riflette un brusco rallentamento degli ordini esteri (49,7) e della produzione (51,4).
Per quanto riguarda i segnali di stress delle filiere produttive, non ci sono significativi miglioramenti: cala l’indice degli ordini da evadere e rallenta la crescita delle scorte di beni intermedi, mentre è circa stabile su valori ancora depressi l’indice dei tempi di consegna.

 

COMMENTI:

BCE – Secondo la Bank Lending Survey della BCE, le condizioni del credito applicate dalle banche alle imprese sono state marginalmente ristrette, mentre sono rimaste invariate quelle applicate alle famiglie sui mutui.
Nel 4° trimestre 2021 la domanda di credito da parte delle imprese è aumentata, trainata da esigenze di finanziamento del capitale circolante e degli investimenti, ed è sempre meno legata alla presenza di garanzie pubbliche connesse alla crisi sanitaria.

STATI UNITI – Dalla Fed, Harker (Philadelphia Fed) ha detto che per ora sarebbe favorevole a un rialzo di 25 pb a marzo, mentre è “un po’ meno convinto” di una possibile mossa di 50 pb, anche se dipenderà dai dati delle prossime settimane.
Harker per ora prevede 4 rialzi nel 2022, ma sottolinea che c’è molto rischio intorno alla sua previsione e che la Fed deve essere flessibile.
Bostic (Atlanta Fed), che prevede tre rialzi quest’anno, ha ribadito le preoccupazioni per l’inflazione elevata.
A suo avviso sarà cruciale monitorare le variazioni mensili dell’inflazione nel prossimo paio di mesi, per vedere se rallenteranno stabilmente e successivamente determinare il sentiero appropriato per la rimozione dello stimolo monetario.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è sceso ulteriormente, frenato dalla non-salita dei rendimenti, dal calo (comunque contenuto) dell’ISM e dal rientro della risk aversion.
Il ritracciamento riflette il fatto che il mercato ha già incorporato un sentiero di aggiustamento Fed piuttosto marcato e fatica quindi ad andare oltre in assenza di conferme che giungeranno solo più avanti.
L’ampio calo atteso oggi per gli occupati ADP dovrebbe contribuire a mantenere il biglietto verde sulla difensiva, a meno di un’ampia sorpresa positiva dai dati.
Resta spazio di risalita successivamente.

EURL’euro si è rafforzato ulteriormente sulla debolezza del dollaro e al restringersi dei differenziali di rendimento dopo il dato di inflazione tedesca più alto del previsto lunedì, mantenendosi comunque in area 1,12 EUR/USD.
La decelerazione attesa oggi dell’inflazione area euro dovrebbe contribuire a contenere l’upside del cambio, a meno di sorprese, anche se in questa fase restano dominanti i driver di dollaro, se la BCE (che si riunirà domani) non apre a un’eventuale accelerazione del processo di normalizzazione.
Upside contenuto entro i massimi recenti (canale 1,13-1,14 EUR/USD).

GBPLa sterlina ha proseguito il recupero contro dollaro da 1,34 a 1,35 GBP/USD, aiutata anche dal rientro della risk aversion.
Si è rafforzata anche contro euro, restando però in area 0,83 EUR/GBP.
Cruciale sarà ora la riunione BoE di domani, non tanto per la decisione immediata (ampiamente scontato il secondo rialzo dei tassi) quanto per le indicazioni sul sentiero successivo.

JPYLo yen si è rafforzato ancora, seppure in misura contenuta, sull’arretramento del dollaro, da 115 a 114 USD/JPY, complici la resistenza al rialzo dei rendimenti USA e il calo della risk aversion.
Rafforzamento anche contro euro, comunque in range, da 129 a 128 EUR/JPY.
Affinché riprenda la discesa contro dollaro appare necessaria un’ulteriore ascesa dei rendimenti (a lunga) USA.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Il focus di oggi sarà sui dati d’inflazione di gennaio.
La stima flash di gennaio dovrebbe vedere un calo solo moderato a 4,7% a/a, dal massimo di 5% toccato in dicembre.
Il contributo principale arriverà ancora dalla componente energia, mentre la misura core è attesa moderare al 2% a/a.

ITALIA – L’inflazione potrebbe salire ancora, al 4,4% a/a dal 3,9% precedente sul NIC, e al 4,6% dal 4,2% armonizzato.

STATI UNITI – La stima ADP dei nuovi occupati non agricoli privati a gennaio è prevista a 207mila dal consenso, dopo 807 mila del mese precedente.
La dinamica occupazionale di gennaio sarà frenata in misura significativa dagli effetti di Omicron: un dato ADP deludente non sarà da leggere come un’indicazione di peggioramento del mercato del lavoro.