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02 Aprile 2021 – nota economica giornaliera

AREA EURO – Il PMI manifatturiero di marzo è stato rivisto al rialzo di un decimo rispetto alla stima preliminare, a 62,5; l’indice è salito da 57,9 punti di febbraio, toccando il massimo storico.
Gli indici per la produzione e per i nuovi ordini esteri confermano la forte crescita iniziata nei mesi estivi (rispettivamente a 63,3 e 63,0); l’occupazione rimane su valori superiori alla soglia di invarianza (54,8). Dall’indagine di marzo emerge una crescita diffusa dei prezzi degli output (60,9) e più marcata per gli input (79,7), associata a problemi di approvvigionamento (l’indice dei tempi di consegna è calato a 22,1, minimo storico).
Il sistema dei trasporti marittimi è entrato in crisi durante la veloce ripresa seguita alla prima ondata pandemica, che aveva causato una dislocazione nella distribuzione globale dei container.
Ciò ha determinato problemi nei trasporti dall’Asia a Europa e Stati Uniti, associati a un vertiginoso aumento dei costi di spedizione (4 volte superiore rispetto alla norma sulle rotte verso l’Europa, secondo Freightos).
Inoltre, un incidente ha bloccato il canale di Suez per alcuni giorni. La situazione non si normalizzerà prima del 2° o 3° trimestre di quest’anno.
Per quanto riguarda i sotto-settori, infine, la crescita dei beni di investimento e intermedi è stata particolarmente elevata, raggiungendo a marzo valori record.
Lo spaccato per Paese ha visto una revisione al rialzo di cinque decimi del PMI manifatturiero francese (da 56,1 a 59,3). Migliorano gli indici della produzione (a 58,3 punti) e dell’export (56,4). I prezzi sono coerenti con una moderata accelerazione.
In Germania il PMI manifatturiero ha confermato il dato preliminare da 60,7 a 66,6. Rimangono su valori elevati gli indici dei nuovi ordini (70,9) e degli ordini esteri (69,1); l’occupazione supera la soglia di 50. I prezzi, infine, hanno registrato una forte crescita.
Il PMI manifatturiero dell’Italia ha visto un’accelerazione nel ritmo di espansione, da 56,9 a 59,8 (massimo da più di 20 anni).
Gli indici dei nuovi ordini e degli ordini esteri restano su valori elevati; la crescita della produzione (61,2 punti) si riflette in un ulteriore miglioramento del mercato del lavoro (55,3). L’indagine segnala per l’Italia una moderata pressione inflattiva.
Anche in Spagna, il dato di marzo segna un miglioramento, da 52,0 a 56,9.

STATI UNITI
– L’ISM manifatturiero a marzo balza a 64,7, da 60,8 di febbraio, toccando il massimo dal 1983. Tutte le componenti sono in rialzo: ordini a 68 (+3,2), produzione a 68,1 (+4,9), ordini inevasi (+3,5), occupazione a 59,6 (+5,2), tempi di consegna a 76,6 (+4,6).
I prezzi pagati, a 85,6 sono in marginale calo rispetto a 86 di febbraio, ma restano sui massimi dal 2008.
Il direttore dell’indagine riporta che l’espansione del settore prosegue, ma le imprese risentono di crescenti strozzature all’offerta di parti e materiali.
Tempi di consegna in allungamento, carenza di input critici, difficoltà nei trasporti, calo delle scorte dei clienti su livelli “troppo bassi” e aumento dei prezzi rendono sempre più difficile soddisfare l’incremento di domanda.
Anche sul mercato del lavoro si riscontra difficoltà nel soddisfare le richieste di manodopera.
I sei principali sotto-settori (fra gli altri, elettronica, trasporti, alimentari, chimica) registrano forte crescita e in generale si riportano aspettative di espansione solida e diffusa, pur in presenza di costanti problemi di approvvigionamento e di catene produttive.
Secondo il direttore dell’indagine il livello dell’indice composito di marzo è coerente con una crescita del PIL di 6,2%.
I dati confermano l’aspettativa di accelerazione della crescita, pur sotto i vincoli collegati ai problemi dal lato dell’offerta.
La componente occupazione segnala un probabile netto rimbalzo della dinamica occupazionale del settore nell’employment report in uscita oggi.
– Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 27 marzo aumentano a 719 mila da 658 mila della settimana precedente.
I dati non destagionalizzati mostrano 714 mila richieste, con un aumento di 63200 unità, a cui si sommano 237 mila sussidi iniziali erogati con il programma federale Pandemic Unemployment Assistance.
I sussidi statali esistenti nella settimana conclusa il 20 marzo erano pari a 3,794 mln in calo da 3,840 mln della settimana precedente.
Il dato non destagionalizzato, a 4,142 mln, è in flessione di 90696 unità da metà marzo.
Complessivamente, i sussidi esistenti a metà marzo erano pari a 18,213 mln, in calo di 1,5 mln da 19,731 mln.
Il trend dei nuovi sussidi e dei sussidi statali esistenti rimane verso il basso, in linea con un’accelerazione dei nuovi occupati, anche se i sussidi federali devono ancora riprendere un chiaro andamento in discesa.

 

COMMENTI:

UNIONE EUROPEA-Covid19La riunione degli ambasciatori presso l’UE ha confermato la regola di allocazione dei vaccini in base alla popolazione, ma ha anche approvato un piano che prevede aiutare 5 paesi più colpiti (Bulgaria, Croazia, Estonia, Lettonia e Slovacchia) nell’assegnazione di 10 milioni di dosi aggiuntive del vaccino Pfizer-BioNtech, anticipo di un lotto di 100 milioni che l’UE sta acquistando, attribuendo loro una quota di 3 milioni di dosi.
Il tentativo di Austria, Repubblica Ceca e Slovenia di bloccare l’accordo è fallito.
In questo modo, la Repubblica Ceca ha rinunciato a una allocazione aggiuntiva di 140mila dosi che altrimenti avrebbe ricevuto.
Il rapporto settimanale di sorveglianza ECDC colloca a 489 il tasso quindicinale di incidenza dei nuovi casi (quinta settimana di incremento).
Il tasso di incidenza dei nuovi casi segnalati sta crescendo in 17 paesi fra i 29 dove supera la soglia di allarme (60 ogni 100mila abitanti).Tutti i paesi registrano pressione sui sistemi sanitari.
Malgrado la ripresa dei contagi, il tasso medio quindicinale di mortalità è ancora relativamente stabile a 72,8 per milione di abitanti (con incrementi in 11 paesi e stabilità o decrescita in altri 14).
Per ora, l’eccesso di mortalità rispetto alla norma stagionale è negativo (-3.681 nella 12a settimana, di cui 3.388 dovuti alla minore mortalità fra gli ultrasessantacinquenni), mentre un anno fa si registrava già un significativo eccesso.
Gli unici paesi che si discostano da questa situazione sono l’Italia (dove si riscontra un eccesso ‘moderato’ dovuto alla fascia di età 65-85 anni), l’Estonia e, in minor misura, Francia e Grecia.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha ritracciato al ribasso ieri, seguendo i rendimenti, in un movimento che è in parte tecnico – oggi tra l’altro i mercati USA sono chiusi – e in parte legato al dato sui sussidi di disoccupazione risultati più deboli del previsto.
Il quadro dell’economia USA rimane però indiscutibilmente positivo, e l’ISM manifatturiero – risultato invece ancora migliore delle attese – ne è una conferma.
Le aspettative per l’employment report oggi sono favorevoli, il che dovrebbe contribuire ad evitare ulteriore discesa del biglietto verde, a meno che i dati non deludano.

EURL’euro è risalito sul calo del dollaro, mantenendosi però in area 1,17 EUR/USD.
Il movimento è sia di natura tecnica – pausa dopo la recente discesa e il raggiungimento dei primi target ribassisti – sia legato al restringimento dei differenziali di rendimento, per quanto modesto e verosimilmente temporaneo.
La reazione ai dati USA di oggi fornirà una misura di quanto potrebbe durare la pausa prima della prosecuzione del calo atteso dell’euro.

GBPAnche la sterlina è risalita sul ritracciamento del dollaro da 1,37 a 1,38 GBP/USD aggiornando i massimi contro euro da 0,85 a 0,84 EUR/GBP (massimo a 0,8491), supportata in questo caso dal quadro più favorevole sul fronte pandemico anche per via del contrasto tra allentamento delle restrizioni nel Regno Unito ed estensione invece in alcuni dei principali Paesi dell’area (Francia).
Come già indicato, l’upside contro dollaro resta contenuto, soprattutto in fase di risalita dei rendimenti USA, mentre rimangono margini di rafforzamento contro euro.

JPYLo yen ha marginalmente recuperato contro dollaro sul cedimento di quest’ultimo restando però in area 110 USD/JPY, mentre è sceso contro euro da 129 a 130 EUR/JPY, per via del recupero dell’EUR/USD.
La valuta nipponica riprenderà la discesa – contro dollaro – quando i rendimenti USA riprenderanno a salire.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – La prossima settimana, i dati sulla produzione industriale di febbraio in Germania e Francia dovrebbero mostrare una moderata espansione, in linea con i segnali positivi giunti dalle indagini di fiducia nel manifatturiero.
La seconda lettura del PMI servizi relativa al mese di marzo dovrebbe confermare viceversa che il settore resta in territorio recessivo (per il decimo degli ultimi dodici mesi).
Infine, la disoccupazione potrebbe mostrare un aumento a febbraio sia nell’eurozona che in Italia (dove l’Istat procederà a una revisione della serie per recepire le indicazioni del nuovo regolamento europeo).

STATI UNITI
 – L’employment report di marzo dovrebbe registrare un netto miglioramento con un rialzo degli occupati non agricoli di 620 mila, dopo 379 mila di febbraio.
Anche a marzo, come a febbraio, la componente principale della variazione positiva dovrebbe essere concentrata nei servizi aggregativi (variazione a febbraio: 355 mila), sulla scia della diffusione dei vaccini e della riapertura delle attività in gran parte degli stati, oltre che in seguito all’espansione della domanda creata dal nuovo stimolo fiscale.
Ma anche costruzioni e manifatturiero dovrebbero essere in netto rialzo, dopo la frenata di febbraio in parte attribuibile al maltempo e in parte alla scarsità di input.
Il tasso di disoccupazione dovrebbe correggere, scendendo a 6,1% da 6,2%.
Un elemento importante del rapporto sarà il tasso di partecipazione, considerato cruciale dalla Fed per valutare la chiusura del deficit di occupazione rispetto ai livelli pre-pandemia.
I salari orari dovrebbero mantenersi su un sentiero moderato, frenato rispetto a fine 2020 dal rientro sul mercato degli occupati nel settore dei servizi, con salari inferiori alla media.
Il mercato del lavoro dovrebbe registrare un’accelerazione sostenuta dalla primavera grazie alla spinta dello stimolo fiscale e alla riapertura delle attività sostenuta dalla diffusione dei vaccini.
– La settimana prossima ha pochi dati di rilievo in uscita negli Stati Uniti.
Il focus sarà sui verbali della riunione del FOMC di marzo, che potrebbero dare maggiori informazioni sulla divergenza di opinioni nel Comitato riguardo ai tempi della svolta sui tassi e sulla valutazione del progresso richiesto per discutere il futuro tapering.
Fra i dati di marzo, l’ISM dei servizi è previsto in aumento a 57,8 (da 55,3 di febbraio), in linea con le indicazioni delle altre indagini del mese.
La riapertura delle attività aggregative, la diffusione dei vaccini e la normalizzazione del clima, dopo il maltempo di febbraio, dovrebbero spingere verso l’alto i principali sotto-indici dell’indagine, con segnali favorevoli per attività e occupazione.
Inoltre, il PPI dovrebbe proseguire su un trend di accelerazione, mentre a febbraio, il deficit della bilancia commerciale è atteso in ulteriore allargamento.