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2 Agosto 2022 – nota economica giornaliera

AREA EURO
– Ieri in Eurozona la stima finale dell’indice PMI manifatturiero di luglio è stata rivista marginalmente al rialzo (49,8 da 49,6) confermando comunque il messaggio di contrazione del settore che era già emerso dalle letture flash.
Le prime stime italiana e spagnola hanno invece evidenziato flessioni superiori alle attese rispettivamente a 48,5 da 50,9 e a 48,7 da 52,6.
Lo spaccato dell’indagine mostra pesanti flessioni per ordini, commesse inevase e produzione, oltre ad aumento delle scorte di prodotti finiti; indicazioni che puntano verso un ulteriore deterioramento dell’attività e del morale manifatturieri nei prossimi mesi.
– Le rilevazioni sul mercato del lavoro di giugno hanno invece mostrato un tasso di disoccupazione stabile al 6,6% nel complesso dell’area euro e in calo di un decimo all’8,1% in Italia.
Il progresso registrato in Italia è spiegato da un ritorno alla crescita del numero degli occupati a fronte di un calo per disoccupati e inattivi dopo due mesi non particolarmente brillanti.
Le indagini presso le imprese iniziano a mostrare segnali di rallentamento delle intenzioni di assunzione mentre i dati sul complesso dell’Eurozona hanno mostrato che a giugno il numero di disoccupati è tornato a salire per la prima volta da più di un anno.
È quindi possibile che nei prossimi mesi anche il mercato del lavoro italiano possa decelerare sull’onda del rallentamento ciclico.

STATI UNITI
 – L’indice ISM manifatturiero di luglio è calato meno del previsto a 52,8 da un precedente 53.
Lo spaccato dell’indagine è però meno favorevole rispetto all’indicatore headline, offre segnali di indebolimento della domanda e anticipa un rallentamento dell’attività nel settore nei prossimi mesi: si registra infatti un peggioramento della contrazione degli ordinativi (48 da 49,2), un rallentamento della produzione (53,5 da 54,9) e un aumento delle scorte (57,3 da 56, un massimo dal 1984).
Torna invece a salire l’indice relativo all’occupazione ma resta marginalmente al di sotto della soglia d’invarianza (49,9 47,3).
Rallenta infine la crescita dei prezzi, ma resta su ritmi sostenuti, grazie alla correzione delle quotazioni di alcune materie prime.
– A giugno la produzione nelle costruzioni è calata di -1,1% m/m contro attese per un modesto incremento dopo che il dato di maggio è stato rivisto al rialzo di due decimi a 0,1% m/m.
La correzione è risultata diffusa alla componente residenziale (-1,6% m/m), non residenziale (-0,5% m/m) e al settore pubblico (-0,5% m/m).

 

COMMENTI:

MONDO – L’indebolimento dell’attività manifatturiera è geograficamente diffuso, come testimonia il PMI globale.
L’indice di produzione è calato a 50,0, e l’andamento dei nuovi ordini (49,03) e degli ordini da evadere (49,65) indica che il rallentamento potrebbe estendersi ai prossimi mesi.
L’altro lato della medaglia è un ulteriore allentamento delle strozzature all’offerta: l’indice dei tempi di consegna è in ripresa (42,7, massimo dal novembre 2020) e gli indici dei prezzi sono in calo (65,6 per i prezzi degli input, 58,3 per i prezzi di vendita).

AUSTRALIA – La Reserve Bank of Australia ha alzato il tasso di riferimento per il quarto mese consecutivo, di 50pb portandolo 1,85%.
Le previsioni dell’Istituto puntano verso un’inflazione in media annua al 7,75% nel 2022, poco sopra il 4% nel 2023 e intorno al 3% nel 2024 mentre per quanto riguarda la crescita le stime sul PIL sono state riviste al ribasso rispetto alle proiezioni di maggio al 3,25% nell’anno in corso e all’1,75% in quello successivo.
Il comunicato rilasciato al termine della riunione suggerisce che il processo di normalizzazione della politica monetaria proseguirà anche nei prossimi mesi ma verosimilmente su ritmi più moderati rispetto agli ultimi rialzi.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha aperto la settimana in calo sulle ulteriori conferme di rallentamento dell’economia USA emerse anche dall’ISM manifatturiero di ieri.
Da questa mattina, tuttavia, il è in parziale recupero, per il nuovo aumento della risk aversion sia sui segnali di indebolimento della crescita anche al di fuori degli USA, a livello globale, Cina in primis, sia su timori di nuove tensioni USA-Cina per la questione Taiwan (per via dell’arrivo oggi a Taiwan di una delegazione USA guidata dalla Presidente della Camera Nancy Pelosi).
Se l’avversione al rischio dovesse aumentare la discesa del biglietto verde potrebbe temporaneamente interrompersi.

EURL’euro ha aperto la settimana al rialzo da un minimo ieri di 1,0204 a un massimo questa notte di 1,0293 EUR/USD, di riflesso al calo del dollaro, ma questa mattina è ancora in parziale arretramento sulla risalita della risk aversion, acuita per l’area euro da rinnovati timori di ulteriori riduzioni dei flussi di gas dalla Russia.
Questo rimane il principale rischio verso il basso per l’euro, anche in un contesto di generalizzato indebolimento del dollaro dovuto al rallentamento USA.

GBPLa sterlina ha aperto la settimana al rialzo contro dollaro da 1,21 a 1,22 GBP/USD ma oggi sta arretrando sull’aumento della risk aversion.
Analoga la dinamica contro euro, ma contenuta in area 0,83 EUR/GBP.
Maggiori spunti arriveranno con la riunione BoE di giovedì: in caso di rialzo di 50 pb, la sterlina dovrebbe rafforzarsi, ma moderatamente, per la debole crescita domestica.

JPYLo yen ha aperto la settimana in ulteriore rafforzamento sia contro dollaro da 133 a 130 USD/JPY sulla prosecuzione del calo dei rendimenti a lunga USA e sull’aumento della risk aversion sia contro euro da 136 a 133 EUR/JPY.
Nel breve resta ancora possibile un indebolimento – temporaneo – contro dollaro se i rendimenti USA risaliranno parzialmente in vista del prossimo rialzo dei tassi Fed in settembre, ma successivamente la tendenza dovrebbe invertirsi.

AUDIl dollaro australiano ha corretto questa mattina sull’esito della riunione RBA che ha alzato ancora i tassi di 50 pb, a 1,85%, perché la banca centrale ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita (da 4¼% a 3¼% quest’anno e da 2% a 1¾% il prossimo) lasciando intendere che nei prossimi mesi l’entità dei rialzi dei tassi – che proseguiranno per via dell’inflazione (attesa salire ancora quest’anno) – potrebbe ridursi.
Rivediamo al ribasso il profilo atteso dell’AUD a 0,67-0,70- 0,73-0,76 AUD/USD a 1m-3m-6m-12m dal precedente 0,68-0,72-0,75-0,78 AUD/USD.