01 Luglio 2021 – nota economica giornaliera
ITALIA – L’inflazione a giugno è risultata pari all’1,3% (stabile rispetto al mese scorso sull’indice nazionale e in aumento di un decimo sulla misura armonizzata Ue).
Nel mese i prezzi sono saliti di un decimo sul NIC e di due decimi sull’IPCA.
Il dato è stato lievemente inferiore al consenso ma superiore alle nostre previsioni.
Nel mese, i rincari sono venuti soprattutto dai trasporti (+0,7% m/m) e dai servizi ricettivi e di ristorazione (+0,6%): un segnale che in questa fase le pressioni inflattive vengono non solo dall’energia (per via dei carburanti) ma anche dall’effetto-domanda nei settori in precedenza soggetti a restrizioni.
Viceversa, continua il trend di calo nelle comunicazioni (-0,9% m/m, -2,8% a/a) e si registra una correzione per i listini alimentari dopo gli aumenti dei mesi scorsi (in parte legati a fattori meteo).
L’inflazione di fondo è salita di un decimo a 0,3% a/a, quella sul cosiddetto “carrello della spesa” è meno negativa del mese scorso (a -0,4% a/a a giugno, da -0,9% di maggio).
Rivediamo lievemente al rialzo la stima di inflazione media 2021, a 1,3%; ci aspettiamo un’ulteriore salita nei prossimi mesi, sino a un picco vicino al 2% a settembre.
I rischi su questo profilo previsivo appaiono oggi verso l’alto.
ITALIA – A maggio i prezzi alla produzione nell’industria sono cresciuti di +1,0% m/m da +1,3% m/m precedente (rivisto verso l’alto di due decimi): è il sesto mese consecutivo di rincaro.
Sull’anno la crescita si porta a +8,0% da +6,8% di aprile, ai massimi da agosto 2008.
Sul mercato interno la salita dei prezzi (+1,3% m/m, +10,0% a/a) è diffusa a tutti i principali comparti ma ancora trainata, come nei mesi precedenti, dall’energia (+2,0% m/m, +26,2% a/a) e dai beni intermedi (+1,8% m/m, +7,4% a/a).
Anche a livello settoriale la crescita tendenziale risulta generalizzata, con gli incrementi più ampi registrati tra le industrie più esposte ai rincari delle materie prime come la raffinazione (+39,4%), la fornitura di energia (+24,1%), le attività estrattive (+13,4%) e, in minor misura, metallurgia (+11,5%) e chimica (+5,9%).
I dati confermano la presenza di pressioni inflattive a monte della catena produttiva che non sembrano ancora affievolirsi e che pongono rischi al rialzo per i prezzi al consumo nei prossimi mesi.
Nelle più recenti indagini congiunturali le imprese continuano infatti a lamentare difficoltà nel reperire input produttivi segnalando l’intenzione di trasferire i maggiori costi agli utilizzatori finali.
La salita dei prezzi alla produzione non coinvolge solo l’industria ma anche le costruzioni, particolarmente soggette all’aumento dei prezzi delle materie prime (3,5% a/a da 2,4% precedente: è un massimo da fine 2012).
AREA EURO – La stima flash mostra un rallentamento dell’inflazione nel mese di giugno, da 2,0% a 1,9% a/a (+0,3% m/m).
Il ribasso è guidato dalla frenata dei prezzi dell’energia (a 12,5% a/a da 13,1% precedente) e dal calo degli alimentari freschi (-0,3% a/a da zero precedente), per via anche di effetti base sfavorevoli.
L’indice core BCE al netto di alimentari freschi ed energia rimane stabile a 0,9% a/a; nel dettaglio, le due principali componenti dell’indice sottostante hanno registrato dinamiche opposte: da un lato, i prezzi dei beni industriali al netto dell’energia accelerano per il terzo mese consecutivo (1,2% a/a da 0,7%), dall’altro rallentano i servizi (0,7% a/a da 1,1%).
In prospettiva, non si escludono nuovi aumenti sui beni manufatti, come evidenzia l’indagine della Commissione Europea, ma pressioni al rialzo arriveranno anche dai servizi.
Lo spaccato per Paese mostra un andamento discordante dell’inflazione armonizzata nelle quattro maggiori economie dell’area.
L’indice generale cresce in Francia (1,9% a/a) e in Italia (1,3% a/a), rallenta in Germania (2,1% a/a) ed è stabile in Spagna (2,4% a/a).
Ad ogni modo, la frenata dei prezzi nell’Eurozona potrebbe rivelarsi temporanea in quanto legata al calo dell’indice tedesco, la cui crescita riprenderà con forza dal prossimo mese per via dell’effetto-base connesso al taglio dell’IVA entrato in vigore il 1° luglio 2020.
L’evoluzione in corso d’anno dovrebbe vedere i prezzi crescere attorno al 2,5% nel secondo semestre, con un possibile picco al 2,6% a ottobre, cui seguirà un ritorno sotto area 1,5% da gennaio 2022.
La crescita tendenziale dei prezzi energetici è attesa rimanere a due cifre sino a fine anno.
In sintesi, l’indice generale è atteso all’1,9% in media d’anno nel 2021, per rallentare all’1,5% nel 2022.
L’indice core seguirà una dinamica opposta, con un’accelerazione a 1,3% attesa nel 2022 dopo l’1,2% atteso quest’anno, sulla scia della ripresa del mercato del lavoro.
I rischi sulla previsione sono orientati verso l’alto.
GERMANIA
– Le vendite al dettaglio sono salite di +4,2% m/m in maggio, mentre la variazione tendenziale è scesa a -2,4% a/a, per via del confronto statistico con maggio 2020, primo mese di riaperture dopo il lockdown.
L’andamento potrebbe migliorare a giugno, sulla scia dell’allentamento delle misure restrittive: la mobilità verso strutture di intrattenimento e commercio al dettaglio è cresciuta da -30,3 a -6,7.
Inoltre, nell’indagine IFO la valutazione delle imprese sull’andamento del giro di affari è drasticamente migliorata in giugno.
– In giugno il tasso di disoccupazione pubblicato dalla Bundesbank rimane stabile al 5,9%, (il dato di maggio è stato rivisto al ribasso di un decimo).
Nei prossimi mesi il consolidamento della ripresa guiderà la risalita dell’occupazione, che potrà contare ancora su misure di sostegno del mercato del lavoro prorogate sino a dicembre.
Vediamo un calo del tasso di disoccupazione quest’anno, al 5,7% dal 5,9% del 2020; il ritorno sotto i livelli pre-crisi però sarà lento (potrebbe avvenire a inizio 2023), frenato dal rientro degli inattivi tra le forze di lavoro.
FRANCIA
– La stima flash indica che a giugno l’inflazione ha visto una nuova accelerazione, sia sull’indice nazionale, a 1,5% a/a da 1,4% di maggio, che sull’armonizzato, a 1,9% a/a da 1,8% precedente.
Sul mese, i prezzi al consumo hanno segnato un aumento di due decimi su entrambe le misure.
Il rialzo tendenziale è spiegato principalmente dal rincaro dei beni manufatti (+0,9% a/a da -0,1% precedente), mentre rallentano dopo sei mesi di forti aumenti i prezzi dell’energia (a 10,9% a/a da 11,7% di maggio).
I listini alimentari rimangono stabili a -0,3% a/a; l’inflazione decelera ancora sui servizi (a 0,9% a/a dall’1,1% di maggio).
In prospettiva, il picco in corso d’anno dovrebbe essere raggiunto ad ottobre.
In media d’anno nel 2021, l’inflazione è vista a 1,4% sull’indice nazionale e 1,6% sull’armonizzato.
– Dopo l’ampia contrazione di aprile (rivista verso il basso a -8,7% m/m), i consumi privati hanno registrato un rimbalzo più ampio delle attese in maggio (+10,4% m/m), sulla scia della riapertura di tutti gli esercizi al dettaglio.
Non sorprendentemente, il recupero è trainato dai beni maggiormente soggetti alle chiusure di marzo-aprile, ovvero da tessile e abbigliamento (+149,2% m/m da -57% ad aprile).
Invariata la componente alimentare (che era stata pressoché esente da restrizioni).
In caso di stabilità a giugno, le vendite sarebbero in rotta per un calo nel 2° trimestre (-2,7% t/t da +0,9% precedente).
Tuttavia, è probabile un ulteriore recupero a giugno, sulla scia della diminuzione dell’emergenza sanitaria e del miglioramento della fiducia.
STATI UNITI – La stima ADP degli occupati non agricoli privati a giugno registra una variazione di 692 mila posti, con ampi incrementi in tutte le dimensioni di impresa.
Gli occupati aumentano di 68 mila nell’industria e di 624 mila nei servizi.
Per quanto riguarda l’industria, tutti i settori hanno occupati in rialzo consistente: +47 mila nelle costruzioni, +19 mila nel manifatturiero, +2mila nell’estrattivo.
Nei servizi, il rialzo è spinto da una componente “genuina”, cioè quella di tempo libero e ospitalità (+332 mila), oltre a una parzialmente gonfiata da correzioni stagionali, cioè l’istruzione (con +123 mila). Quest’ultima risente probabilmente di un’ampia correzione stagionale che tiene conto della “normale” riduzione estiva di occupati collegata al rallentamento dell’attività nel settore istruzione.
I servizi registrano rialzi diffusi ai principali sotto-settori: 62 mila per commercio e trasporti, 10 mila per le attività finanziarie, 53 mila per i servizi alle imprese, 48 mila per gli altri servizi.
I dati danno indicazioni positive per l’employment report di giugno in uscita venerdì, che dovrebbe registrare un’accelerazione della dinamica occupazionale derivante dalla riapertura delle attività aggregative e dai contributi della correzione stagionale per l’istruzione, che dovrebbero sostenere sia l’occupazione privata sia quella pubblica a livello statale e locale.
GIAPPONE – L’indagine Tankan della BoJ per il 2° trimestre registra un aumento dell’indice per le grandi imprese manifatturiere a 14 (consenso: 15), sui massimi da fine 2018, da 5 del 1° trimestre, e supera ampiamente le previsioni che le imprese avevano formulato 3 mesi per l’indice a 4.
L’indice previsto oggi per settembre è poco variato, a 13, con indicazioni positive per lo scenario economico del settore nell’aggregato.
I segnali espansivi sono diffusi alla maggior parte dei sotto-settori, a parte la persistente debolezza del tessile e della cantieristica navale.
Le grandi imprese non manifatturiere invece registrano un miglioramento contenuto, con l’indice a 1, da -1 di marzo e previsioni per un miglioramento modesto nei prossimi 3 mesi, con l’indice atteso a 3.
Fra i settori ancora in contrazione si trovano i trasporti, l’elettricità ma soprattutto i servizi agli individui e quelli dell’ospitalità e della ristorazione (a -31 e -74, rispettivamente), sulla scia degli effetti dello stato di emergenza in atto da aprile.
Le previsioni degli utili sono positive per l’a.f. 2021, dopo risultati diffusamente negativi per l’a.f. 2020.
I piani di investimento sono in ripresa, con previsioni di aumento della spesa in conto capitale di 9,6% nell’a.f. in corso, riviste al rialzo da 3% dell’indagine a marzo.
I dati confermano quanto il Giappone sia indietro rispetto agli altri paesi industrializzati nell’uscita dalla pandemia.
La lentezza e i ritardi della campagna vaccinale hanno nuovamente frenato i servizi in primavera, e le aspettative di eliminazione delle misure restrittive dello stato di emergenza entro giugno sono parzialmente disattese, per via di una ripresa dei contagi in alcune aree, pur dopo tre mesi di chiusure.
CINA – Il PMI manifatturiero rilevato da Caixin-Markit è sceso da 52 in maggio a 51,3 in giugno, più delle attese (consenso Bloomberg 51,9), registrando un rallentamento del ritmo di espansione della produzione (la componente è scesa da 52,2 in maggio a 51 in giugno) e dei nuovi ordini, sia totali (da 53,4 a 51,6) sia esteri (da 52,3 a 50,1).
Il riaffiorare dei contagi sia in Cina (con i focolai nel Guangdong) sia in molti stati asiatici, ha pesato negativamente sulla domanda interna ed estera mentre le strozzature dal lato dell’offerta hanno continuato a rallentare l’approvvigionamento dei materiali e la produzione e a favorire una diminuzione delle scorte.
La componente occupazione è salita da 50,1 in maggio a 50,8 in giugno, rimanendo in territorio espansivo per il terzo mese consecutivo, segnalando che le imprese stanno comunque continuando ad assumere personale per espandere la capacità produttiva.
La componente dei prezzi degli input è scesa di oltre 7 punti portandosi da 64,4 in maggio a 56,7 in giugno segnalando un rallentamento dell’inflazione dei prezzi alla produzione; una dinamica simile ha registrato la componente dei prezzi degli output.
Il calo potrebbe essere legato in parte alle misure intraprese dal governo in maggio per cercare di calmierare gli aumenti dei prezzi delle materie prime.
Negli altri paesi asiatici i cali della componente prezzi sono stati contenuti ad eccezione di Vietnam e Malesia, due paesi che però hanno attuato restrittive misure di contenimento tra maggio e giugno a causa di un aumento dei contagi di Covid-19.
COMMENTI:
ITALIA – Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto-legge che introduce le seguenti misure:
• sospensione del programma cashback e supercashback nel secondo semestre 2021 (i risparmi sono destinati al finanziamento della riforma degli ammortizzatori sociali); si prevedono al contempo misure per promuovere l’utilizzo della moneta elettronica in funzione di contrasto all’evasione fiscale, come l’incentivo all’impiego di POS;
• rinvio al 31 agosto dei termini di notifica delle cartelle esattoriali e degli avvisi esecutivi relativi alle entrate tributarie e non, e differimento al 31 luglio del termine entro il quale i Comuni devono approvare le tariffe e i regolamenti della Tari;
• stanziamento di risorse superiori al miliardo di euro per attenuare l’aumento delle tariffe elettriche in vigore dal 1° luglio;
• proroga fino al 31 ottobre del divieto di licenziamento nel settore della moda e del tessile allargato, e introduzione di ulteriori 13 settimane di Cassa Integrazione in deroga senza contributo addizionale (ma con divieto di licenziare) per i settori nei quali il divieto è superato a partire dal 1° luglio;
• istituzione di un Fondo per il finanziamento delle attività di formazione dei lavoratori in Cassa integrazione e Nuova assicurazione sociale per l’impiego (NASPI);
• proroga fino al 16 dicembre del termine di restituzione del “prestito ponte” assegnato ad Alitalia e istituzione di un fondo di 100 milioni di euro per l’indennizzo dei titolari di titoli di viaggio e voucher emessi dall’amministrazione straordinaria in conseguenza delle misure anti-COVID;
• rifinanziamento della “Nuova Sabatini” per un importo pari a 300 milioni di euro per il 2021, finalizzato al sostegno di investimenti produttivi delle PMI per acquisto di beni strumentali (cui si aggiungono ulteriori 300 milioni derivanti dal disegno di legge di assestamento di bilancio per il 2021).
STATI UNITI – Kaplan (Dallas Fed) ha ripetuto che sarebbe “molto più salutare cominciare presto” a ridurre gli acquisti di titoli, “e più presto piuttosto che più tardi”.
Kaplan ha sottolineato che in questa fase di riapertura delle attività e boom di domanda il principale problema dell’economia è la scarsità di offerta, sulla quale la politica monetaria è inefficace.
Kaplan ha anche ribadito che una graduale rimozione dello stimolo al momento opportuno darebbe poi maggiore flessibilità nella gestione della politica monetaria in un secondo tempo.
Kaplan ha anche detto che a suo avviso “tutti si aspettano che il tapering possa essere anticipato rispetto a quello che pensavano originariamente”.
Kaplan sarebbe favorevole a ridurre prima gli acquisti di MBS, con minime ricadute sul mercato e una opportuna riduzione di stimolo al mercato immobiliare, ora in fase di boom.
Lo spostamento verso l’alto del grafico a punti ha rivelato che 7 partecipanti al FOMC prevedono una svolta dei tassi nel 2022 e 13 prevedono tassi più alti nel 2023.
Questo dà un segnale anche sulla tempistica del tapering che, in base al framework attuale della politica monetaria, dovrà essere completato prima di iniziare ad alzare i tassi.
PREVISIONI:
ITALIA – Il tasso di disoccupazione potrebbe aumentare di un decimo a 10,8% a maggio, sulla scia soprattutto dell’ulteriore recupero del tasso di attività, mentre potrebbe continuare la tendenza vista negli ultimi mesi di una ripresa dell’occupazione, soprattutto temporanea.
A nostro avviso, il tasso dei senza-lavoro potrebbe toccare un picco poco sopra l’11% tra fine 2021 e inizio 2022.
AREA EURO
– La stima finale dell’indice PMI manifatturiero di giugno dovrebbe confermare la stabilizzazione sul massimo storico di 63,1 evidenziata dalla lettura preliminare.
L’indice manifatturiero italiano è invece previsto a 62,4, poco variato sui massimi storici.
– Prevediamo un tasso di disoccupazione invariato all’8,0% a maggio.
Le indagini di fiducia stanno offrendo segnali di ripresa delle assunzioni sull’onda della ripartenza dell’attività economica ma per un più significativo trend di calo potrebbe essere necessario attendere il 2022.
STATI UNITI
– La spesa in costruzioni a maggio dovrebbe essere in rialzo di 0,3% m/m dopo 0,2% m/m di aprile.
Le indicazioni dell’employment report puntano a un aumento moderato nel settore residenziale e a un rialzo marginale in quello non residenziale.
– L’ISM manifatturiero a giugno è previsto in aumento a 61,4 da 61,2 di maggio.
Il PMI flash di giugno ha registrato un modesto incremento, con un rialzo della produzione e dell’occupazione, a fronte di segnali di modesto rallentamento dei vincoli dal lato dell’offerta.
Il settore dovrebbe proseguire sul sentiero di espansione, pur frenato parzialmente dalle strozzature all’offerta ancora diffuse.