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1 Agosto 2022 – nota economica giornaliera

AREA EURO
 – Venerdì sono stati rilasciate le stime preliminari di inflazione di luglio e i dati di contabilità nazionale relativi al 2° trimestre (entrambe hanno in media sorpreso al rialzo).
Nel complesso dell’area euro, l’inflazione ha sorpreso ancora al rialzo, toccando l’8,9% a/a in luglio, un nuovo massimo dal 1998.
All’aumento mensile di luglio (0,1% m/m) hanno contribuito in modo sproporzionato alimentari lavorati (1,4%) e servizi (1,1%).
La variazione tendenziale dell’indice core (al netto di energia e alimentari freschi) è salita al 5% a/a (+0,1% m/m), dopo il 4,6% a/a di giugno.
In Italia l’inflazione calcolata sull’indice nazionale è scesa al 7,9% a/a dall’8% di giugno, l’inflazione armonizzata è calata all’8,4% a/a da un precedente 8,5%.
In Francia, l’inflazione è salita dal 5,8% al 6,1% sull’indice nazionale e al 6,8% dal 6,5% sull’armonizzato.
Sul fronte della crescita invece nel 2° trimestre del 2022 il PIL è cresciuto più del previsto, dello 0,7% t/t in area euro.
Dopo un 2° trimestre più solido delle attese riteniamo che nel 3° trimestre la crescita PIL possa rallentare su ritmi più modesti (la normalizzazione dei servizi e il turismo dovrebbero comunque offrire qualche sostegno) mentre sussistono severi rischi al ribasso per il ciclo tra il 4° trimestre del 2022 e il 1° trimestre del 2023.
Lo spaccato per Paese mostra un’inattesa crescita dell’economia sia in Francia (0,5% t/t), che in Italia (1% t/t) ed in Spagna (1,1% t/t) ed una stagnazione in Germania.
La sorpresa al rialzo dei dati relativi al 2° trimestre è spiegata dal rimbalzo dell’attività nei servizi, soprattutto turismo e ricreazione, dopo le restrizioni di inizio anno.
I dati sono infatti risultati più solidi in quelle economie dove questi settori hanno un peso più rilevante (come Italia e Spagna, e la Francia più della Germania).

GERMANIA – Poco fa le vendite al dettaglio tedesche hanno mostrato un calo di -1,6% m/m, dopo l’1,2% m/m (rivisto al rialzo da +0,6% m/m) di maggio.

STATI UNITI
 – Venerdì, la spesa e il reddito personali di giugno hanno mostrato aumenti di 1,1% m/m (0,1% m/m in termini reali) e 0,6% m/m, rispettivamente, a fronte di incrementi di 1% m/m per il deflatore dei consumi e di 0,6% m/m per il deflatore core.
– L’Employment Cost Index del 2° trimestre ha segnato un altro ampio rialzo, 1,3% t/t, con salari e stipendi in crescita di 1,4% t/t e il costo del lavoro in rialzo di 1,6% t/t per il settore privato.
Le spinte inflazionistiche e salariali non accennano a diminuire e rendono sempre più difficili le decisioni della Fed in questa fase di rallentamento della crescita

CINA
– Gli indici PMI del settore manifatturiero hanno segnalato un’attenuazione della ripresa economica in luglio.
L’indice PMI manifatturiero pubblicato da Caixin Markit, dopo il rimbalzo a 51,7 in giugno, è sceso a 50,4 in luglio rispetto ad attese di consenso posizionate per un calo più contenuto a 51,5 (Bloomberg), registrando un rallentamento del ritmo di espansione della produzione e degli ordini, sia totali sia esteri.
In calo anche le componenti dei prezzi di acquisto e di vendita e dell’occupazione accompagnate da un peggioramento dei tempi di consegna.
Le imprese hanno segnalato una domanda modesta, l’impatto negativo delle misure di contenimento del Covid-19 e interruzioni della fornitura di elettricità come cause della moderazione della ripresa.
– La dinamica del PMI manifatturiero pubblicato dal NBS è stata peggiore: l’indice è infatti sceso da 50,2 in giugno a 49 in luglio, contrariamente alle attese di consenso di lieve aumento a 50,3 (Bloomberg), registrando un peggioramento delle condizioni economiche rispetto giugno diffuso a tutte le tipologie di imprese.
La flessione dell’indice è imputabile ad una contrazione sia degli ordini totali (la componente è scesa da 50,4 in giugno a 48,5 in luglio) sia di quelli esteri (da 49,5 in giugno a 47,4 in luglio) e ad un calo generalizzato di tutte le componenti e in particolare a quella dei prezzi degli input (scesa da 52,0 in giugno a 40,4 in luglio), in linea con la dinamica delle materie prime.
I tempi di consegna hanno registrato un moderato peggioramento rispetto a giugno verosimilmente a causa di misure delle misure di contenimento dei contagi che sono comunque molto più contenute rispetto a giugno.
Gli ordini inevasi sono scesi oltre i minimi di fine 2015.
– Anche il PMI del settore non manifatturiero del NBS è diminuito dopo il rimbalzo a 54,7 in giugno, scendendo a 53,8 in luglio, leggermente al di sotto delle attese di consenso 53,9 (Bloomberg), con un calo di tutte le componenti ad eccezione delle scorte.
Il calo del PMI dei servizi, da 54,3 in giugno a 52,8 in luglio, spinto al ribasso da un ridimensionamento soprattutto degli ordini e delle aspettative, ha più che compensato l’aumento del PMI costruzioni.
Quest’ultimo è salito da 56,6 in giugno a 59,2 in luglio grazie ad un aumento degli ordini.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha chiuso la settimana passata in calo – la seconda di fila, seguendo il calo dei rendimenti in funzione dei segnali di rallentamento della crescita USA.
Le attese per i dati in uscita in questi giorni (ISM oggi e mercoledì ed employment report venerdì) dovrebbero condurre nella stessa direzione, lasciando il dollaro moderatamente sulla difensiva.
Resta comunque da monitorare ancora in questa fase l’evoluzione della risk aversion che, se in risalita, offrirebbe invece sostegno alla valuta USA.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata pressoché stabile sui livelli di apertura in area 1,02 EUR/USD, ma dopo essere passato per minimi a 1,0095 EUR/USD.
Oggi apre al rialzo in area 1,02 EUR/USD inoltrata sul generalizzato indebolimento del dollaro, ma l’upside potrebbe essere frenato dai segnali di rallentamento che nella seconda metà dell’anno saranno più evidenti anche nell’area euro.
Un’anticipazione in tal senso si attende già dai dati sugli ordini tedeschi giovedì e di produzione industriale tedesca e italiana venerdì.
Le prime resistenze chiave si collocano nella fascia 1,02-1,03 EUR/USD, e i rischi sono ancora verso il basso, soprattutto in caso di notizie negative sul fronte russo-ucraino (in particolare sul tema delle forniture energetiche).

GBPAnche la sterlina ha chiuso la settimana passata al rialzo da 1,19 a 1,22 GBP/USD contro dollaro – principalmente di riflesso all’indebolimento di quest’ultimo – e da 0,85 a 0,83 EUR/GBP contro euro.
Cruciale sarà la riunione BoE di giovedì, che potrebbe sancire un rialzo dei tassi più ampio rispetto ai mesi scorsi, di 50 pb.
Questo favorirebbe la sterlina, ma in misura probabilmente contenuta per via del debole scenario di crescita.
Importanti saranno comunque anche le nuove previsioni di crescita e inflazione che verranno pubblicate con il MPR aggiornato.

JPY – Lo yen ha chiuso la settimana passata in rafforzamento da 136 a 132 USD/JPY e apre al rialzo anche oggi.
Il movimento può proseguire già nel breve in direzione di 130 USD/JPY se la discesa dei rendimenti a lunga USA continuerà.
Lo yen si è rafforzato anche contro euro da 140 a 135 EUR/JPY: nel brevissimo tale movimento potrebbe ridimensionarsi in caso di ulteriore rafforzamento, seppure temporaneo, dell’EUR/USD.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – Oggi la stima finale del PMI manifatturiero di luglio dovrebbe confermare il calo in territorio recessivo, a 49,6 da 52,1 del mese precedente.
La prima stima per l’Italia potrebbe vedere una discesa a 49,4 da un precedente 50,9.
– La disoccupazione dovrebbe risultare in salita a giugno sia in Italia che nel complesso dell’area euro. Il tasso di disoccupazione è infatti atteso in aumento di un decimo sia nell’Eurozona (a 6,7%) che in Italia (a 8,2%).
– Nel resto della settimana, i dati di produzione industriale di giugno dovrebbero registrare una contrazione in Germania e Italia (i Paesi più colpiti dalla crisi del gas), mentre si potrebbe vedere un parziale recupero, dopo la debolezza degli ultimi mesi, in Francia.
– Infine, nell’Eurozona verranno rilasciati dati di giugno sulle vendite al dettaglio, attese in sostanziale stagnazione, e sul PPI, che dovrebbe mostrare un’accelerazione su base congiunturale rispetto al mese precedente.

STATI UNITI
– Gli indici ISM a luglio dovrebbero correggere ulteriormente, pur restando in territorio espansivo.
Oggi è in pubblicazione l’ISM manifatturiero, atteso in calo a 52,5 a luglio.
Le indagini regionali sono state deboli con segnali di modesta contrazione dell’attività.
Nei dati dell’ISM, i nuovi ordini dell’ISM manifatturiero, già sotto 50 a giugno, saranno da monitorare per valutare i crescenti rischi di recessione e la persistenza della debolezza degli investimenti vista con il PIL del 2° trimestre.
– In settimana, verranno pubblicati i principali dati macroeconomici di luglio.
Il rapporto sul mercato del lavoro di luglio dovrebbe confermare un modesto rallentamento della dinamica occupazionale, in parte dovuta a una domanda più moderata e in parte ancora ai persistenti freni dal lato dell’offerta.
Il tasso di disoccupazione dovrebbe essere ancora stabile a 3,6%, in linea con una situazione di eccesso di domanda.
– Fra i dati di giugno, la spesa in costruzioni dovrebbe essere in modesto rialzo e il deficit della bilancia commerciale dovrebbe ridursi ulteriormente.