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Europa meridionale: non chiamatela “periferia”

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a cura di Andrea Volpi


ABSTRACT

Dopo la pandemia, le economie dei Paesi dell’Europa meridionale – Italia, Spagna, Portogallo e Grecia – hanno sovraperformato quelle dei Paesi “core“, riducendo il divario accumulato nel decennio precedente.
Il miglioramento delle prospettive di crescita, favorito anche dal sostegno dei fondi europei, e la riduzione degli squilibri macroeconomici hanno portato a un’accelerazione del consolidamento fiscale.
In Italia, la crescita è tornata a deludere ma il percorso di miglioramento dei saldi di finanza pubblica si è rivelato più rapido del previsto e si prevede che proseguirà anche nei prossimi anni, con il debito pubblico che potrebbe tornare a calare dal 2027-28.
In Spagna, la robusta crescita del PIL non è dovuta solo all’aumento della popolazione e ai flussi turistici; inoltre, le recenti evidenze di ripartenza degli investimenti e l’impulso dei fondi NGEU offrono segnali incoraggianti circa la sostenibilità della ripresa.
In Portogallo e in Grecia, dopo gli sforzi compiuti durante la crisi del debito sovrano, il ritorno a ritmi di crescita più robusti ha permesso un’accelerazione della tendenza di calo del debito pubblico, che dovrebbe proseguire anche nei prossimi anni grazie a un effetto “palla di neve” atteso restare favorevole.

 


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