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Weekly Economic Monitor

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1 Agosto 2025


Il punto

Negli Stati Uniti, il FOMC ha lasciato i tassi invariati ma ha registrato due dissensi di membri del Board per la prima volta dal 1993; i toni di Powell sono stati molto cauti, lasciando intendere che la decisione se tagliare i tassi a settembre sarà totalmente dipendente dai dati in arrivo.
Nel frattempo, l’economia mostra segnali di moderazione della domanda interna che potrebbero essere coerenti con una riduzione dei tassi, a patto però che l’inflazione non salga troppo.
Maggiori evidenze in tal senso si avranno, oltre che dall’employment report di oggi pomeriggio, dai dati in uscita in agosto su ISM e CPI/PPI; Jackson Hole sarà come al solito un appuntamento molto importante per capire le mosse della Fed a settembre.
Nell’area euro, il PIL è rallentato nel 2° trimestre, ma meno del previsto, e l’inflazione è stabile al 2%.
In ogni caso, l’impatto dei dazi sull’economia europea non si è ancora visto appieno, e potrebbe essere massimo tra fine 2025 e inizio 2026.
I dati dei prossimi mesi (specie le indagini di fiducia e i dati sull’IPCA di agosto) saranno cruciali per definire le probabilità di un ultimo taglio dei tassi da parte della BCE alla riunione di settembre.

 


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