Fed ancora in standby, il Comitato si divide
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a cura di Mario Di Marcantonio e Paolo Mameli
ABSTRACT
La riunione del FOMC del 30-31 luglio si è conclusa, come previsto, con un target sui fed funds invariato a 4,25–4,50%.
Bowman e Waller hanno votato contro, preferendo un taglio di 25 punti base: è la prima volta che due membri del Board dissentono dal 1993.
L’unica novità di rilievo del comunicato è il riconoscimento della moderazione della crescita nella prima metà dell’anno.
Il tono della conferenza stampa è stato prudente: Powell ha confermato che l’inflazione resta elevata anche al netto dei dazi e ha segnalato il rischio che le pressioni sui prezzi si rivelino più persistenti del previsto.
In questo contesto, Powell considera la Fed ben posizionata per attendere, ma non ha escluso la possibilità di un taglio a settembre.
Dopo il FOMC, i mercati hanno rivisto al ribasso le attese di tagli entro fine anno (da 45 a 37 punti base).
Il nostro scenario centrale continua a vedere due tagli nel 2025, ma il rischio che gli interventi possano essere procrastinati è in crescita.
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