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19 Marzo 2025 – nota economica giornaliera

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è sceso ancora ieri seppure solo marginalmente grazie ai dati di produzione industriale che hanno sorpreso in positivo aiutando a contenere la debolezza del biglietto verde.
Stasera cruciale sarà il FOMC, dove le attese sono per tassi fermi e possibili ritocchi verso il basso sulla crescita e verso l’alto sull’inflazione.
Il numero di tagli dei tassi attesi quest’anno verrà probabilmente lasciato invariato a due data l’incertezza dominante, ma se dovesse emergere maggior preoccupazione per l’inflazione (ipotesi leggermente più probabile) indicando la necessità di una politica monetaria meno espansiva il dollaro dovrebbe parzialmente beneficiarne.
All’opposto se dovesse prevalere la preoccupazione per la crescita (ipotesi leggermente meno probabile), aprendo le porte ad una politica monetaria più generosa il dollaro dovrebbe indebolirsi, ma anche in questo caso in misura limitata.
La politica dei dazi di Trump per come si sta profilando tende a penalizzare la crescita e accentuare l’inflazione, riducendo il divario tra gli Stati Uniti e le altre principali economie, e quindi comprimendo lo spazio di oscillazione del dollaro in una dinamica più laterale che direzionale.

EURL’euro è salito ancora ieri da 1,08 a 1,09 EUR/USD, sia sulla debolezza del dollaro sia sui progressi sul fronte fiscale in Germania che stanno generando aspettative di maggior crescita a livello domestico, aspettative che sono comunque da interpretarsi con cautela.
Oggi invece ha aperto in calo, di riflesso al dollaro.
Infatti, per la moneta unica sarà cruciale oggi l’esito del FOMC: se ne emergerà una maggior preoccupazione per l’inflazione con associate attese di un sentiero di politica monetaria meno espansivo da parte della Fed l’euro dovrebbe indebolirsi, ma con downside limitato, perché gli effetti inflazionistici dei dazi anche in Europa potrebbero portare ad una BCE più cauta nei tagli dei tassi che invece prima venivano considerati più appropriati.

GBPLa sterlina ieri si è rafforzata sul dollaro da 1,29 a 1,30 GBP/USD, di riflesso al cedimento del biglietto verde, mentre oggi ha aperto in calo, per la stessa ragione, in attesa del FOMC di questa sera.
Se la Fed, pur nell’incertezza, dovesse aprire all’ipotesi di una politica monetaria meno espansiva, la sterlina dovrebbe indebolirsi, ma in misura contenuta, perché domani dalla BoE si attendono tassi fermi e ancora preoccupazione per un’inflazione che fatica a scendere, il che dovrebbe leggermente favorire la valuta britannica rispetto alla moneta unica, come sta già avvenendo questa mattina con il cambio EUR/GBP che, salito ieri, sta tornando a scendere da 0,84 a 0,83.

JPYLo yen è rimasto sulla difensiva oggi indebolendosi contro dollaro da 149 a 150 USD/JPY dopo che la BoJ non ha alzato i tassi alla riunione di questa notte.
La reazione è stata contenuta perché la decisione era attesa e perché, se la dinamica inflazionistico/salariale, come i dati recenti mostrano, si evolverà in linea con le previsioni della banca centrale, un rialzo dei tassi dovrebbe arrivare entro i prossimi mesi, in divergenza rispetto alle altre banche centrali.
Se anche all’atteso non-taglio dei tassi Fed questa sera lo yen reagirà indebolendosi, il downside dovrebbe restare limitato sia per i fattori di debolezza che stanno cominciando a interessare anche il dollaro sia perché per la BoJ la direzione della politica monetaria appare già tracciata, verso l’alto, in corso d’anno.