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4 Marzo 2025 – nota economica giornaliera

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha aperto la settimana in calo ieri in parte penalizzato da altri dati risultati più deboli delle attese (ISM manifatturiero e spesa in costruzioni).
Sul fronte dazi Trump ha confermato che sono stati messi in atto quelli programmati verso Canada (che ha già annunciato misure di ritorsione) e Messico e ha raddoppiato al 20% quelli verso la Cina aggiungendo che altri dazi (non specificati) sono in preparazione.
Questa volta il dollaro non ne ha beneficiato, sia per fattori tecnici legati al recupero della scorsa settimana, sia per alcuni segnali di indebolimento che sanno giungendo dai dati domestici sia perché il rischio di un’effettiva guerra commerciale può rivelarsi penalizzante anche per l’economia USA.
Oggi pertanto, in assenza di spunti particolari, il biglietto verde potrebbe restare sulla difensiva. Domani un nuovo test si avrà con l’ISM non-manifatturiero, atteso in lieve calo.

EURL’euro ha aperto la settimana al rialzo da 1,03 a 1,05 EURUSD, ma perlopiù di riflesso al cedimento del dollaro, restando privo di fattori di forza propria.
La prospettiva che giovedì la BCE tagli i tassi dovrebbe contenere l’upside e favorire almeno un parziale arretramento, a condizione però che i dati USA non deludano, nel qual caso l’eventuale “sorpresa” negativa dagli Stati Uniti prevarrebbe su uno scenario (quello dei tassi BCE) già perlopiù scontato.

GBPLa sterlina ha aperto la settimana al rialzo contro dollaro da 1,25 a 1,27 GBP/USD perlopiù di riflesso al generale cedimento del biglietto verde.
A meno di sorprese positive dai dati USA la valuta britannica potrebbe consolidare o almeno stabilizzarsi.
Contro euro è pressoché stabile ma con una marginale tendenza al cedimento, comunque contenuto in area 0,82 EUR/GBP, perché la sterlina tende a risentire di più dell’incertezza legata anche alle questioni internazionali, dai dazi agli sviluppi sul fronte russo-ucraino.

JPYLo yen ha aperto la settimana al rialzo contro dollaro da 151 a 148 USD/JPY guidato dal calo dei rendimenti a lunga USA.
A meno di sorprese positive dai dati statunitensi, lo yen potrebbe consolidare o almeno stabilizzarsi.