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21 Febbraio 2025 – nota economica giornaliera

MERCATI VALUTARI:

USD – Dopo un tentativo di recupero durato due giorni, ieri il dollaro è tornato a scendere, complici dati (sussidi di disoccupazione e Philly Fed) che hanno fornito indicazioni di debolezza superiore alle attese, ma soprattutto la percezione che la politica dei dazi di Trump possa essere meno aggressiva del previsto.
Quest’ultimo rimane il tema caldo e quindi resta da monitorare quotidianamente in quanto fonte di possibile volatilità.
Sul fronte dati oggi dai PMI si attendono marginali progressi.
A meno di delusioni il dollaro potrebbe pertanto mantenere il lieve recupero con cui ha aperto oggi, ma la dinamica prevalente rimane di tipo laterale.

EURL’euro si è rafforzato ieri da 1,04 a 1,05 EUR/USD, ma perlopiù di riflesso al calo del dollaro, e non per il dato sulla fiducia dei consumatori dell’area che, pur essendo migliorato un po’ più del previsto, resta comunque in territorio negativo.
I PMI di stamani sono risultati lievemente più deboli del previsto mostrando una stabilizzazione a livello composito, in quanto sul progresso superiore alle attese del manifatturiero ha prevalso l’inatteso peggioramento dei servizi.
L’arretramento in corso del cambio, che perlopiù riflette la dinamica del dollaro, è quindi comunque coerente con i dati dell’area, che giustificano una debolezza intrinseca della moneta unica, leggermente acuita dall’incertezza per le elezioni di domenica in Germania.

GBPLa sterlina si è rafforzata ieri contro dollaro da 1,25 a 1,26 GBP/USD principalmente di riflesso al calo di quest’ultimo che mantiene un ruolo di driver.
Infatti, stamani la valuta britannica ha tratto solo lieve e momentaneo beneficio dai dati sulle vendite al dettaglio che pure hanno sorpreso verso l’alto, cedendo poco dopo, anche a causa dei PMI che hanno visto l’inatteso ampio miglioramento del manifatturiero prevalere sull’inatteso marginale miglioramento dei servizi.
A frenare l’upside della sterlina contribuisce l’incertezza a livello internazionale, in particolare per quanto riguarda le politiche commerciali USA.
Contro euro si mantiene invece più resiliente, in rafforzamento da 0,83 a 0,82 EUR/GBP, sempre su attese che la BoE tagli i tassi meno della BCE.

JPYLo yen si è rafforzato ulteriormente contro dollaro da 151 a 149 USD/JPY sia sul calo dei rendimenti a lunga USA sia, soprattutto, al consolidarsi di attese di un altro rialzo dei tassi BoJ, anche dopo gli ultimi dati di inflazione che questa notte hanno confermato pressioni rialziste dominanti.
Stamani la valuta nipponica sta facendo parziale marcia indietro, anche dopo le dichiarazioni di Ueda che ha spiegato che la BoJ può incrementare gli acquisti di JGB se i rendimenti salgono troppo.
Tuttavia, come spiegato nel recente passato dalla stessa BoJ, lo strumento di policy principale resta il tasso d’intervento e se anche nel breve possibili nuovi rialzi dei rendimenti USA sono sufficienti a indebolire di nuovo lo yen, la prospettiva che la BoJ, in controtendenza rispetto alle altre banche centrali, si appresti ad alzare i tassi, per ora contiene il downside dello yen e poi dovrebbe favorirne un rafforzamento.