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14 Gennaio 2024 – nota economica giornaliera

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha aperto la settimana aggiornando i massimi ieri sull’onda lunga della sorpresa positiva dell’employment report di venerdì.
Questa mattina invece è parzialmente arretrato, un movimento che è perlopiù di ritracciamento dopo l’ampia ascesa recente.
Oggi i prezzi alla produzione sono attesi in accelerazione, il che dovrebbe favorire il biglietto verde, in attesa del test di domani con l’inflazione.
Salvo delusioni dai dati, il dollaro dovrebbe restare supportato.
La prossima settimana invece, con l’insediamento di Trump (20 gennaio) il focus si sposterà sugli annunci della nuova Presidenza, in particolare con riferimento ai dazi.
Se inizialmente su questi venisse adottato un approccio graduale e/o selettivo, lo slancio rialzista del dollaro dovrebbe attenuarsi.

EURL’euro ha aperto la settimana aggiornando i minimi (da novembre 2022) a 1,0176 EURUSD ieri, principalmente di riflesso al rafforzamento del dollaro, e ancora di riflesso alla dinamica di quest’ultimo stamani ha parzialmente recuperato rientrando in area 1,02 EUR/USD.
Il dato di produzione industriale italiana è risultato migliore del previsto, ma non è sufficiente a restituire slancio alla moneta unica, perché i rischi sulla crescita dell’area sono verso il basso, lasciando tali anche quelli sull’euro, soprattutto nel brevissimo termine.

GBP – La sterlina ha aperto la settimana in calo ieri aggiornando i minimi (da novembre 2023) contro dollaro da 1,22 a 1,20 GBP/USD, principalmente di riflesso alla forza del biglietto verde cui si aggiunge in questo momento la preoccupazione per la sostenibilità dei conti di finanza pubblica britannici alla luce del sell-off dei Gilts.
Lo spazio di manovra del governo infatti è limitato e se le tensioni di mercato non dovessero rientrare si prospettano interventi di riduzione della spesa o aumenti delle tasse con effetti negativi sulla già debole crescita.
La prospettiva, tuttavia, che la BoE attui solo un paio di tagli dei tassi quest’anno continua a fornire parziale sostegno alla valuta britannica che infatti, pur aggiornando i minimi ieri ha chiuso la sessione in lieve rialzo ed è temporaneamente risalita in area 1,22 GBP/USD stamani, pur ritrovandosi in calo mentre scriviamo.
Nel caso della sterlina la volatilità è ampia per via dell’elevata esposizione agli sviluppi globali, in particolare sul fronte delle politiche commerciali USA. Domani usciranno i dati domestici di inflazione, attesa ancora elevata.
Tuttavia, a meno di sorprese verso l’alto, la sterlina rischia di mantenersi sulla difensiva nel breve, restando driver i temi USA.
Contro euro, infatti, si mantiene in calo, da 0,83 a 0,84 EUR/GBP.

JPYLo yen ha aperto la settimana in lieve rialzo ieri contro dollaro, da 157 a 156 USD/JPY, ma in realtà si sta mantenendo in range ed oggi è di nuovo in arretramento.
Il monitoraggio verbale sul cambio da parte della autorità domestiche e la rinnovata possibilità che la BoJ riprenda ad alzare i tassi nella prima parte dell’anno stanno aiutando a contenere il downside dello yen.
Questa notte il vice-governatore della BoJ Himino ha dichiarato che alla riunione della prossima settimana (venerdì 24) si discuterà se alzare i tassi o meno, perché sul fronte domestico si stanno rafforzando le prospettive di una dinamica salariale più sostenuta.
In assenza di un rialzo dei tassi però i rischi sullo yen nel brevissimo termine restano verso il basso.