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2 Ottobre 2024 – nota economica giornaliera

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è rafforzato ieri aiutato sia dai dati sui JOLTS, che hanno fornito indicazioni positive sul mercato del lavoro, sia – soprattutto – dall’aumento della risk aversion dovuta alle crescenti tensioni in Medio Oriente (attacco missilistico iraniano contro Israele).
L’ISM invece ha deluso, restando stabile contro attese di lieve aumento, ma specialmente vedendo un ampio calo della componente prezzi.
Oggi importanti saranno i dati sui nuovi occupati ADP, attesi in aumento: in tal caso il dollaro dovrebbe consolidare o almeno stabilizzarsi, ma in vista dei prossimi tagli dei tassi Fed i rischi restano verso il basso.

EUR – L’euro, già penalizzato ieri dai dati di inflazione dell’area che hanno mostrato un calo significativo, è sceso ulteriormente anche sui fattori di forza del dollaro, portandosi, come avevamo ipotizzato, da 1,11 a 1,10 EUR/USD. Nel breve, finché permangono le aspettative di mercato che sia BCE sia Fed taglino i tassi di altri 50 pb entro fine anno, dovrebbe prevalere una dinamica laterale, nella parte medio/bassa del range 1,10-1,12 EUR/USD.

GBPLa sterlina ha corretto ieri contro dollaro da 1,33 a 1,32 GBP/USD principalmente sul rafforzamento del biglietto verde.
In assenza di spunti propri prevalgono i driver USA ma tendenzialmente la valuta britannica nel breve dovrebbe restare supportata grazie allo scenario di tagli dei tassi BoE più cauto rispetto a Fed e BCE.
Il mercato sconta con probabilità 84% un taglio di 25 pb a novembre (che resta la nostra previsione), facendola salire al 100% su dicembre.
Contro euro è stabile in area 0,83 EUR/GBP, ma si tratta di livelli di forza.

JPY – Lo yen ha mostrato una dinamica contrastata contro dollaro ieri chiudendo sui livelli di apertura ma muovendosi tra 142 e 144 USD/JPY e aprendo in indebolimento oggi.
L’idea da più parti ventilata in questi giorni che almeno per ora la BoJ valuti con molta cautela l’opportunità di procedere già nel breve con i rialzi dei tassi sfavorisce la valuta nipponica, che successivamente però dovrebbe tornare ad apprezzarsi sulla divergenza BoJ-Fed.