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30 Settembre 2024 – nota economica giornaliera

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata al ribasso, scendendo anche venerdì sui deflatori dei consumi perché mentre il core come da attese è salito marginalmente, l’headline invece è sceso più del previsto, rafforzando l’ipotesi che la Fed possa tagliare i tassi di altri 50 pb almeno entro fine anno.
Questa settimana dagli ISM (domani e giovedì) si attende un lieve aumento, mentre per l’employment report venerdì, ancora più rilevante, si prevede una sostanziale conferma dei livelli del mese scorso.
In tal caso il dollaro dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi, nella parte medio/bassa del range recente.
Qualora invece vi fossero delusioni dai dati (ISM e/o condizioni del mercato del lavoro più deboli del previsto) il dollaro scenderebbe ancora.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata in solo marginale rialzo tra 1,11 e 1,12 EUR/USD, perlopiù di riflesso al dollaro, scendendo venerdì sui dati di inflazione francesi e spagnoli che hanno mostrato un calo superiore alle attese, così come quelli italiani poco fa (indicazioni analoghe si attendono per quelli tedeschi più tardi).
Domani importante sarà il dato di inflazione dell’area previsto in calo.
Se le aspettative non verranno disattese, l’euro, che ha aperto in recupero questa mattina, dovrebbe tornare a indebolirsi, anche se probabilmente in misura limitata, restando in range, aiutato dai fattori di debolezza che dall’altra parte frenano il dollaro.
Da seguire oggi anche l’intervento di Lagarde (BCE).

GBPLa sterlina ha chiuso la settimana passata al rialzo contro dollaro da 1,32 a 1,34 GBP/USD, perlopiù di riflesso all’indebolimento del biglietto verde.
Ed è salita anche questa mattina su dati contrastanti perché il PIL è stato rivisto al ribasso ma la componente investimenti al rialzo, mentre il credito al consumo è aumentato, anche se meno del previsto.
Domani e giovedì saranno pubblicati i PMI finali ed eventuali revisioni al rialzo favorirebbero ancora la sterlina, ma più utili saranno alcuni discorsi BoE in calendario a partire da Greene questa sera.
Fintantoché resta avvalorata l’ipotesi di un solo altro taglio dei tassi BoE di 25 pb entro fine anno (a novembre) la valuta britannica dovrebbe mantenersi leggermente favorita rispetto al dollaro e nel breve anche rispetto all’euro.

JPYLo yen aveva chiuso la settimana passata al rialzo contro dollaro salendo nella sola giornata di venerdì da 146 a 142 USD/JPY sull’elezione a primo ministro di Shigeru Ishiba, che in passato si era espresso a favore di rialzi dei tassi da parte della BoJ.
E il movimento è proseguito fino a 141 USD/JPY stamani, salvo poi invertire rotta mostrando un cedimento dello yen sulle dichiarazioni dello stesso Ishiba che ha lasciato intendere che in questa fase le condizioni economiche domestiche richiedono che la politica monetaria rimanga accomodante, aggiungendo il rischio di elezioni anticipate nei prossimi mesi, fattore che può temporaneamente indebolire la valuta nipponica.
Tuttavia, fintantoché nel breve si consolida l’idea che la Fed possa tagliare ancora significativamente i tassi, il downside dello yen dovrebbe retare limitato e temporaneo e la tendenza sottostante mantenersi in apprezzamento.