La Bussola dell’Economia Italiana
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a cura di Elisa Coletti, Paolo Mameli e Andrea Volpi
ABSTRACT
L’evoluzione dello scenario congiunturale
Confermiamo le nostre stime di crescita per il PIL italiano (a 0,7% quest’anno e 1,2% nel 2025), che paiono soggette a rischi al rialzo in caso di piena implementazione del PNRR.
La maggiore sfida per i prossimi mesi sarà rappresentata dall’esigenza di trovare coperture per rifinanziare i tagli fiscali in scadenza a fine anno.
L’economia italiana ha continuato a mostrare una maggiore resilienza del previsto anche a inizio 2024, crescendo dello 0,3% t/t (in linea con la media dell’Eurozona).
Pensiamo però che nei mesi primaverili possa essersi registrato un rallentamento su base congiunturale.
I rischi sulla stima sono a nostro avviso verso il basso perché sia le costruzioni che l’industria dovrebbero aver frenato la crescita in primavera.
Continuiamo a pensare però che il ciclo possa riaccelerare gradualmente a partire dal secondo semestre.
Infatti, lo shock inflazionistico sembra essere stato “assorbito”: gli effetti della stretta monetaria probabilmente non si sono ancora dispiegati appieno, ma anche in questo caso il picco dell’impatto potrebbe essere alle spalle.
Nel 2024, la crescita verrà a nostro avviso soprattutto dal contributo delle esportazioni nette, visto che ci attendiamo un calo (per il secondo anno consecutivo) delle importazioni a fronte di una accelerazione per l’export.
Anche la domanda domestica dovrebbe contribuire positivamente al PIL quest’anno, ma assai meno che nel 2023 per via di un rallentamento sia dei consumi (a 0,4% da 1,2% l’anno scorso) che degli investimenti (a 2,1% da 4,9%).
Mentre la spesa delle famiglie è attesa riaccelerare il prossimo anno, crescendo più del PIL (di 1,5%, nel nostro scenario di base) grazie al recupero dei redditi reali, e nonostante una risalita del tasso di risparmio, viceversa gli investimenti sono visti rallentare ulteriormente l’anno prossimo (a 0,9%), per effetto di una contrazione delle costruzioni.
In ogni caso, l’accelerazione prevista per il 2025 dipende in buona parte dalla domanda domestica e soprattutto dai consumi.
Dal lato dell’offerta, l’industria resta in una fase di contrazione, anche se le evidenze in termini di valore aggiunto sono assai meno sfavorevoli rispetto a quelle relative alla produzione.
Per quanto concerne le costruzioni, l’effetto negativo della stretta sul Superbonus sarà almeno in parte compensato dagli effetti delle opere infrastrutturali previste dal PNRR, ma ciò non dovrebbe impedire una contrazione del settore nel 2025, prima di una possibile ripartenza nel 2026 (tuttavia, nel 2027, il venir meno del supporto dal PNRR potrebbe innescare una nuova contrazione).
Insomma, il principale motore di crescita nel 2024-25 dovrebbero restare i servizi.
Il processo disinflazionistico è continuato anche nei primi mesi del 2024, ed è stato più accentuato rispetto a quello registrato nei principali partner europei.
A nostro avviso, l’inflazione italiana rimarrà inferiore a quella europea per la maggior parte dell’anno.
Sul fronte fiscale, il Governo dovrà presentare entro il 20 settembre il piano fiscale in accordo al nuovo quadro regolatorio UE, aggiornando i numeri contenuti nel DEF di aprile che rappresentavano proiezioni a legislazione invariata.
Il punto però è che, per confermare i numeri del DEF, il Governo dovrebbe trovare copertura integrale per misure in scadenza pari a quasi 20 miliardi, ovvero lo 0,9% del PIL.
A nostro avviso, un disavanzo al 3,9% del PIL potrebbe configurare una compliance di massima con il nuovo quadro regolatorio UE, il che limiterebbe a circa 15 miliardi l’entità delle coperture richieste (un’operazione comunque sfidante).
Sul fronte del debito, non sarà possibile evitare una risalita a partire da quest’anno, almeno sino al 2026 compreso.
Tendenze del settore bancario
I prestiti bancari confermano un trend di riduzione poco diverso rispetto ai mesi precedenti.
Ad aprile l’aggregato dei prestiti a famiglie e imprese ha mostrato un leggero miglioramento, con un minor calo del -2,2% a/a, confermato a maggio dalle anticipazioni ABI, dopo tre mesi a -2,6%.
In dettaglio, ad aprile i prestiti alle società non-finanziarie hanno riportato una riduzione del -3,4%, moderatamente meno intensa rispetto al -3,9% del 1° trimestre.
Per i prestiti alle famiglie, è proseguita la lenta discesa dello stock, con una variazione del -1,25%.
Lo stock di mutui è rimasto in stallo (-0,1%).
In un quadro generalmente poco variato, spicca il dato positivo dei flussi di nuovi prestiti per acquisto abitazioni, tornati in crescita, del +4,4%, che fa seguito a una serie continua di cali da settembre 2022.
All’opposto, le rinegoziazioni sono rimaste in riduzione.
Le erogazioni sono state ancora una volta prevalentemente a tasso fisso, pari all’86% del totale operazioni.
L’andamento dei depositi si conferma migliore rispetto al 2023, con un calo moderato ad aprile seguito da un altro rimbalzo sull’intorno dello zero a maggio, secondo informazioni preliminari, come già registrato a marzo.
Accanto al graduale recupero dei depositi, prosegue la forte dinamica delle obbligazioni, che ad aprile hanno segnato una variazione del +21,7%, seguita da un +18,2% a maggio secondo le stime ABI.
Si rafforza, quindi, la crescita della raccolta complessiva da clientela, in atto da inizio anno, con il +1,1% ad aprile e il +1,9% a maggio secondo le anticipazioni ABI.
Continua, ma con meno vigore rispetto al 2023, la ricomposizione dei portafogli dei risparmiatori verso i titoli di debito.
Indice dei contenuti
• Il testimone della crescita è atteso passare dal Superbonus al PNRR (p. 2 )
• Sintesi della previsione macroeconomica (p. 7 )
• Produzione industriale ancora in contrazione (p. 8 )
• Le indagini manifatturiere non segnalano una ripresa imminente (p. 9 )
• Rimbalza (riteniamo, temporaneamente) la produzione nelle costruzioni (p. 10 )
• I servizi restano pressoché l’unico motore di crescita (p. 11 )
• Consumi in lenta ripartenza dopo la flessione a sorpresa di fine 2023 (p. 12 )
• Il tasso di disoccupazione torna sotto il 7% per la prima volta dal 2008 (p. 13 )
• Quest’anno un ampio contributo alla crescita del PIL viene dall’export netto (p. 14 )
• Inflazione ancora ben al di sotto della media europea (p. 15 )
• Ad aprile, tornano in leggera crescita i nuovi mutui alle famiglie (p. 16 )
• Depositi in miglioramento e obbligazioni sempre in forte crescita (p. 19 )