25 Ottobre 2023 – nota economica giornaliera
AREA EURO – Ieri è tornato a calare il PMI composito ad ottobre (46,5 da 47,2, un minimo da fine 2020) con flessioni diffuse alla manifattura (43 da 43,4) e ai servizi (47,8 da 48,7).
Sulla base della relazione storica con l’attività economica il livello medio degli indici sarebbe coerente con una contrazione del PIL intorno a -0,4% t/t.
Dopo la pandemia tale relazione si è indebolita ma le indagini di fiducia suggeriscono che i rischi al ribasso sulla tenuta del ciclo nei prossimi mesi si stanno facendo più tangibili soprattutto alla luce di intenzioni di assunzione tornate al di sotto della soglia d’invarianza per la prima volta da gennaio 2021.
In Germania il PMI composito è sceso a 45,8 da 46,4 mentre in Francia è risalito a 45,3 da 44,1.
I dati sono compatibili con un calo degli indici anche in Italia e Spagna.
STATI UNITI – Ieri il PMI manifatturiero flash di ottobre ha registrato un modesto miglioramento, a 50 da 49,8 di settembre, trainato da ordini (51 da 49,4) e produzione (51,1 da 50,8) che hanno più che compensato la flessione sotto la soglia di invarianza dell’indice dell’occupazione (a 49,8, un minimo da luglio 2020).
L’indice dei prezzi di acquisto è salito per il quarto mese consecutivo (56,6 da 54,9) spinto ancora dagli elevati prezzi della benzina, mentre i listini di vendita sono rimasti sostanzialmente invariati.
Nei servizi, il PMI è cresciuto dopo quattro flessioni consecutive, a 50,9 da 50,1, con miglioramenti diffusi sia alle componenti correnti che, soprattutto, alle aspettative.
L’occupazione è rimasta sostanzialmente stabile mentre gli indicatori dei prezzi sono calati sensibilmente, segnali confortanti per un ulteriore raffreddamento delle pressioni inflazionistiche sui servizi.
L’indice composito è aumentato di otto decimi a 51 e anticipa un inizio di quarto trimestre ancora positivo, aumentando le probabilità di un “soft landing” per l’economia statunitense a cavallo tra il 2023 e il 2024, dopo che la crescita del PIL nel terzo trimestre (in uscita giovedì) dovrebbe attestarsi oltre al 4% t/t ann.
COMMENTI:
BCE – La Bank Lending Survey della BCE di ottobre ha mostrato un’ulteriore restrizione delle condizioni creditizie nel 3° trimestre, anche in misura superiore rispetto a quanto anticipato in precedenza, e indicazioni di calo piuttosto marcato della domanda di prestiti.
Per il trimestre in corso le aspettative puntano verso un nuovo declino della domanda, seppur meno accentuata rispetto ai tre mesi precedenti.
Gli istituti bancari intervistati riportano inoltre maggiori difficoltà nell’attrarre depositi soprattutto da parte della clientela retail, visti i rendimenti superiori offerti da strumenti e investimenti alternativi, ed un peggioramento delle condizioni finanziarie imputabili anche agli effetti delle politiche di normalizzazione del bilancio della BCE e alla fine di TLTRO III.
Tali impatti, secondo le banche, dovrebbe intensificarsi nei prossimi 6 mesi e riflettersi anche sulle condizioni e sui volumi di credito.
L’indagine conferma come la restrizione monetaria sia in piena fase di trasferimento sull’economia reale.
STATI UNITI – I repubblicani hanno scelto il deputato Mike Johnson come ultimo candidato alla presidenza della Camera dopo tre turni di votazioni.
Non è ancora chiaro se Johnson otterrà i 217 voti (maggioranza semplice alla Camera) di cui ha bisogno per ottenere la carica.
MERCATI VALUTARI:
USD – Il dollaro ha pienamente recuperato il calo d’inizio settimana dopo che ieri i PMI USA hanno sorpreso positivamente mostrando un aumento, con ritorno sopra quota 50,0, contro attese di calo.
La resilienza dell’economia USA favorisce il biglietto verde offrendogli supporto, ma l’upside appare contenuto entro i massimi d’inizio mese.
L’attesa è tutta per il FOMC di mercoledì prossimo.
EUR – L’euro ha corretto abbondantemente ieri da 1,0693 a 1,0581 EUR/USD complici sia i PMI dell’area peggiori delle attese sia i PMI USA invece migliori delle attese.
Questa mattina è lievemente risalito, anche grazie all’IFO tedesco risultato migliore del previsto, pur restando ancora su livelli di debolezza.
L’upside dell’euro appare limitato (tecnicamente nel brevissimo termine entro la fascia 1,06-1,07 EUR/USD): indicativa sarà domani la riunione BCE.
GBP – Anche la sterlina ha corretto ieri sul recupero del dollaro da 1,22 a 1,21 GBP/USD restando in calo anche questa mattina a fronte di dati domestici che ieri hanno fornito indicazioni miste.
Oggi, infatti, la sterlina è in lieve calo anche contro euro per quanto contenuto in area 0,87 EUR/GBP.
La probabilità attesa di mercato per un rialzo BoE entro fine anno si è ridotta recentemente, attestandosi oggi al 24% (lo stesso livello atteso per la Fed): questo priva di supporto la sterlina, che trarrebbe comunque probabilmente scarso beneficio anche da un altro rialzo dei tassi per la debolezza del quadro di crescita domestico.
JPY – Lo yen è sceso marginalmente ieri sul rafforzamento del dollaro ma mantenendosi ancora in area 149 USD/JPY, aiutato sia dalla tendenza calante dei rendimenti a lunga USA sia dal monitoraggio (verbale) sul cambio delle autorità giapponesi.
I rischi rimangono leggermente verso il basso nel breve per lo yen: cruciali saranno la prossima settimana le riunioni di Fed e BoJ.
PREVISIONI:
GERMANIA – Questa mattina l’indice IFO di ottobre è visto salire a 86,1 da un precedente 85,7, dopo cinque mesi di cali consecutivi.
Ci aspettiamo un miglioramento delle attese a 84 da 82,9, e una sostanziale stabilizzazione delle indicazioni sulla situazione corrente, a 88,5 da 88,7.
Il minor pessimismo dovrebbe riguardare in particolare il manifatturiero.
L’indice IFO rimane ampiamente al di sotto della media a lungo termine e coerente con una prolungata fase di debolezza per l’economia tedesca.
AREA EURO – In Eurozona il ritmo di contrazione di M3 dovrebbe accelerare al ribasso a settembre (prevediamo a -1,6% a/a da -1,3%).
STATI UNITI – Oggi le vendite di case nuove a settembre potrebbero salire a 700 mila, dopo il forte calo di -8,7% m/m a 675 mila registrato ad agosto.
Le scorte di case invendute sono salite moderatamente lo scorso mese e potrebbero sostenere in parte le vendite nei prossimi mesi; tuttavia, il peggioramento della fiducia dei costruttori e gli elevati tassi sui mutui non segnalano un’inversione di rotta per il settore.