20 Settembre 2023 – nota economica giornaliera
AREA EURO
– Ieri i dati BCE di luglio hanno registrato un restringimento dell’avanzo di partite correnti a 20,9 miliardi di euro dai 35,8 miliardi di giugno (dati destagionalizzati). In particolare, l’incremento del surplus nei servizi (11 da 8 mld) non è risultato sufficiente a compensare la diminuzione nel commercio di beni (23 da 38 mld).
In ridimensionamento sia l’avanzo sui redditi primari (1 da 4 mld) che il deficit per quelli secondari (-14 da -15 mld).
– Sempre ieri l’inflazione nell’Eurozona è stata rivista al ribasso di un decimo rispetto alla stima preliminare, a 5,2% (+0,6% m/m); a luglio l’inflazione era al 5,3%.
L’indice core BCE (al netto di energia e alimentari freschi) ha invece confermato il quinto calo consecutivo, a 6,2% (+0,3% m/m) da 6,6% precedente; confermato anche il calo dell’indice al netto di alimentari ed energia, passato al 5,3% (+0,3% m/m) dal 5,5% di luglio.
GERMANIA – Poco fa i prezzi alla produzione sono cresciuti di +0,3% m/m (da -1,1% a luglio), per una variazione annua a -12,6% da -6% precedente (minimo da quando esiste la serie, ovvero dal 1949).
La ragione principale del calo tendenziale del PPI è stato il crollo dei prezzi dell’energia, ma anche la flessione dei prezzi dei beni intermedi.
L’inflazione sui beni di consumo e sui beni strumentali continua a rallentare.
Al netto dell’energia (-31,9% a/a, con l’energia elettrica a -43,2% a/a), il PPI risulta in crescita dell’1,2% rispetto allo stesso mese dello scorso anno.
STATI UNITI – Ieri i nuovi cantieri residenziali ad agosto hanno sorpreso verso il basso, calando a 1,283 mln (-11,3% m/m, -2,7% a/a) da 1,447 mln di luglio (un minimo da giugno 2020), con un crollo sia della componente multifamiliare (-26,3% m/m) che, in minor misura, di quella unifamiliare (-4,3% m/m).
Le licenze, invece, sono cresciute più delle aspettative, a 1,543 mln da 1,443 mln, indicando che la domanda abitativa nel breve termine rimane ancora sostenuta.
Come segnalato dall’indagine di fiducia dei costruttori di lunedì (per la prima volta sotto la soglia di invarianza negli ultimi cinque mesi), il settore rimane fortemente penalizzato dalla politica monetaria restrittiva della Fed, che ha portato i tassi dei mutui sopra al 7%, e dal rallentamento del mercato del lavoro; pertanto ci aspettiamo che il ritmo delle nuove costruzioni rallenti nell’ultimo trimestre dell’anno.
COMMENTI:
ITALIA – Ieri il Consiglio Ue ha dato il via libera alle modifiche del PNRR dell’Italia proposte dal governo lo scorso luglio, dopo che già la Commissione aveva espresso una valutazione preliminare positiva stabilendo che la “revisione” è giustificata e non incide sulla pertinenza, l’efficacia, l’efficienza e la coerenza del piano di ripresa e resilienza.
Le modifiche riguardano 10 misure, tra cui gli incentivi all’efficienza energetica nell’ambito del cosiddetto “Superbonus“, l’aumento delle strutture di assistenza all’infanzia, lo sviluppo dell’industria spaziale e cinematografica e il trasporto sostenibile.
L’approvazione del piano modificato era condizione necessaria affinché il Governo potesse chiedere il pagamento della quarta rata, dopo che l’esborso della terza tranche (decurtato di 500 milioni) avverrà nelle prossime settimane.
STATI UNITI – Oggi riunione del FOMC dovrebbe concludersi con una sospensione dei rialzi dei tassi a fronte del mantenimento di un bias restrittivo.
Nella conferenza stampa Powell potrebbe evidenziare che l’evoluzione recente dello scenario è stata in linea con le tendenze attese dalla Fed, ovvero che i dati più recenti hanno mostrato un raffreddamento sia delle dinamiche occupazionali che delle pressioni inflazionistiche core, ma dovrebbe ribadire che l’opzione per un ulteriore rialzo è ancora sul tavolo, e che le decisioni verranno prese in base al flusso di nuovi dati.
L’aggiornamento delle previsioni macroeconomiche potrebbe evidenziare una revisione al rialzo delle stime di crescita per fine 2023 ma anche una possibile limatura al ribasso dell’inflazione core e al rialzo del tasso di disoccupazione.
Il grafico a punti, dopo il netto spostamento in senso hawkish visto a giugno, potrebbe “stabilizzarsi” con una mediana sui fed funds attorno a 5,6% come tre mesi fa, ovvero poco sopra il livello corrente (a indicare che un nuovo rialzo dei tassi da 25pb non è escluso del tutto); per il 2024, la mediana potrebbe risultare pari o lievemente superiore al precedente 4,6%.
Riteniamo che un primo taglio dei tassi si avrà non prima del 2° trimestre 2024 (verosimilmente a giugno).
MERCATI VALUTARI:
USD – Il dollaro ha mostrato una dinamica contrastata ieri in linea con le indicazioni di carattere misto giunte dai dati sul settore immobiliare, anche se il tema centrale è il FOMC di questa sera.
Ci aspettiamo tassi fermi a questa riunione con il mantenimento però di un bias restrittivo in funzione dei dati.
L’orientamento al rialzo potrebbe aiutare il dollaro, soprattutto perchè indicherebbe che l’avvio del ciclo di tagli dei tassi l’anno prossimo verrà rinviato.
Tuttavia, l’upside è limitato perché la Fed è comunque in chiusura del ciclo di rialzi e i rischi sono verso il basso, soprattutto in caso di eventuali revisioni al ribasso delle proiezioni di crescita e inflazione.
EUR – Anche l’euro ha mostrato una dinamica contrastata perlopiù di riflesso al dollaro mantenendosi nel range 1,06-1,07 EUR/USD.
Se l’esito del FOMC sarà favorevole al dollaro l’euro dovrebbe arretrare, ma il downside è limitato (supporti chiave nella fascia 1,06-1,05 EUR/USD) perché la BCE l’anno prossimo inizierebbe a tagliare i tassi (almeno un trimestre) dopo la Fed.
Simmetricamente a quanto detto sopra per il dollaro, i rischi per l’euro sono verso l’alto.
JPY – Lo yen si è indebolito leggermente contro dollaro da 147 a 148 USD/JPY aggiornando i massimi recenti e rischia ulteriore debolezza sull’esito del FOMC di questa sera.
Infatti, le autorità giapponesi si sono nuovamente espresse indicando che stanno monitorando con “elevato senso di urgenza” i movimenti del cambio.
Più significativa sarà la riunione BoJ venerdì.
GBP – La sterlina ha corretto questa mattina sia contro dollaro pur restando in area 1,23 GBP/USD sia contro euro pur mantenendosi in area 0,86 EUR/GBP, sui dati di inflazione che hanno sorpreso verso il basso mostrando un calo sia per la componente headline sia per la componente core.
Il dato non dovrebbe compromettere la possibilità che domani la BoE alzi ancora i tassi, ma probabilmente l’upside per la sterlina sarebbe comunque limitato per via dei rischi verso il basso sulla crescita domestica.
PREVISIONI:
AREA EURO – Nell’Eurozona oggi la produzione nelle costruzioni dovrebbe tornare a crescere a luglio: sulla base dei dati nazionali già pubblicati, che pesano per circa il 60% del totale, stimiamo un rialzo di 1,4% m/m dopo la flessione di -1% registrata il mese precedente.
Il rimbalzo lascerebbe un effetto trascinamento favorevole sul 3° trimestre.
La tendenza in calo delle indagini di fiducia, nonché della domanda di mutui e dei permessi di costruzione, non lascia intravedere una ripresa tra fine 2023 e inizio 2024.