4 Settembre 2023 – nota economica giornaliera
ITALIA
– Venerdì il PIL del 2° trimestre è stato rivisto al ribasso di un decimo a -0,4% t/t; la variazione tendenziale è stata limata a 0,4% da 0,6%.
La flessione lascia comunque il livello del prodotto interno lordo lo 0,2% al di sopra dei livelli di fine 2022, circa in linea con la media dell’Eurozona.
Lo spaccato dei dati mostra come la contrazione sia spiegata soprattutto dal forte calo dei consumi delle pubbliche amministrazioni e degli investimenti in costruzioni.
I consumi privati sono risultati stagnanti mentre gli investimenti in macchinari hanno corretto solo marginalmente.
Positivo l’apporto delle scorte mentre è risultato nullo il contributo delle esportazioni nette.
Dal lato dell’offerta il valore aggiunto è calato nell’agricoltura, nell’industria e, seppur in misura modesta, nei servizi.
– L’indice PMI manifatturiero è salito per il secondo mese ad agosto, a 45,4 da un precedente 44,5, rimanendo comunque su livelli coerenti con un calo dell’attività.
L’indagine riporta un rallentamento del ritmo di contrazione della produzione, che resta comunque sostenuto, mentre accelerano al ribasso gli ordini all’export e restano deboli gli acquisti di input produttivi.
Anche le indicazioni sulle scorte di prodotti finiti restano coerenti con un’attività industriale debole nei prossimi mesi e con le imprese che iniziano infatti a segnalare un calo dell’occupazione per la prima volta da agosto 2020.
– Il PPI è calato di -0,1% m/m a luglio portando la variazione tendenziale a -10,2%.
Il marginale calo dei prezzi è spiegato da una flessione dei beni intermedi (-1,4% m/m) e, in misura inferiore, dei beni di consumo durevoli (-0,2% m/m) mentre è tornata a crescere l’energia (+1% m/m) al netto di cui i listini sono diminuiti di -0,5% m/m (ma ancora in rialzo di 1,1% rispetto ad un anno prima). Sostanzialmente invariati i beni strumentali (+0,2% m/m).
Il recente rialzo dei costi energetici potrebbe contribuire a frenare il raffreddamento delle pressioni a monte delle filiere produttive nei prossimi mesi.
GERMANIA – Poco fa i dati sul commercio estero di luglio hanno mostrato una crescita dell’import (+1,4% m/m) ed una flessione per l’export (-0,9% m/m), dovuta al calo delle vendite verso i Paesi non appartenenti all’area euro; di conseguenza, l’avanzo commerciale destagionalizzato è sceso più delle attese, a 15,9 miliardi dai 18,7 miliardi di giugno.
STATI UNITI
– Venerdì la variazione dei nonfarm payrolls di agosto è stata pari a 187mila, superiore alle variazioni (ampiamente riviste al ribasso) di giugno (105mila) e luglio (157mila), ma coerente con una ulteriore frenata della media trimestrale a 150mila unità: si tratta di una crescita inferiore agli incrementi che si osservavano nel 2019, prima della crisi pandemica.
Inoltre, la crescita occupazionale è avvenuta per metà in un unico settore, la sanità (+97mila), tolto il quale c’è ormai ben poca crescita.
Una certa riaccelerazione negli altri comparti è possibile perché i dati di agosto risentono dell’impatto transitorio degli scioperi a Hollywood (-15mila) e del fallimento di Yellow (-34mila nel comparto logistica e trasporti).
Tuttavia, il ribilanciamento del mercato del lavoro sta continuando.
Le ore medie lavorate settimanalmente sono leggermente risalite a 34,4, ma sono rimaste stabili per il quinto mese di fila nel manifatturiero.
La maggiore sorpresa è venuta dal tasso di disoccupazione, balzato dal 3,5 al 3,8%.
L’aumento riflette la crescita del tasso di partecipazione da 62,6 a 62,8%, con un travaso di popolazione alla forza lavoro che ha più che compensato l’aumento degli occupati (222mila, secondo la rilevazione presso le famiglie).
A completare il quadro, un graduale rallentamento della crescita salariale: la variazione mensile dei salari orari medi è stata di solo 0,2%, per una variazione tendenziale in lieve rallentamento a 4,3% a/a.
– La stima finale del PMI manifatturiero di agosto ha dipinto un quadro meno negativo rispetto alla lettura preliminare, attestandosi a 47,9 rispetto a 47 (comunque in calo dal 49 di luglio).
Ordini, produzione e occupazione hanno registrato peggioramenti nel mese e l’indagine segnala che il settore potrebbe stentare anche nei prossimi mesi, frenato da una domanda fiacca che inibisce la capacità produttiva e le aspettative di assunzione delle aziende.
– In controtendenza con il dato del PMI, l’ISM manufatturiero ad agosto ha registrato il secondo rialzo consecutivo, a 47,6 da 46,4 del mese precedente, trainato dai progressi rilevati nella produzione (50 da 48,3), occupazione (48,5 da 44,4, in recupero dal minimo di tre anni toccato a luglio) e ordini inevasi (44,1 da 42,8).
Rimane al di sotto della soglia di invarianza l’indicatore dei prezzi pagati che, tuttavia, recupera quasi sei punti nel mese, attestandosi a 48,4 da 42,6.
Nonostante il lieve rimbalzo, l’indagine è in linea con i segnali pessimistici giunti dalle altre indagini del mese.
– La spesa in costruzioni a luglio è aumentata dello 0,7% m/m (+5,5% a/a), in espansione rispetto allo 0,6% di giugno (rivisto verso l’alto dallo 0,5% precedente).
La spesa privata ha accelerato nel mese, segnando un rialzo dell’1% m/m, spiegato dalla variazione positiva della componente residenziale (+1,4% m/m) e, in minor parte, di quella non residenziale (+0,5% m/m).
La spesa pubblica ha invece registrato una flessione marginale, di -0,4% m/m.
In sintesi, le costruzioni proseguono l’espansione anche ad inizio terzo trimestre, tuttavia, gli effetti della restrizione monetaria e le limitazioni dell’offerta potrebbero rallentare la crescita dei prossimi mesi.
COMMENTI:
BCE – Secondo Wunsch (Belgio), la BCE potrebbe aver bisogno di alzare i tassi ancora un po’ a causa della persistenza dell’inflazione.
Vuj?i? (Croazia) ha ammesso che l’economia sta rallentando più del previsto, mentre l’inflazione è in linea con le attese; l’indebolimento dell’economia potrebbe favorire il processo di disinflazione.
Secondo Vuj?i?, nei prossimi mesi sarà impossibile dire dove si colloca il tasso terminale: una dichiarazione coerente con l’ipotesi che la BCE manterrà un tightening bias in caso di tassi invariati a settembre.
STATI UNITI
– Il 25 agosto, Powell aveva dichiarato che “il ribilanciamento del mercato del lavoro è continuato nell’ultimo anno, ma resta incompleto”.
I dati di venerdì confermano le tendenze ricordate dal presidente della Fed nel suo discorso: rallentamento della crescita occupazionale e calo delle ore settimanali lavorate, riduzione delle offerte di lavoro inevase, ripresa della partecipazione e dell’immigrazione.
Dunque, i dati aumentano la probabilità che la Fed opti per tassi invariati alla riunione di settembre.
– Dalla Fed, Mester (Fed di Cleveland) ha dichiarato che il mercato del lavoro rimane resiliente nonostante i segnali positivi dell’employment report di agosto.
A suo parere, il tasso di disoccupazione al 3,8% rimane comunque troppo basso e le future decisioni in materia di tassi da parte della banca centrale saranno prese dopo un attento monitoraggio dei dati economici e bancari e dell’andamento dei mercati finanziari.
PREVISIONI:
AREA EURO
– La settimana entrante in vedrà la pubblicazione dei primi dati di produzione industriale di luglio, attesi mostrare un rimbalzo in Francia e Spagna a fronte di una sostanziale stagnazione in Germania.
– Gli indici PMI Servizi di agosto in Italia e Spagna dovrebbero risultare compatibili con una perdita di vigore per il settore durante l’estate.
– Inoltre, potrebbe proseguire la tendenza di calo per i prezzi alla produzione e le vendite al dettaglio in Eurozona.
– Il PIL del 2° trimestre potrebbe essere rivisto al ribasso in area euro.
– Infine, non si attendono revisioni dalle stime finali d’inflazione di agosto in Germania e Spagna.
STATI UNITI
– Questa settimana l’agenda dei dati è quasi vuota.
Il deficit della bilancia commerciale a luglio dovrebbe mantenersi sui livelli registrati lo scorso mese mentre l’indagine ISM dei servizi di agosto dovrebbe confermare i segnali di rallentamento del settore evidenziati dalle precedenti indagini del mese.
– In calendario anche la pubblicazione da parte della Fed del Beige Book che potrebbe dare indicazioni potenzialmente rilevanti per la riunione del FOMC di fine settembre.