1 Settembre 2023 – nota economica giornaliera
AREA EURO
– Ieri i dati sui prezzi al consumo hanno registrato un aumento dell’inflazione armonizzata in Francia (5,7% a/a da 5,1%), un calo in Italia (5,5% a/a da 6,3%) e una stabilità al 5,3% a/a nel complesso dell’Eurozona.
L’incremento francese è spiegato esclusivamente dall’energia mentre rallenta il ritmo delle altre componenti, come avviene anche in Italia e nel resto dell’Eurozona dove però il contributo energetico è ormai negativo.
L’inflazione core al netto di alimentari freschi ed energia è calata al 4,8% a/a da 5,2% a/a in Italia e al 6,2% a/a da 6,6% in area euro e riteniamo che calerà ancora a settembre e nei prossimi mesi, un segnale incoraggiante per il raffreddamento delle pressioni sui prezzi.
– Le rilevazioni sul mercato del lavoro di luglio hanno infine registrato un aumento del tasso di disoccupazione al 7,6% in Italia dopo che il dato del mese precedente è stato rivisto al rialzo di un decimo al 7,5%.
In Eurozona il tasso dei senza-lavoro è invece rimasto invariato al 6,4%.
Le indagini iniziano a mostrare segnali di ridimensionamento delle intenzioni di assunzione mentre il rallentamento del ciclo potrebbe iniziare a pesare sul mercato del lavoro.
Sia in Italia che in Eurozona la disoccupazione potrebbe salire in agosto (in Germania è aumentata di un decimo al 5,7%) e gradualmente anche nei trimestri successivi per toccare un picco nel 2024.
STATI UNITI
– La spesa personale a luglio ha registrato un aumento di 0,8% m/m, dopo 0,6% del mese precedente (rivisto al rialzo da 0,5%), spinta dai servizi (+0,8% m/m da +0,6%) soprattutto finanziari ed assicurativi, e, in minor misura, dai beni (+0,7% m/m da +0,6%).
Continua a rallentare il reddito personale, a 0,2% m/m da 0,3% del mese precedente, e di conseguenza il tasso di risparmio è calato per il secondo mese consecutivo, al 3,5% da 4,3%.
Il deflatore, come da aspettative, ha registrato un aumento di 0,2% m/m sia sull’indice headline sia su quello core e la variazione annua si è attestata rispettivamente al 3,3% a/a (da 3%) e al 4,2% a/a (da 4,1%), in rialzo per effetti base sfavorevoli.
Nel mese sono calati di tre decimi i prezzi dei beni (terza variazione negativa consecutiva) mentre i servizi sono saliti dello 0,4%, con incrementi nella sanità, trasporti e servizi ricreativi.
In sintesi, ci sono indicazioni confortanti sul trend discendente dell’inflazione che riducono sensibilmente le già limitate probabilità di un rialzo dei tassi nel mese e segnali positivi provengono anche dai consumi, che all’inizio del terzo trimestre appaiono ancora resilienti.
– La scorsa settimana le nuove richieste di sussidio sono scese a 228mila da 232mila mentre i sussidi esistenti, aggiornate alla settimana precedente, sono saliti a 1,725 milioni da 1,697.
Nonostante il modesto aumento di inizio mese le richieste sono tornate sotto la media degli ultimi tre mesi e non mostrano ancora segnali di deterioramento del mercato del lavoro.
CINA – Il PMI del settore manifatturiero rilevato da Caixin, contrariamente alle attese del consenso (Bloomberg 49) e al PMI del NBS pubblicato ieri, è salito da 49,2 in luglio a 51 in agosto, toccando il livello più alto da marzo scorso.
Tutte le componenti hanno registrato un aumento ad eccezione delle scorte di materie prime.
Gli aumenti più rilevanti sono stati registrati dalla componente dei nuovi ordini, della produzione e dell’occupazione, tutte ritornate in territorio espansivo in linea con le segnalazioni delle imprese di miglioramento della domanda.
Alcuni casi di chiusura temporanea dell’attività a causa delle temperature elevate hanno contribuito ad un aumento degli ordini inevasi nonostante l’incremento di personale.
L’occupazione, in particolare, è tornata sopra 50 per la prima volta da marzo toccando il massimo da marzo 2010.
La componente degli ordini esteri, anch’essa in aumento, è invece rimasta al di sotto di 50, confermando che la domanda estera rimane in moderata contrazione.
Le pressioni sui costi delle imprese sono lievemente salite, con la componente dei prezzi di acquisto in moderato aumento per la prima volta negli ultimi sei mesi, mentre i prezzi di vendita hanno continuato a scendere sebbene ad un ritmo inferiore al mese precedente.
Nell’insieme, il PMI del NBS e di Caixin, segnalano che le pressioni al ribasso sul settore manifatturiero sembrano essere rientrate nel mese di agosto ma l’attività economica, seppur in lieve miglioramento, resta ancora debole.
COMMENTI:
BCE – Come è emerso dai verbali pubblicati ieri, già a fine luglio i membri del consiglio direttivo BCE avevano rilevato un deterioramento delle prospettive di crescita di breve termine, in parte attribuibile alla trasmissione della politica monetaria ma per altri aspetti riconducibile a problemi strutturali dell’industria manifatturiera.
I rischi al ribasso rispetto alle previsioni di giugno erano “più evidenti”.
Di contro, “sembrava che l’attenuazione degli shock non fosse in grado, da sola, di riportare l’inflazione verso l’obiettivo, il che indicava pressioni inflazionistiche più radicate”.
Il resoconto della riunione mostra qualche preoccupazione anche per la persistenza delle breakeven inflation a lungo termine su livelli superiori al 2%. Riguardo alla politica monetaria, “rimaneva incerto” quanta ulteriore restrizione sarebbe stata necessaria, anche perché “era ritenuto importante non estendere l’orizzonte temporale per il raggiungimento dell’obiettivo oltre il 2025”.
In particolare, “un ulteriore rialzo dei tassi a settembre sarebbe necessario se non ci fossero prove convincenti che l’effetto dell’inasprimento cumulativo sia abbastanza forte da far scendere l’inflazione sottostante in modo coerente con un tempestivo ritorno dell’inflazione complessiva” al 2%; d’altro canto, una revisione al ribasso delle proiezioni di inflazione dello staff appariva probabile.
Nel complesso, riteniamo che la probabilità di rialzo dei tassi a settembre sia notevolmente scesa a causa dell’ulteriore peggioramento dei dati avvenuto in agosto, che si rifletterà in una significativa revisione al ribasso delle proiezioni di crescita reale e (meno marcatamente) di inflazione.
Tuttavia, la BCE manterrà una sorta di tightening bias, tenendosi pronta ad alzare ancora i tassi se il flusso dei dati mostrerà segnali di riaccelerazione o di eccessiva persistenza dell’inflazione.
STATI UNITI – Dalla Fed, Bostic (Atlanta Fed) ha sostenuto che la politica monetaria sia attualmente in territorio adeguatamente restrittivo e sia necessario attendere che abbia effetto sull’economia, evitando di stringere troppo e provocare inutili danni.
PREVISIONI:
AREA EURO
– Il calendario di oggi vede la pubblicazione delle stime finali dei PMI manifatturieri di agosto dopo che le letture flash hanno registrato segnali di rallentamento del ritmo di contrazione dell’attività.
Anche le prime letture di Italia e Spagna potrebbero evidenziare un incremento degli indici di fiducia (seppur su livelli ancora recessivi) rispettivamente a 46,5 da 44,5 e a 48,3 da 47,8.
– Restando in Italia non ci aspettiamo revisioni alla stima finale del PIL nel 2° trimestre mentre i prezzi alla produzione potrebbero essere calati ancora a luglio.
STATI UNITI
– Il focus oggi sarà sull’employment report di agosto, atteso registrare un aumento degli occupati non agricoli di 170 mila unità, dopo le 187 mila di luglio (un minimo da gennaio 2021).
Le indagini di fiducia mostrano infatti chiari segnali di indebolimento della domanda di lavoro e le aperture di posti di lavoro a luglio sono scese sui minimi di più di due anni.
Il tasso di disoccupazione dovrebbe risultare invariato al 3,5% e i salari orari sono visti in crescita di 0,3% m/m, in rallentamento dallo 0,4% m/m del mese precedente, in linea con minori aspettative di aumenti salariali da parte delle piccole imprese.
La variazione annua è vista stabile al 4,4% a/a.
– La stima finale del PMI manifatturiero di agosto dovrebbe confermare il calo a 47 da 49 di luglio, con flessioni diffuse ad ordini, produzione e domanda di input.
Anche l’indice ISM manifatturiero potrebbe registrare una leggera flessione, a 46 da 46,4, confermando le indicazioni recessive provenienti dalle altre indagini del mese.
– Infine, la spesa in costruzioni a luglio dovrebbe aumento allo stesso ritmo del mese precedente, di 0,5% m/m, nonostante le crescenti pressioni verso il basso esercitate dalla restrizione monetaria e dalle limitazioni all’offerta.