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29 Maggio 2023 – nota economica giornaliera

ITALIA – Venerdì l’indice di fiducia delle imprese manifatturiere è calato per il terzo mese consecutivo a maggio, a 101,4 da 102,8 di aprile (ai minimi da ottobre 2022).
Il deterioramento è stato generalizzato e ha interessato sia le valutazioni attuali su ordini e produzione, sia le aspettative per il futuro, mentre sono calate per l’ottavo mese consecutivo le aspettative sui prezzi di vendita.
Anche l’indicatore composito del clima di fiducia delle imprese diffuso dall’Istat (IESI) è diminuito a maggio, a 108,7 da 110,4 del mese precedente, trainato dalla flessione del morale nelle costruzioni, che ha corretto dopo aver toccato il secondo massimo assoluto di sempre ad aprile.
Una flessione più moderata è stata registrata dal morale delle famiglie, sceso a 105,1 da 105,5 di aprile, per via principalmente del deterioramento delle aspettative per il futuro e della situazione personale.
In calo anche le opportunità di risparmio sia attuali che future (una conferma del fatto che le famiglie stanno attingendo ai risparmi per sostenere la spesa nonostante la perdita di potere d’acquisto); l’inflazione sia percepita che attesa ha registrato un rimbalzo nel mese.
Le indagini di maggio sono compatibili con la nostra idea di un PIL italiano in crescita di 0,1/0,2% t/t nei trimestri centrali dell’anno, dopo il sorprendente rimbalzo di ben 0,5% visto a inizio anno.
Nel 2023, la crescita potrebbe anche superare l’1%.
Per il momento manteniamo la nostra stima di un’accelerazione del PIL all’1,5% nel 2024, ma l’evoluzione del ciclo il prossimo anno dipenderà in misura cruciale dalla tenuta del settore immobiliare e da un’attuazione tempestiva ed efficace del PNRR.

FRANCIA – L’indice di fiducia dei consumatori INSEE è rimasto invariato a 83, ben al di sotto della media di lungo periodo e solo modestamente al di sopra dei minimi toccati nella seconda metà del 2022.
La lettura di maggio è sintesi di un deterioramento della situazione corrente e delle intenzioni di acquisto, nonché di un incremento della propensione al risparmio, a fronte di un miglioramento per le aspettative.
Negli ultimi mesi i dati sono stati influenzati dall’effetto degli scioperi ma la domanda sottostante sembra restare debole.
Il miglioramento dei giudizi su inflazione (futura e percepita) e sulla disoccupazione suggeriscono che il recupero del reddito disponibile dal 2° semestre potrebbe supportare una ripresa delle spese dei nuclei famigliari.

STATI UNITI
 – Venerdì, la spesa personale di maggio ha sorpreso al rialzo, con una variazione di 0,8% m/m, spinta sia dai beni (1,1% m/m), principalmente auto, sia dai servizi (0,7% m/m).
Il reddito personale è cresciuto di 0,4% m/m, determinando un calo del tasso di risparmio a 4,1% da 4,5% di aprile.
Il deflatore core ha registrato un aumento di 0,4% m/m (4,7% a/a), come atteso, con una variazione dei prezzi dei servizi core ex-abitazione di 0,4% m/m.
L’inflazione core si mantiene persistentemente elevata, anche se su base mensile non sta più accelerando da diversi mesi.
Il sentiero recente del deflatore core dovrebbe indurre il FOMC a rivedere verso l’alto a giugno le previsioni per l’inflazione a fine 2023, da 3,6% previsto a marzo, e mantenere un bias verso l’alto per i tassi. Prevediamo ancora una pausa per i tassi a giugno, ma con rischi al rialzo.
Il dato dei nonfarm payrolls di maggio, in uscita venerdì, sarà cruciale.
– Gli ordini di beni durevoli di maggio hanno mostrato un aumento di 1,1% m/m (dopo 3,3% m/m ad aprile), spinti principalmente dai trasporti, incluse le auto, e dai macchinari.
Gli ordini di beni capitali al netto di difesa e aerei sono in rialzo di 1,4% m/m, dopo -0,6% m/ di aprile, e migliorano lo scenario per gli investimenti nel 2° trimestre.
– La fiducia dei consumatori rilevata dall’University of Michigan a maggio (finale) è risalita a 59,2 dalla lettura preliminare di 57,7, con le aspettative a 55,4 e le condizioni correnti a 64,9, mantenendosi al di sotto dei livelli di aprile.
La fiducia delle famiglie cala regolarmente durante i periodi in cui il limite del debito è sotto i riflettori.
Le aspettative di inflazione a 1 anno sono scese a 4,2% dal picco di 4,6% di aprile, mentre sull’orizzonte a 5 anni sono salite per il secondo mese consecutivo, a 3,1%, sul massimo da giugno 2022.

 

COMMENTI:                                  

BCE – Come in precedenza l’olandese Knot, anche Makhlouf (Irlanda) ritiene opportuni due rialzi dei tassi BCE a giugno e luglio, mentre è aperto a ogni opzione per quanto concerne la riunione di settembre.

STATI UNITIIeri Biden e McCarthy hanno definito gli ultimi dettagli dell’accordo sul limite del debito annunciato sabato, dando il via libera al disegno di legge che alza il limite del debito e impone limiti alla spesa discrezionale per i prossimi due anni.
Il testo è stato pubblicato ieri sera, con l’obiettivo di avere i voti del Congresso e la firma del presidente entro una settimana, accelerando il processo di approvazione di una legge prima di un possibile default del Tesoro.
Yellen pochi giorni fa aveva comunicato che al 5 giugno il Tesoro non sarebbe più in grado di onorare i propri impegni finanziari senza un rialzo del limite del debito.
Le misure incluse nel compromesso ricalcano le indicazioni preliminari emerse nell’ultima settimana:
1) controllo del sentiero della spesa discrezionale, con una modesta riduzione nel 2024 e un rialzo dell’1% nel 2025 per la componente ex-difesa, in presenza di un rialzo di circa il 3% per la difesa nel 2024; sarebbe in rialzo di 1%;
2) utilizzo dei fondi per Covid non spesi;
3) accorciamento dei tempi di approvazione dei progetti energetici, da una media corrente intorno a 4,5 anni, a 1-2 anni;
4) requisito di partecipazione a programmi di inserimento al lavoro per gli individui senza dipendenti che richiedano sussidi alimentari, fino al 2030;
5) riduzione dei fondi allocati all’Internal Revenue Service per il contrasto all’evasione fiscale, riallocati in parte al programma di contenimento del servizio del debito universitario.
Gli effetti dell’accordo sull’economia sarebbero marginali.
La tabella di marcia è un voto alla Camera mercoledì, con la trasmissione del testo approvato per la discussione al Senato nel giro di un giorno o due al massimo.
Il voto al Senato potrebbe avvenire entro una settimana circa.
Per avere la legge firmata dal presidente entro il termine del 5 giugno occorrerà che il disegno di legge sia approvato senza emendamenti in entrambi i rami del Congresso.
L’ala conservatrice dei repubblicani della Camera ha già segnalato opposizione all’accordo, indicando la volontà di usare tattiche procedurali per dilazionare il voto.
McCarthy ha dichiarato che “più del 95%” dei rappresentanti repubblicani sono favorevoli.
I progressisti democratici sono critici del compromesso e probabilmente il passaggio della legge richiederà un voto bipartisan.
In conclusione, il sentiero dell’accordo in Congresso è ancora irto di ostacoli ma, a nostro avviso, il passaggio di una legge entro il 5 giugno è lo scenario centrale.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata al rialzo, reagendo positivamente anche venerdì ai dati complessivamente favorevoli.
Oggi i mercati USA sono chiusi per il Memorial Day, per cui sarà da domani che si coglierà meglio la reazione al raggiungimento, nel fine settimana, dell’accordo per l’innalzamento del limite del debito che sarà votato alla Camera mercoledì.
Tuttavia, in questi giorni, ipotizzando che ora ragionevolmente il tema sul limite del debito diventi meno importante, l’attenzione tornerà sui dati (soprattutto fiducia dei consumatori domani, occupati ADP e ISM manifatturiero giovedì, ed employment report venerdì) dai quali si attendono indicazioni di indebolimento del quadro di crescita.
A meno di sorprese verso l’alto, la recente salita dei rendimenti potrebbe dunque almeno fermarsi e il dollaro dovrebbe di conseguenza smettere di rafforzarsi e avviare un parziale ritracciamento.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata in ulteriore calo da 1,08 a 1,07 EUR/USD aggiornando qui i minimi (a 1,0700 EUR/USD).
Dai dati dell’area dei prossimi giorni non si attendono indicazioni favorevoli (sia la fiducia domani sia l’inflazione giovedì sono previste in calo), ma i dati USA, attesi sfavorevoli al dollaro, dovrebbero prevalere su quelli dell’area evitando all’euro – a meno di sorprese – di scendere ulteriormente.
Tecnicamente il downside si collocherebbe nella fascia 1,06-1,05 EUR/USD ed eventuale nuova debolezza sarebbe comunque solo transitoria.
Lo scenario di prosecuzione dei rialzi dei tassi BCE con chiusura invece del ciclo di rialzi Fed e progressivo indebolimento dell’economia USA nei prossimi mesi a fronte invece di una seppur modesta ripresa nell’area euro dovrebbe infatti favorire una risalita del cambio almeno a quota 1,10 EUR/USD.

GBPLa sterlina ha chiuso la settimana passata in calo contro dollaro da 1,24 a 1,23 GBP/USD, riprendendosi però leggermente venerdì sui dati delle vendite al dettaglio risultati migliori delle attese.
In assenza di dati importanti sul fronte domestico in questi giorni la valuta britannica dovrebbe reagire di riflesso ai driver USA.
A meno di sorprese positive dai dati USA dovrebbe pertanto rafforzarsi sia contro dollaro sia, seppure di meno, contro euro, sorretta dal consolidarsi di attese che la BoE alzi ancora i tassi entro l’estate, con il primo rialzo previsto già alla prossima riunione del 22 giugno.
Contro euro la valuta britannica si era rafforzata anche venerdì da 0,87 a 0,86 EUR/GBP.

JPY – Lo yen ha chiuso la settimana passata in calo da 137 a 140 USD/JPY, aggiornando qui i minimi oggi, penalizzato dalla ulteriore salita dei redimenti a lunga USA.
Questi potrebbero però stabilizzarsi o scendere almeno leggermente nei prossimi giorni sui dati USA, a meno di sorprese, il che dovrebbe favorire un parziale recupero dello yen.
La valuta nipponica si è indebolita anche contro euro da 148 a 151 EUR/JPY.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – Oggi in area euro non ci sono dati di rilievo in calendario, ma verranno diffusi i dati sulla bilancia commerciale extra-UE di aprile in Italia.
– Questa settimana il calendario è fitto di dati importanti nella zona euro: il focus sarà sulle stime preliminari dell’inflazione di maggio, in uscita fra mercoledì e giovedì ed attesa tornare a calare sia nei principali Paesi che nell’area nel suo complesso.
– Domani, l’indice di fiducia economica elaborato dalla Commissione UE completerà la tornata di indagini di fiducia di maggio, confermando verosimilmente una diffusa correzione del morale, più marcata nel manifatturiero che nei servizi.
– Il tasso di disoccupazione dovrebbe risultare invariato su livelli molto bassi ad aprile sia nella media area euro che in Italia, così come in maggio in Germania.
– La seconda stima dovrebbe confermare la crescita del PIL su base congiunturale di due decimi in Francia e di mezzo punto in Italia nel 1° trimestre.
– Infine, in Francia sia la spesa per consumi che la produzione industriale dovrebbero vedere un rimbalzo ad aprile.

STATI UNITI
 – Oggi i mercati sono chiusi per Memorial Day.
Durante la settimana ci sono pochi, ma significativi, dati in uscita.
Il focus sarà sull’occupazione di maggio, con i non-farm payroll previsti in rialzo, ma a un ritmo più contenuto rispetto ad aprile, e il tasso di disoccupazione in aumento di un decimo a 3,5%.
– Fra gli altri dati di maggio, l’ISM manifatturiero dovrebbe confermare una modesta recessione nel settore, e la fiducia dei consumatori dovrebbe essere in calo sulla scia dell’indebolimento del mercato del lavoro.