Inflazione area euro: la discesa sarà lenta, l’allerta massima è sui servizi
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a cura di Aniello Dell’Anno e Paolo Mameli
ABSTRACT
Dopo cinque mesi di cali ininterrotti, l’inflazione nell’Eurozona è risalita di un decimo ad aprile, al 7% a/a; viceversa, l’indice core BCE (al netto di alimentari freschi ed energia) ha rallentato al 7,3% dopo il picco al 7,5% di marzo (è il primo calo da gennaio 2022).
L’inflazione headline dovrebbe tornare a scendere da maggio, sino ad arrivare al 3% a dicembre; l’indice “di fondo” potrebbe chiudere l’anno su livelli più elevati, al 3,5%.
I rischi su questo scenario sono verso l’alto e legati principalmente alla componente dei servizi, la cui dinamica dipenderà dalla tenuta della domanda nel comparto.
Gli alimentari dovrebbero contribuire a frenare l’inflazione nei prossimi mesi ma l’impatto disinflazionistico del rientro dei prezzi energetici potrebbe essere in parte compensato dalle pressioni al rialzo (soprattutto sugli alimentari freschi) derivanti dalla siccità attesa in estate nell’Europa meridionale.
Di conseguenza, la dinamica annua dei prezzi alimentari è attesa rimanere piuttosto elevata anche nella seconda metà dell’anno, chiudendo il 2023 con un tendenziale al 3,6%.
Solo nel 2024 l’inflazione da alimentari dovrebbe “normalizzarsi”, attestandosi attorno al 2%.
L’energia è attesa tornare a fornire un contributo negativo all’inflazione già da maggio.
La normalizzazione delle catene globali del valore sta contribuendo al rallentamento dei prezzi dei beni industriali non energetici.
All’opposto, continua l’accelerazione dell’inflazione da servizi, in scia a una domanda robusta nel settore.
Saranno proprio i servizi l’ultima componente a mostrare un’inversione di tendenza per l’inflazione, probabilmente tra il 3° ed il 4° trimestre dell’anno.
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