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Weekly Economic Monitor

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3 Febbraio 2023


Il punto

La BCE ha alzato i tassi ufficiali di 50pb, come atteso. Il tasso sui depositi è salito a 2,50%.
L’indicazione sull’andamento futuro è confermata, ma precisando in aggiunta che la mossa del 16 marzo sarà anch’essa di 50pb, e che il rialzo dei tassi continuerà probabilmente anche nei mesi seguenti.
Confermiamo la nostra previsione di punto terminale a 3,50%.
Stati Uniti: la fine dei rialzi è vicina.
Il FOMC ha rallentato ulteriormente il sentiero dei tassi, con un rialzo di 25pb che ha portato i fed funds a 4,75%.
La comunicazione non ha modificato l’aspettativa di “continui aumenti”, mantenendo il plurale, e ha segnalato che la discussione ora non verte più sul ritmo dei rialzi, ma sull’entità degli incrementi da attuare ancora.
I verbali daranno informazioni sul dibattito relativo al sentiero dei tassi, ma saranno soprattutto i dati di inflazione e occupazione a determinare il punto di arrivo dei tassi.
In ogni caso, la fine dei rialzi è ormai a portata di mano.

 

I market mover della settimana

In area euro la settimana entrante non è particolarmente ricca di dati macroeconomici. Il focus sarà sulla stima di gennaio dell’inflazione tedesca, che potrebbe evidenziare una divergenza tra il dato nazionale e quello armonizzato per ragioni di contabilizzazione delle misure fiscali di sostegno. I dati di attività di dicembre dovrebbero registrare un calo sia per le vendite al dettaglio nell’Eurozona che per la produzione industriale in Germania e Italia.
L’agenda dei dati negli Stati Uniti è quasi vuota questa settimana, con informazioni non rilevanti per lo scenario. Il deficit della bilancia commerciale di dicembre dovrebbe tornare ad ampliarsi e la fiducia dei consumatori a inizio febbraio dovrebbe registrare un modesto calo.

 


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