23 Gennaio 2023 – nota economica giornaliera
ITALIA – Venerdì la produzione nelle costruzioni è cresciuta di 0,5% m/m a novembre dopo il calo di -1% a ottobre.
Dopo la contrazione registrata nel trimestre estivo, le costruzioni dovrebbero essere tornate a contribuire positivamente alla crescita del valore aggiunto a fine 2022.
Tuttavia, è probabile che il 2023 sia un anno di sostanziale stagnazione per il settore.
STATI UNITI – Venerdì, le vendite di case esistenti di dicembre hanno mostrato una correzione a 4,02 mln (-1,5% m/m, -34% a/a), con un aumento del prezzo mediano di 2,3% a/a.
Secondo il chief economist della National Association of Realtors, la diffusa debolezza dei prezzi e la riduzione dei tassi sui mutui dai picchi di fine 2022 dovrebbero dare luogo a una stabilizzazione delle vendite in primavera.
COMMENTI:
BCE
– Continua l’offensiva BCE contro la discesa delle aspettative di rialzo dei tassi: in un’intervista a La Stampa, Klaas Knot (Olanda) ha detto che ritiene opportuni rialzi di 50pb almeno nelle prossime due riunioni, e che il momento di rallentare il passo è ancora lontano; a suo giudizio, ciò sarà possibile soltanto nel secondo semestre.
Gli OIS scontano un picco di circa 3,3% fra giugno e settembre, ma anche riduzioni dei tassi tra dicembre 2023 e febbraio 2024. La nostra previsione resta quella di un picco di 3,50% per il DFR, conseguito entro la fine di giugno.
– Oggi pomeriggio, Fabio Panetta interverrà alla commissione per gli affari economici e monetari del Parlamento Europeo, mentre la presidente Lagarde terrà un discorso a un evento di Deutsche Börse a Eschborn.
STATI UNITI – Waller (Board Fed) ha indicato di essere favorevole a un rialzo di 25 pb alla prossima riunione affermando di essere cauto riguardo alle buone notizie recenti, che comunque sono buone notizie.
Secondo Waller la Fed ha ancora lavoro da fare e i tassi dovranno salire ulteriormente senza però portare l’economia in recessione.
Harker (Philadelphia Fed) ha detto che a suo avviso l’inflazione tornerà al 2% e che la Fed dovrà alzare i tassi ancora “alcune volte”.
Ora secondo Harker è opportuno passare a un ritmo di rialzi da 25 pb.
MERCATI VALUTARI:
USD – Il dollaro ha chiuso la settimana passata in sostanziale stabilizzazione, ma mostrando una lieve tendenza ribassista e oggi apre in calo.
La settimana entrante, che è quella pre-FOMC, proporrà infatti altri dati (PMI e PIL del 4° trimestre) che confermeranno il rallentamento dell’economia USA, a supporto dell’aspettativa che al FOMC dell’1 febbraio la Fed riduca ancora la dimensione dei rialzi dei tassi.
La tendenza del dollaro dovrebbe quindi mantenersi ribassista.
EUR – L’euro ha chiuso la settimana passata stabilizzandosi sui massimi recenti in area 1,08 EUR/USD ma oggi apre al rialzo aggiornando i massimi in area 1,09 EUR/USD dopo nuove indicazioni dalla BCE che confermano l’intenzione di non ridurre nel breve la dimensione dei rialzi dei tassi (Knot in particolare ha dichiarato di ritenere opportuni rialzi di 50 pb almeno alle prossime due riunioni).
La settimana entrante, che precede quella della riunione BCE, dovrebbe mostrare ancora dati (PMI) in marginale miglioramento, anche se su livelli di debolezza, a sostegno dello scenario di prosecuzione dei rialzi BCE a ritmo più sostenuto della Fed nel breve.
L’euro dovrebbe quindi rafforzarsi ulteriormente.
GBP – La sterlina invece ha chiuso la settimana passata in lieve rafforzamento sia contro dollaro da 1,22 a 1,23 GBP/USD sia contro euro.
I dati della settimana entrante (PMI) dovrebbero mostrare un marginale miglioramento, pur restando su livelli di debolezza, il che dovrebbe favorire il consolidamento della sterlina contro dollaro.
A una settimana dalla riunione BoE, che dovrebbe seguire un sentiero di rialzi più deciso della Fed ma più blando della BCE nei prossimi mesi, l’upside della sterlina contro dollaro dovrebbe comunque tornare a essere inferiore a quello dell’euro.
JPY – Lo yen ha chiuso la settimana passata in calo da 127 a 129 USD/JPY contro dollaro, ed è in calo anche oggi, ma dovrebbe tornare a riprendersi a partire da questi giorni sul calo atteso dei rendimenti USA all’avvicinarsi dell’importante FOMC dell’1 febbraio.
Importanti saranno comunque in questa parte finale del mandato di Kuroda le notizie sull’evoluzione del dibattito interno alla BoJ circa l’opportunità di modificare ulteriormente l’assetto di policy in direzione meno espansiva.
Dai verbali dell’ultima riunione è emerso che durante l’incontro i rappresentanti del governo che partecipano alla discussione, ma senza potere di voto, hanno chiesto di potersi consultare con i rispettivi ministri in merito alla decisione di policy, che alla fine ha mantenuto invariato l’assetto ultra-espansivo.
Questo è un’altra conferma della difficoltà di mantenere le condizioni di politica monetaria così espansive in un contesto dove le pressioni inflazionistiche vanno comunque aumentando e il mercato rimane sotto pressione (rischio di protratto malfunzionamento).
Se sotto il nuovo corso post-Kuroda (da aprile in poi) la politica monetaria verrà modificata in direzione meno espansiva, lo yen potrà rafforzarsi ulteriormente.
Intanto negli ultimi giorni è sceso anche contro euro.
PREVISIONI:
AREA EURO
– Oggi pomeriggio in Eurozona la stima flash di gennaio dell’indice di fiducia dei consumatori della Commissione Europea è attesa registrare il terzo miglioramento consecutivo, in scia al ridimensionamento delle attese inflazionistiche.
Prevediamo un incremento a -21,2 da un precedente -22,2, che lascerebbe comunque l’indice al di sotto della media storica e ancora coerente con una contrazione dei consumi a inizio 2023.
– La settimana vedrà la pubblicazione delle indagini sul morale di famiglie e imprese di gennaio in Germania, Francia e Italia, nonché i PMI flash, che dovrebbero beneficiare del calo dei prezzi energetici e confermare il parziale ridimensionamento dei rischi di breve termine sullo scenario di crescita.
– In calendario anche la stima preliminare del PIL spagnolo nel 4° trimestre, che prevediamo stagnante.
STATI UNITI
– Oggi non ci sono dati in agenda. I dati della settimana non dovrebbero modificare il quadro di crescita ancora positiva a fine 2022, ma in rallentamento.
La prima stima del PIL del 4° trimestre dovrebbe registrare espansione, ma più modesta rispetto all’estate.
– I PMI di gennaio dovrebbero restare in territorio recessivo, sia nel manifatturiero sia nei servizi, con indicazioni di costante riduzione delle pressioni sui prezzi.
– Per dicembre, le vendite di case nuove sono attese ancora in calo mentre gli ordini di beni durevoli dovrebbero rimbalzare dopo il calo di novembre.
– La spesa personale è prevista in calo sia in termini nominali sia in termini reali, e il reddito personale dovrebbe essere in modesto rialzo.
Il deflatore dei consumi core di dicembre dovrebbe confermare l’aumento di 0,3% m/m e il rallentamento del trend inflazionistico.