19 Ottobre 2022 – nota economica giornaliera
ITALIA – Le esportazioni sono tornate a calare ad agosto (-3,6% m/m da 4,2% precedente) dopo che il dato di luglio era stato viziato da operazioni occasionali ad elevato impatto nella cantieristica navale (al netto del quale, il calo di agosto sarebbe limitato a -1,3% m/m).
Le importazioni sono invece cresciute per il settimo mese di fila (4,2% m/m da un precedente 3,7%).
La crescita annua dell’export in valore (+24,8%) è trainata dai beni di consumo non durevoli, dal settore farmaceutico e dalle vendite verso gli Usa.
I dati sul commercio continuano però ad essere gonfiati dalla crescita dei prezzi (quelli all’import sono cresciuti di 3% m/m e 23,7% a/a); in volume, la crescita tendenziale dell’export è pari a 1,3% a/a, quella dell’import a 6,3%.
Ad agosto 2022 il deficit commerciale è risultato pari a -9,6 miliardi (contro un surplus di 1 miliardo un anno prima), con il disavanzo energetico che tocca 11,9 miliardi.
GERMANIA – L’indice ZEW ha registrato un lieve miglioramento a -59,2 da -61,9 di settembre; il dato rimane ben al di sotto della media storica (22).
L’indicatore sulla situazione corrente è calato per il quarto mese consecutivo, a -72,2 (minimo da 2 anni) da -60,5 precedente, anticipando una probabile contrazione del PIL anche nel trimestre autunnale (dopo quella attesa nei mesi estivi).
Dall’indagine è emerso anche un calo delle aspettative di inflazione nell’Eurozona (-23,7 punti rispetto a settembre, a -35,8).
STATI UNITI – Ieri, la produzione industriale di settembre ha registrato un aumento di 0,4% m/m, al di sopra delle attese, grazie a variazioni solide per il manifatturiero (0,4% m/m) e l’estrattivo (0,6% m/m), mentre le utility hanno segnato una contrazione di -0,3% m/m.
Nel settore auto, l’output è cresciuto di 1% m/m, sulla scia del miglioramento delle strozzature all’offerta.
Il dato di settembre, insieme alla revisione verso l’alto per agosto, fanno prevedere un andamento positivo dell’attività nel 3° trimestre, con indicazioni di un netto rimbalzo estivo del PIL, che però dovrebbe avere breve durata.
COMMENTI:
UNIONE EUROPEA – La Commissione Europea ha presentato ieri la proposta di misure di emergenza sul mercato del gas.
Il pacchetto include una piattaforma comune da utilizzare per una quota degli acquisti destinati a stoccaggio, la possibilità per la Commissione di obbligare per le piattaforme di negoziazione dei derivati di introdurre limiti alle oscillazioni giornaliere di prezzo, un massimo “dinamico” per le quotazioni TTF (che però dovrebbe essere poco vincolante), misure per sostenere la liquidità del mercato, un nuovo benchmark per il prezzo dell’LNG e un meccanismo di solidarietà per gestire eventuali problemi di approvvigionamento.
La riduzione dei consumi di gas resta comunque centrale nel piano, e la Commissione ha comunicato che nel bimestre agosto-settembre i consumi finali sono stati del 15% inferiori alla media dei precedenti 5 anni.
FRANCIA – In un contesto di forti tensioni sociali (ieri si è svolto lo sciopero generale promosso dalla sinistra di Nupes), il portavoce del Governo Olivier Véran ha dichiarato che l’esecutivo potrebbe ottenere l’approvazione del Bilancio 2023 non già per mezzo del voto favorevole del Parlamento ma attraverso decreto, aprendo la strada ad una potenziale mozione di sfiducia da parte dell’opposizione.
REGNO UNITO – La Bank of England ieri in un comunicato ha confermato che intende procedere con le vendite di Gilt, il cui inizio era stato posposto al 31 ottobre per via della turbolenza dei mercati.
La data della prima operazione sarà però spostata al 1° novembre, dato che il governo ha comunicato che l’annuncio del programma fiscale sarà proprio il 31 ottobre.
La BoE prevede di attuare le vendite ai ritmi precedentemente annunciati nel 4° trimestre, recuperando le vendite non effettuate a ottobre nei trimestri successivi.
STATI UNITI
– Biden, in un discorso sul tema dei costi energetici, oggi dovrebbe annunciare l’immissione sul mercato degli ultimi 15 mln dei 180 mln di barili di petrolio delle riserve strategiche la cui vendita era stata autorizzata a marzo.
Biden dovrebbe anche preparare il possibile rilascio di un’ulteriore tranche delle riserve (ora circa dimezzate rispetto ai 400 mln di barili originari), con l’indicazione che le riserve verranno gradualmente ripristinate con acquisti da attuare quando i prezzi saranno uguali o inferiori a 67-72 USD/bl.
– L’Internal Revenue Service ha comunicato gli aggiustamenti all’inflazione degli scaglioni di reddito per la tassazione del 2023, con aumenti delle soglie e delle detrazioni di circa il 7% e implicazioni favorevoli per il reddito al netto delle imposte nel prossimo anno.
Social Security ha determinato che le pensioni e i trasferimenti assistenziali saranno aggiustati per l’inflazione, aumentando di 8,7% (media dell’inflazione del 3° trimestre) a partire da gennaio 2023.
MERCATI VALUTARI:
USD – Il dollaro inizialmente ha proseguito ieri, seppure di poco, il calo di lunedì, ma poi si è leggermente ripreso e apre in marginale recupero anche oggi.
I dati di produzione industriale ieri sono stati migliori del previsto, e il mercato sta incorporando con maggiore probabilità un rialzo dei tassi di 75 pb anche a dicembre dopo quello più “scontato” di novembre.
Tuttavia, il quadro che emerge dai dati non è ancora sufficientemente chiaro e ve ne sono ancora molti prima di arrivare al FOMC del 14 dicembre.
L’incertezza quindi è significativa e in base alle indicazioni che giungeranno dai dati si potrà osservare una maggiore volatilità con dinamiche laterali in caso di dati contrastanti.
L’avvicinarsi della fine del ciclo di rialzi comprime comunque l’upside sui rendimenti, frenando di conseguenza anche il dollaro.
Questa sera intanto qualche indicazione in più sulle tendenze in atto dell’economia USA si potrà avere dal Beige Book.
EUR – L’euro si muove perlopiù di riflesso al dollaro per cui ieri ha proseguito il recupero in area 0,98 EUR/USD mentre oggi sta ritracciando leggermente, ma restando in range.
Il deterioramento del quadro area euro lo espone a nuova debolezza e indicazioni maggiori si avranno domani dai dati di fiducia delle imprese francesi e venerdì dalla fiducia dei consumatori dell’area: le attese sono di peggioramento per entrambi.
Per ora comunque, a meno di delusioni eclatanti dai dati dell’area o di sviluppi molto negativi sul fronte russo-ucraino, il downside dovrebbe restare contenuto entro la fascia di supporti tra 0,96-0,95 EUR/USD.
GBP – Dopo il recupero di lunedì la sterlina è tornata a scendere tra ieri e oggi da 1,14 a 1,12 GBP/USD, dinamica coerente con l’incertezza che comunque permane sul fronte domestico, con una recessione imminente e l’inflazione a due cifre, come emerso anche dai dati di questa mattina che hanno mostrato un’inflazione in salita più del previsto a 10,1% (sul dato infatti la sterlina è scesa ulteriormente).
Negative sono anche le attese per i dati sulle vendite al dettaglio di venerdì, il che contribuisce a mantenere sotto pressione la sterlina.
Intanto ieri la BoE ha ufficialmente confermato che la riduzione del bilancio, tramite progressiva vendita dei titoli in portafoglio, non verrà rinviata e prenderà il via l’1 novembre (non il 31 ottobre perché in questa data sarà annunciato il nuovo piano fiscale).
La BoE ha comunque specificato che le vendite in questo scorcio finale dell’anno saranno solo sulla parte breve e media della curva, in modo da evitare nuove tensioni sul tratto che maggiormente aveva subito il sell-off dopo l’annuncio del mini-budget di Kwarteng.
La sterlina è in calo anche contro euro da 0,86 a 0,87 EUR/GBP.
JPY – Lo yen si è indebolito ulteriormente contro dollaro aggiornando ancora i minimi da 148 a 149 USD/JPY sulla salita dei rendimenti a lunga USA.
Il ministro delle finanze Suzuki ha ribadito nuovamente, innalzando i toni della retorica, la stretta vigilanza delle dinamiche di mercato, confermando la disponibilità a intervenire ancora (sul cambio) se necessario.
Lo stretto monitoraggio, anche sotto forma di “intervento verbale”, sta contribuendo perlomeno a rallentare il calo dello yen, ed è probabile che questo possa essere intanto il primo obiettivo delle autorità, dato che il deprezzamento è in linea con i fondamentali se si guarda alla divergenza di policy tra BoJ e Fed (ma anche rispetto alle altre principali banche centrali, eccezion fatta per quella cinese).
La vicinanza a quota 150 USD/JPY aumenta il rischio di intervento soprattutto una volta superata tale soglia se il calo dovesse essere troppo rapido e protratto.
Lo yen è sceso aggiornando i minimi anche contro euro da 146 a 147 EUR/JPY.
PREVISIONI:
AREA EURO
– Oggi, la lettura finale dovrebbe confermare che a settembre i prezzi al consumo hanno registrato un’accelerazione a 1,2% m/m (0,9% sull’indice core).
L’inflazione headline dovrebbe essere confermata al 10% a/a (da 9,1% di agosto), l’indice core BCE (al netto di alimentari freschi ed energia) al 6,1% (da 5,5% di agosto).
– Sempre nell’Eurozona, prevediamo che la produzione edilizia scenda del -1,2% m/m in agosto, dopo il modesto rimbalzo dello 0,3% registrato in luglio.
STATI UNITI
– Oggi, i cantieri residenziali di settembre dovrebbero segnare un ritracciamento a 1,5 mln dopo il sorprendente incremento di agosto e le licenze dovrebbero essere circa stabili.
Il trend dell’attività nell’edilizia residenziale è previsto ancora in calo per diversi trimestri.
– Il Beige Book, preparato per la riunione del FOMC di inizio novembre, dovrebbe riportare attività delle imprese poco variata e consumi in modesto aumento spinti dai servizi.
Prezzi e salari dovrebbero essere ancora in rialzo, ma le imprese potrebbero riportare qualche segnale di rallentamento.