Area euro: ESI ancora in calo, fine 2022 a rischio
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a cura di Andrea Volpi
ABSTRACT
In agosto l’indice composito di clima economico ESI della Commissione Europea è calato più del previsto a 97,6 da un precedente 98,9 (rivisto al ribasso di un decimo), al di sotto della media di lungo periodo per il secondo mese consecutivo e sui minimi da febbraio 2021.
Il calo del morale è diffuso all’industria e ai servizi a fronte di una sostanziale stabilizzazione nel commercio al dettaglio e nelle costruzioni.
Nell’industria il morale è calato circa in linea con le attese a 1,2 da 3,4 di luglio, la seconda flessione consecutiva che porta l’indicatore sui minimi da 18 mesi.
Nei servizi la fiducia è scesa a 8,7 da 10,4 precedente, sotto la media storica e sui minimi da aprile 2021.
In sintesi, dopo un trimestre estivo che potrebbe comunque restare positivo grazie ad una solida stagione turistica lo scenario per i servizi a partire dall’autunno si sta facendo progressivamente più difficoltoso.
Nel commercio al dettaglio la fiducia delle imprese è salita a -6,3 da -7,1, allineandosi sulla media di lungo periodo, ma sulla base delle recenti pesanti contrazioni registrate dal morale dei consumatori riteniamo che sia destinato a tornare a calare nei prossimi mesi.
Nelle costruzioni invece il clima è migliorato a 3,9 da 3,2 di luglio, ancora su livelli espansivi ma inferiori a quelli toccati nei mesi precedenti, un segnale che anche l’attività edilizia è destinata a decelerare sul finale d’anno.
Per quanto riguarda invece i consumatori il rialzo del morale (-24,9 da -27 di luglio) è spiegato soprattutto da contenuti rimbalzi registrati dalle componenti che nel mese precedente avevano subito le flessioni più importanti.
Le indagini sono coerenti con una sostanziale stagnazione del PIL nel 3° trimestre quando i servizi dovrebbero riuscire a compensare l’attesa contrazione industriale.
Tuttavia, le indagini suggeriscono come anche il terziario sia entrato in fase di rallentamento con attese di ulteriore deterioramento ciclico nei prossimi mesi.
Dopo un robusto 1° semestre le prospettive per la seconda metà dell’anno sono decisamente più cupe: prezzi energetici su livelli insostenibilmente elevati e il rischio di un razionamento delle forniture di gas lasciano intravedere un possibile quadro recessivo tra il 4° trimestre del 2022 e il 1° trimestre del 2023.
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