27 Luglio 2022 – nota economica giornaliera
GERMANIA – Poco fa, l’indice sul morale delle famiglie elaborato da GfK (dato preliminare di agosto) ha toccato un nuovo minimo storico (dal 2004), a -30,6 da -27,7.
STATI UNITI
– La fiducia dei consumatori rilevata dal Conference Board a luglio è calata a 95,7 da 98,4 di giugno, con l’indice coincidente in flessione di circa 6 punti e quello delle aspettative poco variato.
Le famiglie rimangono preoccupate per il rialzo dell’inflazione e dei tassi, e prevedono una riduzione degli acquisti di beni durevoli.
La valutazione del mercato del lavoro è poco variata e resta positiva.
– Le vendite di case nuove di giugno hanno mostrato una correzione a 590 mila, da 642 mila di maggio, in calo di -8,1% m/m e -17,4% a/a, con un ampio rialzo delle scorte di case, pari a 9,3 mesi di vendite e in linea con una contrazione attesa dell’attività di costruzione.
I prezzi delle case rilevati con l’indice S&P/Case-Shiller a maggio hanno registrato variazioni ancora elevate, nonostante il rialzo dei tassi sui mutui, con aumenti di 1,4% m/m e di 19,7% a/a
COMMENTI:
ITALIA – Ieri, l’agenzia S&P ha ridotto a sorpresa l’outlook dell’Italia a “stabile” da “positivo”, confermando il rating a “BBB”.
AREA EURO – Ieri è stato raggiunto un accordo tra i Paesi membri dell’UE per una riduzione dei consumi di gas del 15% rispetto alla media degli ultimi cinque anni tra il 1° agosto 2022 e il 31 marzo 2023.
La riduzione sarà inizialmente su base volontaria; l’obbligatorietà può scattare con un voto del Consiglio Europeo, ma l’accordo prevede una serie di esenzioni e la possibilità di deroghe per alcuni Paesi e settori economici.
Per esempio, nel caso italiano, grazie alle deroghe previste, la riduzione richiesta sarebbe limitata al 7%, grazie al raggiungimento del target del 70% di riempimento degli stoccaggi.
STATI UNITI – Il principale evento della giornata è la riunione del FOMC, che dovrebbe concludersi con un nuovo rialzo dei tassi di 75pb e l’impegno a riportare l’inflazione sotto controllo, anche a rischio di generare una recessione.
Alla luce dei segnali di indebolimento della domanda e delle aspettative di un altro dato di PIL deludente, il FOMC potrebbe evitare di dare una forward guidance esplicita per la prossima riunione.
Fra fine luglio e il 21 settembre verranno pubblicati due employment report e due CPI.
Powell probabilmente cercherà di limitarsi a segnalare che ci si aspetta di proseguire con “continui rialzi” dei tassi senza impegnarsi sulla dimensione, che a nostro avviso sarà probabilmente di 50pb a settembre.
Nella conferenza stampa, Powell dovrebbe ribadire che la Fed è concentrata sull’inflazione, sempre troppo elevata e diffusa, notando che per ora la ripresa prosegue, come evidente dal mercato del lavoro ancora sotto pressione.
– Ieri, il FMI, nell’aggiornamento estivo del World Economic Outlook, definito “cupo e più incerto”, ha rivisto al ribasso le previsioni della crescita USA per il 2022-23, a 2,3% e 1%, rispettivamente, sulla scia degli effetti dell’inflazione sul potere d’acquisto delle famiglie e dei rialzi dei tassi.
MERCATI VALUTARI:
USD – Il dollaro è risalito ieri, rafforzandosi grazie a un nuovo aumento della risk aversion, dovuto soprattutto agli sviluppi sfavorevoli in Europa sul fronte delle forniture di gas dalla Russia.
Dai dati USA invece, fiducia dei consumatori in primis, sono giunte altre conferme di indebolimento della crescita.
Importante sarà il FOMC di questa sera, dove le attese sono per un altro rialzo dei tassi di 75 pb che però, in quanto scontato, non dovrebbe essere di per sé ragione di ulteriore rafforzamento del biglietto verde pur fornendogli comunque ancora sostegno.
Il fattore discriminante sarà infatti la dimensione dei rialzi futuri in particolare, quello di settembre, che potrebbe già ridursi a 50 pb.
La Fed potrebbe astenersi questa sera dal fornire indicazioni sulla decisione di settembre, ma se prossimamente dati e discorsi condurranno in questa direzione la forza del biglietto verde dovrebbe iniziare a ridimensionarsi.
Nel breve, tuttavia l’evoluzione della risk aversion potrà continuare ad avere un peso rilevante, continuando a fornire sostegno al dollaro in caso di un nuovo ulteriore deterioramento del sentiment globale.
EUR – L’euro ha corretto ieri da 1,0250 a 1,0106 EUR/USD a causa dell’annuncio della nuova riduzione del flusso di gas russo attraverso Nord Stream 1.
I differenziali di rendimento si sono riallargati per via dei timori di ripercussioni negative sulla crescita dell’area e questo, insieme al ri-allargamento dello spread italiano dopo che S&P ha ridotto l’outlook dell’Italia da “positivo” a “stabile”, aumenta i rischi verso il basso sulla moneta unica.
Intanto sarà da verificare l’impatto sul cambio dell’esito del FOMC: un rialzo di 75 pb dovrebbe indebolire solo marginalmente l’euro, mentre eventuali indicazioni sulla dimensione del prossimo rialzo avrebbero un effetto più significativo.
Se la Fed indicasse una riduzione dell’entità dei rialzi a partire da settembre l’euro ne trarrebbe vantaggio, mentre invece ne verrebbe penalizzato – e più significativamente (nuovo rischio di toccare/rompere la parità) – qualora la Fed segnalasse una maggior probabilità di procedere ancora con 75 pb alla prossima riunione.
GBP – La sterlina si è pressoché stabilizzata contro dollaro a 1,19-1,20 GBP/USD, rafforzandosi ieri contro euro – pur restando in area 0,84 EUR/GBP – sulla correzione dell’EUR/USD (più penalizzato dagli sviluppi negativi sul fronte delle forniture di gas russo, data la molto maggior dipendenza da questo dell’area euro rispetto al Regno Unito).
La reazione della sterlina al FOMC dovrebbe essere analoga a quella dell’euro, indebolendosi contro dollaro soprattutto qualora la Fed lasciasse intendere che non si potrà ridurre l’entità dei rialzi già a settembre.
Maggiori spunti propri giungeranno invece la prossima settimana con la riunione della BoE.
JPY – Lo yen si è pressoché stabilizzato contro dollaro tra 136 e 137 USD/JPY, rafforzandosi invece contro euro, da 139 a 138 EUR/JPY, per via del calo dell’EUR/USD.
Molto importante sarà l’impatto del FOMC sui rendimenti a lunga USA: se dovesse prevalere un effetto ribassista, la fase di debolezza dello yen contro dollaro dovrebbe essere in via di esaurimento.
Resterebbe invece ancora spazio di indebolimento contro euro, essendo il ciclo di rialzi BCE appena partito.
PREVISIONI:
AREA EURO – Il dato più importante in calendario oggi per l’area euro è la fiducia di famiglie e imprese in Italia, che è attesa in calo a luglio (a 97,5 da 98,3 il morale dei consumatori, a 108,5 da 110 quello delle aziende manifatturiere e a 112 da 113,6 l’indice composito Istat di fiducia delle imprese).
Tra poco, INSEE diffonde il dato sulla fiducia dei consumatori in Francia a luglio, attesa stabile rispetto al mese scorso (su valori inferiori alla media storica).
STATI UNITI – Verranno pubblicati gli ordini di beni durevoli di luglio attesi in calo, -0,4% m/m, sulla scia della debolezza dell’aeronautica civile e del settore auto.
Al netto dei trasporti gli ordini sono previsti in aumento di 0,2% m/m, spinti anche dalla componente prezzi.