7 Luglio 2022 – nota economica giornaliera
GERMANIA – Questa mattina la produzione industriale ha visto un nuovo aumento di +0,2% m/m a maggio, dopo il +1,3% (rivisto al rialzo da 0,7%) registrato ad aprile.
Rispetto ad un anno fa l’output risulta più basso del -1,5%.
Il manifatturiero ha visto una crescita di +0,6% m/m, spiegata dall’aumento dei beni di investimento (+2,2% m/m).
Crolla il settore energia (- 5,8% m/m), mentre le costruzioni registrano una crescita di 0,4% m/m
AREA EURO – Ieri le vendite al dettaglio sono tornate a crescere modestamente a maggio, di 0,2% m/m da un precedente -1,4% m/m.
Il parziale recupero lascia le vendite al dettaglio in rotta per una contrazione nel 2° trimestre ma ci aspettiamo che il recupero delle spese nei servizi possa sostenere i consumi privati di contabilità nazionale nei trimestri centrali dell’anno.
Tuttavia, il rincaro dei prezzi e il deterioramento del morale di famiglie e commercianti continuano ad offrire prospettive poco incoraggianti per la domanda sottostante nei prossimi mesi.
STATI UNITI
– Ieri, l’ISM dei servizi ha sorpreso verso l’alto, segnando una correzione solo marginale a 55,3, da 55,9 di maggio.
L’indice di attività è salito a 56,1 da 54,5, ma l’occupazione e gli ordini sono scesi, a 47,4 e 55,6, rispettivamente.
Le imprese riportano persistente scarsità di manodopera ed effetti negativi sull’attività collegati ai blocchi produttivi in Cina e agli aumenti dei costi.
L’aumento dei tempi di consegna e degli ordini inevasi indica che le imprese non riescono a smaltire l’eccesso di domanda.
I dati ridimensionano i rischi di rallentamento significativo della crescita in tempi brevi.
– La Job Openings and Labor Turnover Survey di maggio riporta un calo delle posizioni aperte a 11,3 mln, da 11,7 mln, concentrato nel manifatturiero e nei servizi alle imprese, mentre nei servizi in generale la domanda di lavoro rimane in crescita.
Il rapporto posizioni aperte/disoccupati rimane elevato, a 1,9.
Le dimissioni sono poco variate a 4,3 mln.
I dati restano in linea con un ampio eccesso di domanda sul mercato del lavoro.
COMMENTI:
BCE – Sarà pubblicato stamane anche il resoconto della riunione BCE di politica monetaria del 9 giugno. Sappiamo già che alcuni membri avrebbero preferito un percorso più rapido di rialzo dei tassi, ed è difficile che i verbali possano offrire novità clamorose in merito.
Più interessante sarà valutare lo spettro di opinioni sullo scenario previsionale dello staff BCE, sui fattori che guidano l’inflazione e sulla fase di instabilità dei mercati finanziari.
STATI UNITI – I verbali della riunione del FOMC di giugno non hanno fornito novità significative, ma hanno confermato il messaggio centrale della Fed.
La politica monetaria sarà completamente concentrata sulla lotta all’inflazione, indipendentemente dalle conseguenze sulla crescita.
Il FOMC prevede che sarà necessaria una politica restrittiva, tale da far rallentare la domanda, modulata esclusivamente sui risultati ottenuti in termini di riduzione della dinamica dei prezzi, con la possibilità di diventare “ancora più restrittiva se le pressioni inflazionistiche elevate persisteranno”.
La decisione di alzare i tassi di 75pb a giugno è stata determinata dal peggioramento dello scenario di breve termine dell’inflazione e i partecipanti (cioè il consenso) ritenevano che alla riunione di luglio sarà probabilmente appropriato attuare un intervento di 50 o 75pb.
L’esito della riunione di luglio sarà in gran parte influenzato dai dati del mercato del lavoro e di inflazione di giugno, in uscita venerdì 8 e mercoledì 13, rispettivamente.
In base alle informazioni disponibili ora, prevediamo un rialzo di 75pb.
I rialzi successivi dovrebbero tornare a ritmi da 50pb, alla luce del calo dei prezzi di diverse materie prime e dei segnali di rallentamento di consumi e investimenti.
PREVISIONI:
STATI UNITI
– La stima ADP dei nuovi occupati non agricoli privati di giugno è attesa dal consenso a 200 mila.
Negli ultimi mesi, i dati ADP hanno sottostimato in media i nonfarm payrolls.
– La bilancia commerciale di giugno dovrebbe registrare una chiusura del deficit a – 84,6 mld, da -87,1 mld di aprile, spinta dal comparto dei beni, con un aumento delle esportazioni di 1,2% m/m e un calo delle importazioni di -0,1% m/m.