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8 Aprile 2022 – nota economica giornaliera

AREA EURO – Ieri le vendite al dettaglio sono cresciute di 0,3% m/m a febbraio da 0,2% precedente.
La lettura lascia gli acquisti in rotta per una contrazione di -0,7% t/t nel 1° trimestre dell’anno ed è coerente con un calo congiunturale delle vendite, espresse in volume, intorno al -0,5% m/m in Italia in calendario per oggi.

STATI UNITI – Ieri, le nuove richieste di sussidi di disoccupazione di inizio aprile hanno mostrato un calo a 166 mila, da 171 mila della settimana precedente, toccando il minimo dal 1968.
Il Department of Labor ha comunicato una modifica alla procedura di destagionalizzazione, tornando a utilizzare fattori di destagionalizzazione moltiplicativi, come prima della pandemia.
Dalla primavera 2020 fino a fine marzo 2022, il DOL aveva adottato una metodologia additiva.

GIAPPONE – La fiducia dei consumatori a marzo è calata a 32,8, da 35,3 di febbraio, toccando il minimo da giugno 2021.
Tutte le componenti dell’indagine sono in flessione.
Le aspettative di inflazione registrano una percentuale record (92,8%) di intervistati che prevedono prezzi in rialzo.
L’inflazione dovrebbe avvicinarsi al 2% in autunno, sulla scia dei rialzi dei prezzi dell’energia e delle strozzature all’offerta, oltre che della fine degli effetti della riduzione delle tariffe telefoniche attuata un anno fa.

 

COMMENTI:

BCE – Il resoconto della riunione di politica monetaria tenuta dalla BCE il 10 marzo mostra che “un gran numero di membri riteneva che l’attuale alto livello di inflazione e la sua persistenza richiedessero ulteriori passi immediati verso la normalizzazione della politica monetaria” e che “l’evoluzione dello scenario di inflazione da dicembre […] imponeva di agire con fiducia e senza indebite esitazioni”.
Alcuni membri avrebbero voluto alzare i tassi già in estate, come poi è emerso anche da dichiarazioni e interviste, ma tale posizione era ancora minoritaria.
La calibrazione degli acquisti netti del terzo trimestre dipenderà dai dati e dalla valutazione dello scenario.
Il resoconto sottolinea anche che non ci saranno automatismi nelle decisioni sui tassi, ma che era importante evitare che la nuova formulazione fosse erroneamente interpretata come se indicasse necessariamente che dovrà trascorrere molto tempo tra la fine degli acquisti e il primo rialzo dei tassi.

FRANCIA – Domenica si terrà il primo turno delle elezioni presidenziali e nessun candidato dovrebbe raggiungere la maggioranza assoluta dei consensi.
Al secondo turno, in programma per il 24 aprile, dovrebbero sfidarsi, secondo i più recenti sondaggi, il Presidente uscente Emmanuel Macron e la leader del Rassemblement National Marine Le Pen.

STATI UNITI
 – Il Congresso ha approvato una legge che sospende lo status di Most Favoured Nation di Russia e Bielorussia e convalida il blocco delle importazioni di petrolio russo.
La legge prevede che il presidente possa introdurre ulteriori dazi per alcuni prodotti, al di là dei rialzi che verranno automaticamente innescati con la sospensione delle normali relazioni commerciali con i due paesi.
Fra i possibili candidati per il rafforzamento dei dazi ci sono l’alluminio e diversi prodotti chimici, fra cui fertilizzanti.
Gli effetti del rialzo dei dazi sulle importazioni dalla Russia saranno estremamente modesti vista la loro quota irrisoria sulle importazioni totali.
– Dalla Fed, Bullard (St Louis Fed) ha proseguito nella sua campagna a favore di rialzi aggressivi e anticipati, dicendo che la Fed è in ritardo e deve muoversi rapidamente per controllare un’inflazioneeccezionalmente alta”.
Bullard si aspetta un sentiero aggressivo di rialzi, con interventi più ampi di 25 pb in modo da raggiungere velocemente la neutralità.
A suo avviso, nella seconda metà dell’anno il FOMC dovrebbe portare i tassi intorno a 3% e successivamente valutare se e quanti ulteriori rialzi saranno appropriati.
Bullard ha notato che regole di politica monetaria punterebbero a tassi a 3,5%, ben al di sopra dell’attuale intervallo 0,25-0,5%.
Bullard prevede una crescita di 2,8% quest’anno e un tasso di disoccupazione sotto il 3% nel 2022.
Bostic (Atlanta Fed) ha affermato che è veramente appropriato avvicinarsi a una posizione neutrale, anche se i rialzi dovranno essere attuatiin modo misurato”.
Evans (Chicago Fed) ha detto che non è ancora chiaro quanto aggressivi dovranno essere i rialzi.
A suo avviso, è possibile che si arrivi alla neutralità e si giudichi che il punto di arrivo possa essere poco lontano.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è salito ulteriormente aggiornando ancora i massimi, supportato soprattutto dal consolidarsi di attese di un’accelerazione nel sentiero di normalizzazione della politica monetaria, generalmente molto più rapido e incisivo che altrove.
Questo dovrebbe favorire un ulteriore rafforzamento del biglietto verde nel breve.
È comunque da tenere monitorata anche l’evoluzione della risk aversion in funzione degli sviluppi sul fronte del conflitto russo-ucraino.

EURL’euro invece si mantiene sulla difensiva approfondendo il calo in area 1,08 EUR/USD, penalizzato dai differenziali di rendimento, dall’incertezza perdurante su fronte del conflitto e ora, seppure marginalmente, dall’attesa per le presidenziali francesi (primo turno domenica, secondo turno il 24 aprile, con sondaggi che danno in vantaggio il Presidente in carica Macron ma seguito a breve distanza dalla leader del partito nazionalista di destra Le Pen).
Nel breve i rischi restano verso il basso (downside nella fascia 1,08-1,05 EUR/USD), per cui vanno tenuti monitorati i supporti chiave a 1,0800 EUR/USD.
Resta ferma la prospettiva di successivo graduale recupero dell’euro in funzione della prospettiva che anche la BCE inizi ad alzare i tassi quest’anno: ieri dai verbali BCE sono emerse indicazioni del cauto formarsi di un orientamento verso un sentiero di normalizzazione più rapida, il che può contribuire a contenere il downside dell’euro anche nel breve.
La riunione BCE di giovedì prossimo sarà interessante per verificare se si stia formando un consenso più ampio in questa direzione.

GBPAnche la sterlina rimane sulla difensiva rispetto al dollaro, ampliando il calo in area 1,30 GBP/USD, subendo la generalizzata maggior forza del biglietto verde, sia in prospettiva di un ciclo di rialzi Fed più ampio rispetto a quello atteso per la BoE, sia a causa dei rischi sul fronte russo-ucraino.
Contro euro la valuta britannica si mantiene in area 0,83 EUR/GBP: al margine, in questa fase di generalizzata maggior forza del dollaro, la sterlina dovrebbe rivelarsi leggermente meno cedevole dell’euro rispetto al biglietto verde.
Spunti più direzionali non arriveranno tuttavia prima che vi siano delle novità sul fronte del sentiero di rialzo dei tassi da parte della BoE e/o della BCE.

JPYLo yen si indebolisce ulteriormente contro dollaro sulla salita verso nuovi massimi dei rendimenti a lunga USA, portandosi da 123 a 124 USD/JPY.
Contro euro invece prevale una sostanziale stabilizzazione nel range 134-135 EUR/JPY per il contestuale calo dell’EUR/USD.
La possibilità di ulteriore salita dei rendimenti USA apre a indebolimento verso nuovi minimi dello yen, seppure non distanti da quelli recenti, per cui rivediamo ancora al ribasso i livelli attesi dello yen rispetto al dollaro a 124-125-126-126 USD/JPY a 1m-3m-6m-12m.
I rischi di maggior debolezza dovrebbero presentarsi soprattutto nel breve, dove è maggiore l’upside dei rendimenti a lunga USA che successivamente, al procedere della restrizione Fed, potrebbero invece stabilizzarsi e poi arretrare leggermente.
La revisione del profilo dello yen contro dollaro comporta un’analoga revisione anche di quello contro euro.

 

PREVISIONI:

SPAGNA – In pubblicazione in giornata anche la produzione industriale di febbraio.