BCE: conferma del percorso di normalizzazione o nuovo cambio di passo?
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a cura di Luca Mezzomo
ABSTRACT
Il resoconto della riunione di marzo mostra un crescente allarme per il rischio che l’inflazione sfugga al controllo, e molta preoccupazione per l’incertezza dello scenario.
Alla riunione di politica monetaria del 14 aprile, il consiglio direttivo BCE dovrà decidere se confermare il percorso di uscita ritoccato poco più di un mese fa, o se annunciare una nuova accelerazione, come i mercati si attendono.
Considerando il livello di allarme che trapela dal resoconto della riunione di politica monetaria di marzo, è improbabile che la BCE attenda fino a dicembre per alzare i tassi.
Lo scenario più coerente con l’indirizzo fin qui espresso, con le dichiarazioni dei banchieri centrali e con il portafoglio di scenari presentato dalla BCE in marzo, è che il 9 giugno, sulla base di una nuova revisione dello scenario previsionale, la BCE annunci che gli acquisti netti APP saranno fermati dalla fine di luglio e che poi effettui un primo rialzo dei tassi l’8 settembre.
Un secondo rialzo potrebbe poi arrivare il 27 ottobre, per riportare i tassi in territorio positivo.
Ma la BCE potrebbe essere tentata di stringere ancora di più i tempi della normalizzazione a causa degli sviluppi sul fronte di salari e prezzi.
Primo, le aspettative dei mercati sull’inflazione di lungo termine sono salite a 2,4-2,5%, segnalando maggiore incertezza riguardo alla capacità della BCE di mantenere l’aumento dei prezzi in linea con l’obiettivo del 2%.
Anche le stime di consenso sono salite, sia nel lungo termine sia nel medio termine, mostrando che una parte dei previsori si attende che l’inflazione resti sopra l’obiettivo relativamente a lungo – almeno fino al 2023.
Un aumento ancora più marcato si sta verificando fra i consumatori, che hanno iniziato a osservare i rincari di carburanti, elettricità, gas e generi alimentari.
Quest’ultimo aspetto potrebbe portare presto o tardi a un’accelerazione dei salari, iniziando dai comparti dove la domanda è più dinamica.
Aggiungendo a tale quadro l’aumento dei salari minimi in Germania, i segnali di maggiore diffusione delle indicizzazioni in Spagna e un aumento delle offerte di lavoro non coperte, non si può escludere che il baricentro del consiglio si sposti a favore di una normalizzazione più rapida.
Già durante la riunione di marzo, molti ritenevano che il lungo periodo di inflazione elevata rendeva più probabile osservare effetti di seconda battuta, e che la reazione potrebbe essere non lineare (cioè tardiva, ma molto forte).
Se prevalesse la preoccupazione di riportare sotto controllo le aspettative di inflazione, la BCE potrebbe optare per una mossa a sorpresa: preannunciare fin da subito la chiusura del programma di acquisti APP dal 30 giugno, in modo da essere pronta ad alzare i tassi a partire dalla riunione del 21 luglio e consentire anche più di due rialzi prima della fine dell’anno.
Se optasse per il secondo approccio, più aggressivo, la BCE dovrebbe probabilmente annunciare la nuova accelerazione già il 14 aprile, senza il supporto fornito da una revisione formale dello scenario.
La forma potrebbe essere quella adottata in occasione del “cambio di passo” di febbraio: nessuna modifica alla dichiarazione di politica monetaria, e uso della conferenza stampa per preparare i mercati alla possibile accelerazione.
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