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5 Aprile 2022 – nota economica giornaliera

GIAPPONE – I consumi delle famiglie a febbraio sono cresciuti di 1,1% a/a in termini reali, deludendo le aspettative di consenso per un aumento di 2,7% a/a.
Su base mensile, i consumi hanno corretto di -2,3% m/m, per via di flessioni nei comparti abitazioni e sanità e trasporti, mentre nei segmenti ricreativi si è registrato un miglioramento collegato alla stabilizzazione dell’ondata pandemica.
Il PIL nel 1° trimestre dovrebbe segnare una marginale correzione, seguita da una modesta ripresa nella primavera.

 

COMMENTI:

UNIONE EUROPEA – L’Unione Europea dovrebbe discutere domani, in ambito COREPER, nuove sanzioni contro la Russia; fra le opzioni, un embargo sulle importazioni di petrolio e carbone; azioni sul gas sembrano invece escluse, considerando l’opposizione di Austria e Germania, così come un embargo commerciale generalizzato, come proposto dalla Polonia.
Intanto, il governo tedesco ha nazionalizzato Gazprom Germania, trasferendone il controllo all’agenzia federale per le reti.
La misura consente al governo tedesco di controllare siti di stoccaggio e altre infrastrutture energetiche.
Gazprom Germania era stata oggetto di diversi passaggi di proprietà e poi era stata messa in liquidazione.

BCEKlaas Knot, governatore della banca centrale olandese, ha affermato ieri di ritenere necessaria una “graduale ma tempestiva normalizzazione” della politica monetaria BCE, per evitare la necessità di un’azione più aggressiva in futuro.
Secondo Knot, la ripresa dell’inflazione non è dovuta soltanto agli shock di offerta ma anche a una ripresa della domanda molto più rapida del previsto.
Per il governatore della banca centrale slovena, Bostjan Vasle, gli acquisti netti dovrebbero terminare in luglio e i tassi dovrebbero tornare positivi entro l’inizio del 2023.
La sequenza descritta da Vasle (fine degli acquisti in luglio, rialzi dei tassi a settembre e dicembre per rimuovere i tassi negativi) è plausibile se i dati dei prossimi mesi non mostreranno un rallentamento più marcato di quello oggi previsto dalla BCE nei suoi scenari più negativi.

STATI UNITI – Dalla Fed, il discorso di Brainard sarà seguito per valutare eventuali segnali favorevoli a un rialzo di 50 pb alla riunione del FOMC di maggio.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha aperto la settimana al rialzo ieri grazie all’analogo movimento dei rendimenti e al clima di incertezza prodotto dal rischio di nuove sanzioni UE contro la Russia e dalla possibilità che i negoziati tra Russia e Ucraina – che riprendono questa settimana – rimangano inconcludenti.
Sul fronte dei dati, altre indicazioni favorevoli si attendono oggi dall’ISM non-manifatturiero.
Il dollaro dovrebbe quindi rafforzarsi, a meno che il dato non deluda o si abbiano sviluppi positivi sul fronte Russia-Ucraina.

EUR – L’euro invece ha aperto la settimana in calo d 1,10 a 1,09 EUR/USD, penalizzato – oltre che dall’ulteriore allargamento dei differenziali di rendimento – anche dal rischio di nuove sanzioni UE contro la Russia, che dovrebbero essere discusse domani.
A meno di sviluppi positivi sul fronte del conflitto e/o di delusioni da dati USA, l’euro dovrebbe mantenersi sulla difensiva (downside per ora nel corridoio 1,09-1,08 EUR/USD).

GBP – La sterlina ha aperto la settimana stabile contro dollaro nel range di venerdì tra 1,30 e 1,31 GBP/USD, priva di spunti direzionali.
Dalla BoE Cunliffe, l’unico che a marzo aveva votato contro il rialzo dei tassi, ha indicato che a suo avviso le recenti pressioni verso l’alto sull’inflazione non dovrebbero radicarsi, per cui non è necessario stringere molto la politica monetaria, anche perché vi sarebbero invece segnali di debolezza sul fronte della crescita.
La posizione di Cunliffe è isolata, perché nel breve la BoE proseguirà con i rialzi dei tassi, ma il dubbio resta sul sentiero successivo, in particolare verso la fine dell’anno, ed è questo che sta frenando la valuta britannica.
Contro euro invece la sterlina ha aperto la settimana al rialzo da 0,84 a 0,83 EUR/GBP, complice soprattutto il calo dell’EUR/USD, ma il movimento è coerente, in quanto il confronto tra BoE e BCE dovrebbe supportare almeno parzialmente la sterlina rispetto alla moneta unica.

JPY – Lo yen ha aperto la settimana in marginale calo contro dollaro, in area 122 USD/JPY, sulla parziale risalita dei rendimenti a lunga USA, e in leggero recupero contro euro da 135 a 134 EUR/JPY sul calo dell’EUR/USD.
Nuova debolezza dello yen, in primis contro dollaro, è da attendersi in corrispondenza di una risalita più ampia dei rendimenti a lunga USA.

AUDIl dollaro australiano si è apprezzato questa mattina sull’esito della riunione della Reserve Bank of Australia, sia rispetto al dollaro USA da 0,75 a 0,76 AUD/USD sia rispetto all’euro da 1,45 a 1,43 EUR/AUD, rivedendo massimi abbandonati rispettivamente a giugno dell’anno scorso e nel 2017.
La RBA ha lasciato i tassi invariati a 0,10%, come atteso, ma ha aperto ad un primo rialzo dei tassi nei prossimi mesi, sia rimuovendo il richiamo alla pazienza che aveva mantenuto fino al mese scorso, sia rilevando primi segnali di maggior persistenza di pressioni inflazionistiche e possibile dinamica rialzista più sostenuta anche dei salari.
I dati al momento non sono ancora sufficientemente convincenti da richiedere un rialzo immediato, ma verranno monitorati attentamente nei prossimi mesi insieme agli sviluppi sulle dinamiche dei prezzi energetici globali.
La RBA pubblicherà il mese prossimo le nuove previsioni di crescita e inflazione ma ha ribadito che la ripresa dell’economia domestica è solida e ha già anticipato una possibile revisione al rialzo del profilo di inflazione.
Rivediamo pertanto al rialzo il profilo atteso del dollaro australiano a 0,75-0,77-0,79-0,80 AUD/USD a 1m-3m-6m-12m dal precedente 0,71-073-0,76-0,78 AUD/USD.
La nuova previsione contro euro passa a 1,42-1,42-1,43-1,44 EUR/AUD a 1m-3m-6m-12m dalla precedente 1,49-1,49-1,47-1,47 EUR/AUD.

 

PREVISIONI:

ITALIA – La prima stima del PMI dei servizi dovrebbe registrare un rallentamento a 51,5 da 52,8.
Per il momento l’impatto del conflitto sembra pesare soprattutto sulla manifattura, ma il rincaro delle tariffe energetiche potrebbe aver frenato l’attività nei trasporti e nella logistica e pesato sulle aspettative.

AREA EURO – Le stime finali degli indici PMI dei servizi potrebbero mostrare una revisione al ribasso a 54,5 da 54,8 della prima stima.

FRANCIA – Vediamo oggi un rallentamento della produzione industriale a febbraio, allo 0,3% m/m da 1,6% di gennaio (con rischi al ribasso).
Le indagini congiunturali suggeriscono che nel mese l’attività è rimasta vivace ma i vincoli all’offerta potrebbero aver comunque frenato la produzione.
Gli effetti del conflitto in Ucraina sull’industria sono attesi accentuarsi decisamente dal mese di marzo.

STATI UNITI – Oggi è in uscita l’ISM dei servizi di marzo, atteso in rialzo a 62,8 da 56,5, sulla scia della ripresa dell’attività nei settori aggregativi grazie al miglioramento dei contagi, e nell’estrattivo.
Come nell’indice manifatturiero, si dovrebbe registrare un’ulteriore accelerazione dei prezzi e un miglioramento dell’occupazione.