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4 Marzo 2022 – nota economica giornaliera

AREA EURO
– Ieri il PPI è cresciuto ben oltre le attese a gennaio: +5,2% m/m, portando l’inflazione dei prezzi alla produzione ad un record storico di 30,6% a/a, trainata da beni intermedi ed energia.
Il conflitto in Ucraina dovrebbe generare nuove spinte sui prezzi destinate a surriscaldare ulteriormente le pressioni inflattive nel corso del 2022.
– I dati sul mercato del lavoro di gennaio hanno evidenziato un calo del tasso di disoccupazione di due decimi, sia in Italia che nel complesso dell’Eurozona, all’8,8% e al 6,8% rispettivamente.
Nel caso italiano però la flessione è imputabile soprattutto ad un aumento degli inattivi a fronte di una sostanziale stabilità per gli occupati.
– Le stime finali dei PMI dei servizi di febbraio hanno infine registrato revisioni al ribasso rispetto alle letture flash in Germania (55,8 da 56,6), Francia (55,5 da 57,9) e nel complesso dell’Eurozona (55,5 da 55,8).
In Italia il PMI dei servizi è salito a 52,8 da 48,5 di gennaio, comunque ancora al di sotto dei livelli di dicembre.
Nel complesso le indagini sono coerenti con una moderata riaccelerazione del ciclo a febbraio ma i rischi derivanti dalla guerra in Ucraina pesano sullo scenario e anche i servizi, seppur potenzialmente meno colpiti rispetto all’industria, non ne sono immuni.

GERMANIA – I dati destagionalizzati e corretti per gli effetti del calendario sul commercio internazionale di gennaio hanno evidenziato un calo sia delle esportazioni (-2,8% m/m), che delle importazioni (-4,2% m/m). Il surplus è risultato pari a 9,4 mld (in termini destagionalizzati) in gennaio, da 8,1 mld a dicembre.

STATI UNITI
 – L’ISM dei servizi di febbraio ha sorpreso verso il basso, con un calo a 56,5 da 59,9 di gennaio e correzioni per attività, ordini e occupazione.
I tempi di consegna segnalano difficoltà a soddisfare la domanda e i prezzi sono in accelerazione (a 83,1).
Le imprese riportano persistenti colli di bottiglia, scarsità di occupati, inflazione e difficoltà logistiche.
– Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione a fine febbraio sono calate a 215 mila da 233 mila, con indicazioni di mercato del lavoro alla piena occupazione.

GIAPPONE – Il tasso di disoccupazione è salito a 2,8% a gennaio, da 2,7%, con un calo di occupati maggiore della correzione registrata nella forza lavoro.
I dati risentono degli effetti dell’aumento dei contagi e delle restrizioni all’attività imposte in alcune regioni.
Il rialzo del jobs to applicant ratio, a 1,20 da 1,16, dà indicazioni favorevoli per lo scenario del mercato del lavoro a febbraio, sulla scia del miglioramento del quadro sanitario.

 

COMMENTI:

CRISI UCRAINA – Mentre l’offensiva russa in Ucraina procede a ritmi crescenti, gli Stati Uniti hanno esteso le sanzioni ad altri oligarchi ed esponenti del governo russo e alle loro famiglie.
Inoltre, viene offerto lo status di “protezione con visto temporaneo per 18 mesi ai cittadini ucraini ora negli USA (stimati in circa 75 mila).
Un gruppo bipartisan in Congresso ha presentato un disegno di legge per bloccare le importazioni di petrolio e altri prodotti energetici dalla Russia.
Il prezzo del petrolio è in ulteriore rialzo, oltre 114 dollari per il Brent e 112 per il WTI, mentre il gas TTF è oscillato ieri fra 135 e 199 euro, chiudendo a 148.
Anche il trend dei prezzi delle materie prime agricole rimane verso l’alto, con i future sul grano sui massimi dal 2008.
Oggi i ministri degli esteri dei paesi Nato si riuniranno per valutare l’implementazione delle sanzioni imposte finora e discutere nuove misure.

BCE – Data la volatilità del contesto, il resoconto della riunione BCE del 3 febbraio è passato quasi del tutto inosservato.
Da notare soltanto che il consiglio aveva valutato se cambiare la comunicazione ufficiale, ma aveva concluso che fosse “prematuro” senza una revisione delle previsioni, anche perché le aspettative restavano ben ancorate e non c’era evidenza di pressioni salariali.
Inoltre, “si riteneva che gli aumentati rischi geopolitici imponessero un approccio prudente”.
La soluzione di compromesso prevedeva di comunicare un maggior senso di allerta e la possibilità di un “più rapido progresso” sul sentiero di normalizzazione.

STATI UNITI
– Ieri, nell’audizione in Senato, Powell ha sottolineato che la guerra in Ucraina aggiungerà pressioni verso l’alto sull’inflazione.
Powell ha riconosciuto che lo shock ai prezzi del petrolio, se duraturo, potrebbe trasferirsi sull’inflazione.
Pur notando che tipicamente una banca centrale non risponderebbe a shock di questo tipo, Powell ha segnalato che con l’inflazione attuale già molto elevata, la Fed potrebbe avere difficoltà a ignorarne gli effetti.
Inoltre, la guerra potrebbe ritardare ulteriormente il miglioramento delle strozzature all’offerta.
Infine, a una domanda che gli chiedeva se tollererebbe un livello di inflazione più alto o se seguirebbe l’esempio di Volcker agendo in modo da controllare l’inflazione “ad ogni costo, Powell ha risposto che seguirebbe la seconda via.
Williams (NY Fed), pur sottolineando la crescente incertezza causata dalla guerra in Ucraina, ha detto di essere a favore di un rialzo dei tassi a marzo e affermato che la Fed si impegna ad agire per riportare l’inflazione al 2%.

 

PREVISIONI:

ITALIA – Verrà diffusa la stima finale del PIL relativa al 4° trimestre: nei giorni scorsi Istat ha rivisto al rialzo di un decimo il dato annuo al 6,6%, non escludiamo quindi che anche i dati trimestrali possano subire delle revisioni.

FRANCIA – Oggi la produzione industriale è vista tornare a crescere moderatamente a gennaio, stimiamo di 0,2% m/m, dopo le due flessioni mensili consecutive di fine 2021.

AREA EURO – Le vendite al dettaglio dovrebbero rimbalzare di 0,8% m/m a gennaio dopo la pesante flessione di dicembre.

STATI UNITI – Oggi vengono pubblicati i dati del mercato del lavoro di febbraio, che dovrebbero confermare forti pressioni dal lato della domanda e reazioni limitate dal lato dell’offerta.
Gli occupati non agricoli a febbraio sono previsti in aumento di 490 mila unità, con possibili sorprese verso l’alto nei servizi, circa in linea con la media degli ultimi due mesi e con gli indicatori anticipatori di febbraio.
Il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere a 3,9%, con una stabilizzazione della forza lavoro, dopo l’ampio aumento di dicembre. I salari orari sono previsti in crescita di 0,5% m/m, dopo 0,7% m/m, anche qui con rischi verso l’alto vista la scarsità di manodopera riportata dalle imprese.
I dati dovrebbero confermare un quadro coerente con la massima occupazione sul mercato del lavoro e con la necessità di iniziare a rimuovere lo stimolo monetario al più presto.